19 Novembre 2018 in Poltergeist - Demoniache presenze

Vedendo questo film due aspetti sono subito saltati davanti ai miei occhi: ha sulle spalle i suoi begli annetti ed è un prodotto di Steven Spielberg.
Il film ha trentacinque anni e si vedono tutti, con il trascorrere del tempo ha perduto il suo valore e se trentacinque anni fa poteva anche in un certo qual senso incutere una forma di timore guardarlo ora suscita solo un moto di tenerezza(e di noia).
E poi nonostante la regia sia di Tobe Hopper, è un film al cento per cento dal sapore spielberghiano(lui è il produttore e lo sceneggiatore), se avesse lasciato fare a Hooper sarebbe stato sicuramente un horror in piena regola, invece si denota molto il buonismo a tratti anche un po’ fastidioso che da sempre contraddistingue questo bravissimo regista e il prodotto finale è molto edulcorato.
Comunque sia è un film che merita, una favola dark capace di trasmettere anche attimi di tensione e di lanciare una critica nei confronti della televisione, visto come un essere demoniaco in grado di risucchiare le persone in una dimensione parallela(tra l’altro troviamo di nuovo il tema del bambino visto come tramite tra il nostro mondo e usati già da Spielberg in “E.T” e “Incontri ravvicinati del terzo tipo”).
La regia di Hooper è buona, il cast anche l’unica pecca se così vogliamo è che appunto la mano di Spielberg ha trasformato un film potenzialmente horror in una favoletta per bambini(e con un regista come Hooper, autore di “Non aprite quella porta” è un gran peccato). Comunque sia una visione la merita.
P.S. vedere la piccola Heather O’Rourke con quel suo sorriso dolce e contagioso e sapere che pochi anni dopo sarebbe morta a causa di una grave malattia fa male al cuore.

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