14 Giugno 2015
Indeciso tra riflessione storico-sociale sulle differenze tra anni Cinquanta e Novanta e avventura metafisica nel mondo fasullo di Pleasantville, il film vira infine più modestamente verso una favola di liberazione sessuale e artistica, con una spruzzata di allegoria razziale (i «coloureds»). Il risultato non è del tutto sgradevole, ma di certo non ha nulla di originale.
Insopportabile Reese Witherspoon, mentre Jeff Daniels crede evidentemente di essere ancora sul set di Dumb and Dumber (che è di quattro anni prima) e rende il proprio personaggio più rintronato del necessario.
Recensione da Oscar (2)
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