29 Luglio 2011
Oggi provo un modo diverso di scrivere una recensione…essenziale…per punti…
VANTAGGI:
– La splendida interpretazione di Kim Rossi Stuart, che mi ha ricordato il Geoffrey Rush di “Shine” (per certi versi, solamente), capace di emozionare e colpire con il ruolo del pianista talentuoso ma disturbato.
– Una storia vera (sono andato a vedere su internet e ho trovato che Luca Flores è un personaggio realmente esistito di cui, lo dico con rammarico, non conoscevo la musica), commovente e sostenuta da una colonna sonora imbevuta di jazz, davvero sublime. Da ascoltare.
– Una fotografia molto curata.
SVANTAGGI
– Il sonoro dei dialoghi è pessimo. Scambi di battute bisbigliati, che per sentire qualcosa devi tirar le orecchie, sussurri appena udibili che fanno impazzire lo spettatore. L’ho guardato per metà coi sottotitoli.
– Qualche peccatuccio di sceneggiatura.
l’interpretazione magistrale di Kim “mangia” tutto… e colonna sonora, grazie al defunto Luca Flores, sublime…
How far can you fly…
Ho pensato la stessa identica cosa dei dialoghi. Non si riesce a sentire nulla, soprattutto se hai una casa appena un po’ rumorosa.