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Polytechnique

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Pagina di storia scritta col sangue delle donne / 23 Maggio 2020 in Polytechnique

Nonostante alcuni lavori precedenti, il film che segna l’anno zero per Villeneuve è il mediometraggio Polytechnique, distribuito nel 2008. Tema probabilmente molto caro al regista canadese classe ’67 che, all’epoca del massacro, aveva solo 22 anni, ovvero più o meno la fascia d’età delle universitarie assassinate. La sceneggiatura è diretta e concisa e l’immagine in bianco e nero la fa da padrone insieme a dei memorabili mini piani sequenza e dei Ppp che proiettano lo spettatore nel terrore e poi nell’orrore. L’utilizzo dei Flashback è dosato perfettamente e risulta essere l’elemento narrativo perfetto per rendere la vicenda cinematograficamente più originale. Seppur in parte minore, la storia, si sofferma anche su due sopravvissuti, analizzando piccolissime porzioni delle loro vite e mostrando l’impatto che ha avuto il massacro su di esse. Un’importante testimonianza sull’incomprensione e l’alienazione umana e sulle varie sfumature di una società maschilista(all’epoca), che ha scritto la storia imponendosi come il primo femminicidio di massa rivendicato come tale.

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POLYEDRICO / 12 Gennaio 2018 in Polytechnique

Polytechnique è al contempo un film asciutto e potente. Non ci sono lungaggini e perdite di tempo. L’evento tragico ci viene proposto stringando al minimo la facondia narrativa.

Il film si consuma senza dilatazioni temporali nel momento più tragico.
Il montaggio sporziona gli eventi in maniera intelligente e non superficiale.

Villeneuve dimostra già dai primi lavori di padroneggiare il mezzo cinematografico con soluzioni visive degne di nota (il sangue della vittima e del carnefice su tutte).

Toccante, solido e riflessivo nella sua concisione

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Da vedere / 11 Ottobre 2017 in Polytechnique

Il terzo film di Denis Villeneuve racconta del massacro avvenuto il 6 dicembre 1989 al Politecnico di Montreal. Il film racconta i fatti, presentandoci subito l’autore del massacro che scrive una lettera, nella quale spiega le sue “ragioni”, chiamiamole così, che l’hanno portato al gesto: il suo odio nei confronti delle femministe. Armato di fucile semi-automatico, arriva alla scuola, dove colpirà 28 persone, uccidendone 14, tutte giovani ragazze. Il film non viene mostrato solo dalla prospettiva del killer, che dopo la sparatoria si suiciderà, ma anche da parte di altre persone, come Jean-Francois, al quale viene ordinato, in quanto maschio, di lasciare la prima classe che viene attaccata dal killer, che, come detto punta solo alle ragazze. Il ragazzo, che pure ha cercato di aiutare i feriti, è attanagliato dai sensi di colpa. C’è anche la storia vista da Valerie, una giovane miracolosamente scampata alla sparatoria, che ha visto morire tante sue amiche, come Stephanie. Un film veramente interessante, molto breve (non credo che arriviamo ai 70 minuti per dire) ma estremamente intenso e tragico, che va a raccontare una storia che personalmente non conoscevo. L’utilizzo del bianco e nero per tutto il film rende ancora più drammatici i fatti secondo me. Comunque ormai con Villeneuve, film nuovi o vecchi che siano, hollywoodiani o no, sembra di non sbagliarsi mai: tutti ben fatti e girati in modo intelligente, ricercato e preciso.

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