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Perfect Blue

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Il Thriller in formato animazione. / 31 Ottobre 2015 in Perfect Blue

In Perfect Blue, lungometraggio animato che segna l’esordio alla regia di Satoshi Kon, fa incursione un genere cinematografico ( il thriller) che per le proprie peculiarità ben si amalgama allo stile del regista, lungi dall’essere paragonato ai più canonici linguaggi utilizzati negli anime giapponesi.
Un rinnovamento, questo di Kon, nel rappresentare l’animazione ( almeno fino a quel periodo ) non nella sua più ortodossa forma, tesa più a incantare e a meravigliare che a suscitare tensione e suspense, che quasi sembra plasmare anche la sceneggiatura del film, sebbene tratta dall’omonimo romanzo di Yoshikazu Takeuchi, in quanto finalizzata al cambiamento, come meta ideale di un percorso di autoconoscenza.
Da qui si snoda l’intreccio, nonché l’insito viaggio psicologico della protagonista, abilmente descritti e circoscritti a luoghi e tempi diversi, ma mai casuali, in modo da coinvolgere lo spettatore, disorientato nella labirintica ricerca della verità, mai così lontana da un’iconica percezione.

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20 Aprile 2015 in Perfect Blue

Gli esempi di thriller in animazione si contano sulle dita, quelli capaci e riusciti sono più unici che rari. Perfect Blue è uno di questi. Satoshi Kon se n’è andato veramente troppo presto, aveva ancora un mondo da mostrarci.

L’incantevole Mima. / 4 Aprile 2014 in Perfect Blue

Angosciante, claustrofobico, morboso come un canonico thriller dovrebbe essere.
Kon trasferisce gli stilemi del cinema di genere in un lungometraggio animato, citando alcuni classici cinematografici con originalità (ho l’impressione che il punteruolo, per esempio, arma abbastanza inusuale, arrivi da Basic Instinct), citando apertamente Il silenzio degli innocenti e le vicende private di Jodie Foster (nominata, perfino), sfruttando il mondo delle idol giapponesi alla stregua dell’universo del teatro di Eva contro Eva.

La sovrapposizione tra realtà e sogno è ottimamente orchestrata e lo spettatore resta invischiato nella rete della labilità psicologica della protagonista almeno quanto lei.

Al termine del film, permane un senso di fastidio difficile da cancellare.
Ottimo.

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E il mondo conobbe Satoshi Kon… / 14 Dicembre 2013 in Perfect Blue

Ispirandosi ad un romanzo di Yoshikazu Takeuchi, Satoshi Kon fa il suo debutto ufficiale come regista di film d’animazione, producendo un thriller psicologico di grandissimo livello. La scelta del genere è stata forse una delle prime nel campo dell’animazione giapponese e tutt’oggi risulta un evento piuttosto raro.
Il personaggio di Mima, una idol che ha abbandonato il suo lavoro per inseguire una carriera da attrice professionista, è l’epicentro dell’intera narrazione. E’ immenso il modo in cui Kon fa identificare lo spettatore con la fragile psicologia della protagonista, riuscendo a rappresentare egregiamente tutte le sue paure, le paranoie e i suoi costanti momenti di confusione interiore. In questa pellicola è infatti molto sottile il punto che separa la realtà dall’illusione, grazie proprio ad una regia magistrale e ad una sceneggiatura molto solida. Il rapporto tra realtà ed illusione è una caratteristica che Kon ha poi ripreso e sviluppato nei suoi lavori successivi come il tragico Millennium Actress o l’onirico Paprika ma, paradossalmente, non riuscendo a ricreare lo stesso fascino scaturito invece dalla sua primissima pellicola. Perfect Blue è un film soffocante, narrativamente instabile, che lascia continuamente un groppo in gola e che fino alla fine non dà pace allo spettatore, chiuso come in una sorta di gabbia illusoria, dove non si può conoscere minimamente se ciò che è presente all’esterno sia effettivamente la realtà o un’altra illusione da squarciare. Anche sotto il punto di vista tecnico non ci si può lamentare: la grafica si difende benissimo e le musiche ricalcano perfettamente l’atmosfera inquieta ed angosciante, riuscendo a trasmettere una sensazione di metaforico soffocamento.
La pellicola migliore dell’autore a mio parere ed uno dei migliori (pochissimi) thriller psicologici di animazione giapponese. Inutile dire che ne consiglio la visione, anche per chi vuole avvicinarsi alla valida filmografia di questo regista.

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5 Luglio 2013 in Perfect Blue

Pellicola particolare, forse unica nel suo genere.
Un thriller psicologico ambientato nel mondo delle Idol giapponesi.
Consigliato sia agli amanti dei thriller che a quelli dei film d’animazione.

:) / 21 Febbraio 2013 in Perfect Blue

Come primo degli psycho thriller della storia dei cartoni animati devo dire che è interessante, pure per il fatto che è tratto da un libro e prima di uscire animato doveva essere realizzato con attori reali.
Stiamo parlando di tecnologie ancora del ventesimo secolo ma, come per Akira (un capolavoro!!!), questo Perfect Blue è interessante e piacevole da vedere. La doppia personalità che esce fuori è molto reale e fino alla fine è forte.
Promosso!!!
Ad maiora!

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