Chi c'è in fondo a quella scala...

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Chi c'è in fondo a quella scala...

Leon è un giovane timido e introverso. Fin da bambino ha sviluppato un forte legame di attaccamento con un manichino anatomico, Pin, che suo padre, il dottor Linden, tiene nel suo studio medico. Quando rimane orfano di entrambi i genitori, Leon decide di portarlo a casa per averlo accanto a sé, nonostante sua sorella, Ursula, sia contraria. Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Andrew Neiderman.
schizoidman ha scritto questa trama

Titolo Originale: Pin
Attori principali: David Hewlett, Cynthia Preston, Terry O'Quinn, Bronwen Mantel, John Pyper-Ferguson, Helene Udy, Jonathan Banks, Patricia Collins, Steven Bednarski, Jacob Tierney, Katie Shingler, Michelle Anderson, Joan Austen, Jamie Stern, David Gow, Terrence Labrosse, Aline Vandrine, Joanna Noyes, Andrew Carter, Leif Anderson, Joel Johnson, Shawn Johnson, Robin MacEachern, James Quon, Jeremy Slaney, Adrian Knight, Alan Mozes, Marty Finkelstein, Bruce Ramsay, Mostra tutti

Regia: Sandor Stern
Sceneggiatura/Autore: Sandor Stern
Colonna sonora: Peter Manning Robinson
Fotografia: Guy Dufaux
Costumi: Nicoletta Massone
Produttore: Pierre David, Rene Malo
Produzione: Canada
Genere: Thriller, Horror
Durata: 103 minuti

Dove vedere in streaming Chi c'è in fondo a quella scala...

Geometrie / 19 Gennaio 2022 in Chi c'è in fondo a quella scala...

Pellicola pregevole che commento, estrapolando la scena magistrale in cui i due giovani, rimasti orfani, sono a tavola con la zia. I dialoghi ed i silenzi fra i tre sono un esempio della natura inerente alla comunicazione.

E’ istruttivo approfondire le dinamiche dei rapporti umani attraverso lo studio dei dialoghi e delle conversazioni.

Quando gli interlocutori sono più di due, la geometria si complica: le rette bidirezionali si segmentano, si formano triangoli, quadrilateri, poligoni di colloqui, ma sono poligoni in perenne cambiamento con i lati che si allungano, si accorciano, si flettono. Ostacoli di varia natura spezzano le linee: ora è l’indifferenza ora l’incapacità di immedesimarsi nell’altro ora l’egocentrismo. Ognuno ascolta sé stesso, insegue con la mente i fili dei suoi pensieri cui annoda ogni tanto una fibra di locuzione altrui, se fa alla bisogna. Le frasi sono righe parallele: quasi mai convergono verso altre espressioni.

Tra due talora la domanda ignora la risposta o la contiene; in tre o più gli enunciati si allineano su diversi livelli. Visti dall’alto o dal basso sembrano intersecarsi, ma percepiti di lato, si nota che sono divisi. Lo spazio fra i locutori è vuoto, è una realtà senza dimensioni. L’incomunicabilità è l’essenza della comunicazione.

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Misconosciuta chicca horror. / 1 Gennaio 2022 in Chi c'è in fondo a quella scala...

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Thriller psicologico venato di horror molto interessante e dal titolo che con il film non c’entra una beneamata mazza(complimenti come al solito ai traduttori italiani), una storia inquietante e morbosa che si rifà a Psycho e che crea un certo disagio grazie soprattutto all’angosciante presenza di PIN, manichino anatomico con il quale il giovane protagonista crea un legame morboso, una storia che fa riflettere su un interessante messaggio di fondo, una critica alla mancanza di educazione e soprattutto di dialogo da parte dei genitori che comporta nei figli, una volta divenuti adulti, ad avere delle gravi lacune psicologiche.
La regia di Stern è buona così come la colonna sonora e ottima è l’atmosfera malsana che si respira nella casa.
Ottimo anche il cast, David Helwett perfetto nella parte del bravo ragazzo deviato(Anthony Perkins docet) così come Terry O’Quinn che nei panni di PIN fa paura soltanto a guardarlo(e ad ascoltarlo grazie alla bravura del suo doppiatore).
Ci sono due scene per me altamente disturbanti(l’amplesso tra PIN e un’infermiera e la scena nella camera da letto della zia, davvero terrorizzante).
Il finale invece è per me ambiguo(Ursula distrugge il manichino e Lion ne prende il suo posto, perdendo così definitivamente quel poco di sanità mentale che gli era rimasta).
Una misconosciuta chicca horror/thriller, peccato per il titolo italiano assolutamente fuorviante e soprattutto peccato che il romanzo da cui è stato tratto sia credo inedito in Italia.

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