Odore cimiteriale, letali sfere volanti e l’inquietante “Tall Man” / 23 Novembre 2016 in Fantasmi
Nel panorama del cinema horror degli anni settante, quello di film seminali come Non aprite quella porta (The Texas Chainsaw Massacre, Tobe Hooper, 1974), Le colline hanno gli occhi (The Hills Have Eyes, Wes Craven, 1977) o Halloween (John Carpenter, 1978), risalta un piccolo film, realizzato in famiglia da un gruppo di amici, che segue altre strade e che ci ha regalato uno dei più inquietanti villain che la storia del genere ricordi. Stiamo parlando del film Phantasm (in Italia uscito col titolo di Fantasmi) e del suo protagonista, il Tall Man.
Uscito nel 1979, ideato, prodotto e diretto dall’esordiente e poco più che ventenne Don Coscarelli, il film narra di Mike (Michael Baldwin), un ragazzo i cui genitori sono morti in un incidente d’auto e che vive insieme al fratello maggiore Jody (Bill Thornbury). Mike vive nella costante paura di perdere anche il fratello, a cui per forza di cose è molto legato. Durante un funerale nota la presenza di uomo molto alto (ribattezzato da lui stesso Tall Man) che si aggira tra le lapidi e che, apparentemente senza fatica, solleva una bara da solo e invece di seppellirla, la rimette nell’auto funebre. Si tratta del becchino del paese su cui il ragazzo decide di investigare coinvolgendo anche Reggie (Reggie Bannister), un amico del fratello. e trovandosi così a vivere esperienze sempre più strane e terrificanti, fino al sorprendente e fantascientifico twist finale.
Il Tall Man è perfettamente interpretato dall’allampanato attore Angus Scrimm, che già dal nome reale esprime inquietudine. Il personaggio, sicuramente il meno noto dei suoi colleghi boogeyman cinematografici del periodo (ma non per questo meno affascinante), proviene da un’altra dimensione e per raggiungere i suoi enigmatici scopi si serve di micidiali sfere volanti (le sentinelle), dotate di lame e trapano capaci di infilzare il malcapitato di turno e pompargli all’esterno il sangue, ed è aiutato da piccoli esseri deformi (i lurkers), da lui stesso creati utilizzando i cadaveri del cimitero (e che ricordano i jawas di Guerre stellari, avvolti come sono in piccole tuniche dello stesso colore).
Pellicola dalla suggestiva atmosfera lugubre e onirica, rinforzata da un’evocativa colonna sonora, che gioca e salta costantemente tra il sogno e la realtà, creando a tratti nello spettatore una sensazione di sospensione temporale. Il sinistro incedere del Tall Man è una di quelle immagini che rimangono impresse nella memoria.
Nonostante gli evidenti limiti imposti dal risicato budget (ad esempio, del trucco si occupò la madre del regista), il film risulta efficace nel descrivere il tema della paura e dell’incapacità umana di accettare la perdita e l’abbandono, con il Tall Man a rappresentare (forse neanche molto) metaforicamente l’ineluttabilità e l’invincibilità della Morte se non nel mondo del sogno e della fantasia.