Recensione su Il filo nascosto

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Phantom Thread/Il filo nascosto / 8 Aprile 2018 in Il filo nascosto

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

But yet we’re here and I’m hungry. Un Capolavoro. Anderson porta più avanti il cinema. Entriamo nella Londra anni 50 in una storia d’amore “Pigmaloniana” tra uno stilista e una bella cameriera, prestata a modella. Eppure la musica così leggera ma anche estremamente tagliente e presente, l’intreccio di fili di regia così limpidi e raffinati cuciono un abito tanto meraviglioso nella sua superficie e nei suoi colori abbacinanti, quanto torbido e misterioso nelle sue pieghe, ove sono nascosti elementi affilati e sorprendenti, da una lotta di potere (topos caro al regista) e sopravvivenza in se stessi, nella coppia, persino “nell’aldilà”, continui specchi e dualità, dettagli sulla diversità (e grazie a Dio mai solo classista), fino al disprezzo per l’indegna borghesia ma soprattutto un amore che è bisogno (lui) e un bisogno di amore (lei). Fili che forse non si vedono, ma che una volta indossati è impossibile strappar via in quanto forma di una sostanza straordinaria.
Candidato agli Oscar 2018 per miglior film, attore prot., attrice non prot., costumi e colonna sonora

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