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Ritratto della giovane in fiamme

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Tensione erotica / 16 Febbraio 2023 in Ritratto della giovane in fiamme

C’è un tentativo abbastanza chiaro di rendere Portrait de la jeune fille en feu il più possibile “artistico”, talvolta mutuando le forme dell’arte che del film costituisce il soggetto: le inquadrature che somigliano a un dipinto (come quella delle tre ragazze davanti al camino), gli sfondi ridotti all’essenziale per dare risalto alle figure umane; o talvolta ricorrendo ad espedienti più propri del cinema, come i dialoghi rallentati dalle pause. Il risultato non è sgradevole, e certo non si può accusare la regia di essere caduta nel kitsch; ma è un po’ artificioso. C’è anche qualche piccola caduta di gusto, come le apparizioni di Héloïse in abito bianco.

La forza del film sta invece nel lento montare della tensione erotica, con una progressione costruita con sapienza; nel rifiuto di soluzioni narrative troppo consolanti o melodrammatiche; nella franchezza con cui affronta un tema scabroso come l’aborto – benché anche qui ci sia una caduta di gusto abbastanza inesplicabile, nella scena con il bambino a fianco di Sophie. Bravi le interpreti, soprattutto Adèle Haenel.

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Film femminile / 9 Luglio 2020 in Ritratto della giovane in fiamme

Bel dramma romantico.
Una donna, dopo un viaggio in barca, arriva in una casa dove viene accolta da una domestica; si scoprirà che è una pittrice, Marianne (Noemie Merlant), ed è lì per fare il ritratto di una giovane, Heloise (Adele Haenel) data in sposa a un uomo di Milano (il quadro è per il futuro sposo).
Però la giovane rifiuta il matrimonio e quindi di farsi ritrarre; la pittrice dovrà accompagnare la giovane in camminate giornaliere per cercare di dipingerla a memoria.
Film interessante con un cast tutto femminile (a parte qualche personaggio secondario); con una donna costretta a un matrimonio
combinato come era d’uso un tempo. Inoltre c’è anche una tragedia familiare che però è quasi in secondo piano; infatti la pellicola
si concentra sul rapporto tra le due donne che cresce fino a diventare un’intensa storia d’amore.
Nel cast da citare Valeria Golino nei panni della madre della giovane.

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Un dramma in costume fortemente simbolico nella sua allegoria, legato visceralmente alla poetica del ricordo, dell’attimo ripetuto nel tempo / 28 Dicembre 2019 in Ritratto della giovane in fiamme

Era dai tempi di ”Lezioni di piano” che non ammiravo una pellicola così mirabilmente intessuta di silenzi. Silenzi, mai avari di parole.
Come la Campion nel 1993, Céline Sciamma con il suo ”Ritratto della giovane in fiamme” sceglie di dosare bene le parole, per vestirle di un’eleganza discreta, misurata, tratteggiata da slanci e dolori che si compenetrano tra di loro.
Il riguardo nei dettagli, nelle inquadrature che catturano l’immagine levigando l’irta prospettiva del tatto, assumono nella pellicola contorni delicati, raffinati, che risaltano nel minimalismo degli ambienti.
‘’Ritratto della giovane in fiamme’’ cerca di rendere meno marcato nel contesto storico di fine settecento, il concetto di uniformità sessuale, andando a scandagliare le selvagge coscienze e le acerbe passioni di un amore connaturato e intenso.
La sceneggiatura riempie quei pochi spazi vuoti lasciati dagli sguardi, attenti nel cogliere le più piccole espressioni. Sguardi limpidi e seducenti, sudari di battiti e respiri, che ne ricoprono le nude austerità.
Un dramma in costume fortemente simbolico nella sua allegoria, legato visceralmente alla poetica del ricordo, dell’attimo ripetuto nel tempo.

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