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Pocahontas

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Prima volta e non delude / 3 Dicembre 2019 in Pocahontas

Bellissimo primo capitolo, immaginavo mi sarebbe piaciuto, e non ne sono rimasta delusa. Spero che il 2° non sia brutto, come capita spesso.

29 Ottobre 2012 in Pocahontas

“Preferisco morire domani che vivere cento anni senza conoscerti”

Pocahontas è un film d’animazione Disney ispirato alla figura storica di una donna nativo americana che sposò un gentiluomo inglese.
La storia del cartone si avvicina molto a quella che si crede essere la vera storia di Pocahontas: lei salva lui dalla decapitazione, diventano amanti ma lui viene ferito da un colpo di pistola e deve tornare in Inghilterra per curarsi. Lei lo crederà morto ed accetterà con riluttanza di sposare un altro gentiluomo inglese, John Rolfe, ed andare con lui in Inghilterra per poi scoprire che John Smith è ancora vivo.
Della vera “principessa indiana” si sa solo che ebbe un figlio e che morì poco dopo aver incontrato Smith in Inghilterra di polmonite o tubercolosi, non è dato saperlo. Continua su: http://loren-ilmondodilory.blogspot.it/2012/01/pocahontas-1-e-2.html

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28 Dicembre 2011 in Pocahontas

Secondo me, si tratta dell’ultimo lungometraggio della Disney animato in stile tradizionale che riecheggia dei fasti del passato: dopo gli stratosferici incassi de Il Re Leone, la casa di Topolino non mantenne alte le aspettative, ma almeno sembrò restare fedele agli stilemi narrativi tradizionali, mantenendo abbastanza alta la qualità grafica relativa allo studio dei personaggi (altrettanto, non può dirsi di quello delle scenografie, invero scarne, quasi asettiche, benché riproducenti la natura possente ed incontaminata del Nord America). In particolare, è apprezzabilissima la resa del viso e del corpo scattante di Pocahontas, per tacere dei suoi capelli (solo Ariel, ne La Sirenetta ha goduto di una chioma altrettanto viva), imparagonabili alle zazzere “costrette” delle altre principesse Disney, da Rosaspina a Jasmine.
I “pupazzi” di contorno (procione, colibrì, carlino) non hanno alcuna funzionalità narrativa e ne sottolineano l’odiato orientamento puramente commerciale.
La trama è esile ed improbabile (infatti, le cose non andarono proprio così…), ma è comunque emozionante, e le musiche quantomai efficaci: credo che I colori del vento sia uno dei brani disneyani migliori del nuovo corso.
Rivisto dopo tanti anni, ha saputo affascinarmi ancora come la quindicenne.
Già il successivo Gobbo di Notre Dame fu una piccola delusione e, a seguire, Hercules, Tarzan, Atlantis e Il Pianeta del Tesoro, per me, sono abbastanza risibili (da leggersi alla Marco Pisellonio style…).

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