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Perdita Durango

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8 Aprile 2013 in Perdita Durango

I due più grandi piaceri della vita sono due.
Fottere ed uccidere. Come avrete ben capito, il film in questione suggeritomi da una fan della pagina 21st su facebook, è leggermente sopra le righe

E’ pulp all’ennesima potenza.
E’ tremendo
E’ voodoo.
E’ il Messico
E’ PERDITA DURANGO.

Siamo in quella che metaforicamente parlando è una terra di nessuno meglio nota come il confine fra Messico e United States. Quella che era la terra dei western alla Peckinpah, dei banditi, dei fuorilegge, oggi è uno spazio, un lembo per prostitute, viaggiatori, personaggi pittoreschi, moderni banditi, lavoratori che vanno e vengono dai due Paesi. I protagonisti della pellicola sono due, una donna e un uomo.
Perdita Durango, una bella e provocante mora senza peli sulla lingua, incontra il “santero” Romeo Dolorosa, rapinatore di banche dedito ai riti voodoo.
Arrotonda con questi e con dei piccoli e grandi furti ma ha fatto incazzare la persona sbagliata, deve 20000 $ ad un capo del Cartello locale.
Il regista, Alex de la Iglesia, poteva scegliere di far perno maggiormente sul macabro, non l’ha fatto, scelta che ho ammirato poiché dalle rapine si passa ad un sequestro a fini particolari. Rapiscono due fidanzati che dovevano esser sacrificati agli Dei. La lezione di teologia fatta da Romeo è fantastica: l’uomo ha abbandonato la religione, attraverso il sacrificio diventerà immortale.
Come Gesù Cristo. Il motivo è semplice, Perdita ha una brillante idea, fare prendere due ostaggi e fotterseli. Dopo averli fottuti, li avrebbero uccisi.
Romeo ci mette lo zampino da il sacrificio dei due porterà a buon fine il lavoro per cui è stato chiamato, recuperare un camion pieno di feti.
Vi starete chiedendo perché, bene, come dei contemporanei nazisti, le case produttrici di cosmetici ricorrerebbero ai feti abortiti per creare creme. Nell’era della bellezza ognuno ha diritto a fare la propria porca figura.
Il film non si fa mancare nulla, una colonna sonora alla Tito & Tarantula, umore nero che non risparmia niente e nessuno (che cos’è quella cosa bianca e rossa che va a 100 km/h? un feto umano dentro un frullatore), una protagonista forte, Perdita è un giaguaro con qualcosa di magico, una donna dotata di femminilità, fascino, bellezza, pericolosità che si affeziona prima ed innamora poi di Romeo, dei combattimenti fra gli stessi per motivi di gelosia (Romeo svergina la biondina che ricorda vagamente Barbie, non per motivi religiosi ma perché se la voleva fare), combattimenti dove tra l’altro è la donna che vince come se fossimo in una pellicola di Russ Meyer e ancora scene di sesso, esplosioni, azione a manetta.
Si aggiunga poi che l’improbabile quartetto è baciato dalla buona sorte, pur essendo pedinati da
un James Gandolfini (Tony Soprano nella serie “The Sopranos”) in versione ispettore della DEA, Perdita/Romeo/gli ostaggi la fanno franca, anzi chi ci rimette è proprio l’ispettore. Anche senza la protezione degli Dei, la strana coppia riesce nella missione e recuperano il camion pieno di feti. A che prezzo ?

Note del Don
Madonna rifiutò il ruolo di Perdita.
Devo dire che la bella e a me parzialmente sconosciuta Rosie Perez ha superato a pieni voti l’esame, alla faccia della cantante.
DonMax
http://casacinema.eu/movie-film-Perdita+Durango+streaming-7123.html

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Un delirante cocktail di sesso, morte e violenza / 3 Giugno 2011 in Perdita Durango

Seppur in un ruolo secondario, il personaggio di Perdita Durango era già apparso, interpretato da Isabella Rossellini, in “Cuore selvaggio” di David Lynch. Qui invece Perdita ha il volto e, soprattutto, il corpo di Rosie Perez, e inoltre la stessa diventa quasi la protagonista assoluta della storia. Quasi perché in questo caso le tocca dividere la scena con un altro personaggio, Romeo Dolorosa. Lei è una prostituta che vive alla giornata, lui un criminale psicopatico dedito al satanismo. I due si incontrano per caso in Messico, vicino al confine con gli Stati Uniti: nel breve tempo di un incontro casuale hanno modo di conoscersi, di piacersi e, ovviamente, di innamorarsi. Dopo aver capito di essere fatti l’uno per l’altra, Perdita e Romeo decidono di proseguire insieme verso Las Vegas, dove lui deve sbrigare un lavoretto sporco, consistente nella consegna di un carico di feti umani ad una società di cosmetici, per conto di un tizio poco raccomandabile. Nel frattempo, Perdita e Romeo si divertono come dei pazzi a vagare per le strade in cerca di persone da sacrificare al culto satanico. A farne le spese sono due ragazzi, Duane ed Estelle, che hanno la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Mentre Perdita e Romeo seminano il panico ovunque vadano, la polizia prova a fermarli con esiti alquanto disastrosi.
Da un romanzo di Barry Gifford (autore anche della sceneggiatura), de la Iglesia ha tratto un film esagitato ed estremamente violento, in cui western, melodramma e poliziesco si mescolano con esiti altalenanti. Da notare le affinità che legano questo film al già citato “Cuore selvaggio” di Lynch (anch’esso tratto da un racconto di Gifford): dai toni debordanti ed eccessivi con cui viene narrata la storia al fatto che i protagonisti di entrambe le pellicole sono un uomo e una donna perennemente in viaggio e perdutamente innamorati l’uno dell’altra. Detto ciò, va altresì rilevato che gli autori delle due opere in questione hanno ben poco in comune, anche perché Alex de la Iglesia come regista non vale nemmeno la metà di David Lynch; per rendersene conto basta vedere quanto il regista spagnolo fatichi – a differenza del geniale collega americano – a controllare il registro grottesco attraverso il quale ci vengono narrate le traversie di Romeo e Perdita, tanto è vero che non sono poche le volte in cui il film rischia di sfuggirgli dalle mani.
Nonostante ciò, bisogna ammettere che “Perdita Durango” possiede comunque uno strano fascino: sarà per il paesaggio messicano costantemente bruciato dal sole, ricco di polvere e di strade che sembrano non finire mai; o per i due protagonisti, Rosie Perez e Javier Bardem, semplicemente perfetti per interpretare i rispettivi ruoli. Insomma, per un motivo o per l’altro questo film emana una strana malia a cui non si sfugge facilmente. Tornando ai due attori principali, c’è da dire che insieme formano una coppia esplosiva. Bardem, in particolare, è impressionante per la facilità con cui si impossessa del suo personaggio: Romeo è un sadico, un pervertito, un violento, in sostanza è un pazzo scatenato al quale l’attore spagnolo presta tutto il suo talento di interprete. Vedere per credere la scena in cui Romeo balla e, soprattutto, urla in discoteca: un momento di puro delirio che non si dimentica tanto facilmente. Da ricordare anche il bel finale che omaggia “Vera Cruz” di Robert Aldrich. Pur non essendo del tutto riuscito (anche a causa dell’eccessiva durata: due ore, infatti, paiono troppe; con qualche taglio in sede di montaggio il film poteva essere un gioiellino), “Perdita Durango” è un delirante e bizzarro cocktail di sesso, morte e violenza che merita senz’altro un’occhiata.

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