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Paura e delirio a Las Vegas

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Rewatch!! / 21 Gennaio 2021 in Paura e delirio a Las Vegas

Un altro film tra i tanti rewatch, un po per ricordare e un po per vedere anche se sono ancora dello stesso parere.
Beh la prima volta (vent’anni da circa) non c’ho capito niente, ma tecnicamente è stato un lavoro visionario e superbo.
Ma questo rewatch mi ha portato alla luce delle perplessità: che questo film è grandemente sopravvalutato. Per carità, un regia davvero ottima, Depp e Del Toro sono bravissimi, che sembra siano stati sempre dei tossici schizzati, ma credo che sia il contesto ad aver avvolto la pellicola nell’olimpo dei cult: la droga, gli schizzati, Las Vegas, gli acidi… insomma sono elementi che lo rendono “fico”.
Riconosco la bellezza di un lavoro elaborato e molto ben riuscito, avvincente e stranamente affascinante.
Ma secondo me troppo lodato.
6/10.

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Paura e delirio a Las Vegas / 6 Agosto 2015 in Paura e delirio a Las Vegas

Un film semplicemente delirante.
Per una volta hanno fatto bene a cambiare il titolo del libro di Hunter Thompson – nonché il titolo originale inglese della pellicola – che accostava alla paura il disgusto, anziché il delirio. Anche se pure il termine disgusto non sarebbe stato fuori luogo (forse soltanto meno commerciale), con questa storia di eccessi che spesso sfocerebbe nel rivoltante, se non fosse per il fatto che viene presentata in un modo cinematograficamente interessante.
Perché la regia psichedelica di Terry Gilliam è assolutamente notevole, tanto da riuscire a trasformare un road-movie tossico in un’esperienza abbacinante e coinvolgente: un po’ come se quella robaccia la stessimo prendendo anche noi.
Un risultato notevole per un film, che però comporta necessariamente delle controindicazioni: intanto lo smarrimento dello spettatore di fronte ad una trama che si fatica a seguire. E poi il rischio, sempre connaturato ad opere di questo tipo, della mitizzazione di un qualcosa di assolutamente disdicevole e riprovevole, soprattutto per i più giovani.
Non è questione di fare i bacchettoni, perché qui si esagera veramente su tutti i fronti.
Ottima prova d’attore dei due protagonisti: un Johnny Depp che si allenava per diventare Jack Sparrow e un Benicio Del Toro davvero presissimo nella parte del dottor Gonzo.
Per il resto, una fotografia sgargiante, ma adatta al contesto, e un che di felliniano nella bellissima scena circense.

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Raro / 11 Giugno 2013 in Paura e delirio a Las Vegas

Impossibile chiamarla commedia o tragedia, più o meno è anche un miscuglio di questi due generi. Più che un viaggio verso la Città degli Angeli in California, è un “trip” verso la Los Angeles che si trova all’interno dei protagonisti stessi, tra droghe e momenti alquanto surreali. Bello.

6 / 1 Aprile 2013 in Paura e delirio a Las Vegas

Film delirante, allucinante……. il film sembra girato da un tossicomane!!!!!!!!!!!!! … se non avessi letto la trama sono sicuro che non ci avrei capito un tubo di nulla….

La cosa tristissima è che film come questo siano sulla bocca di ragazzini “fak da polis” / 18 Febbraio 2013 in Paura e delirio a Las Vegas

Paura e delirio a Las Vegas, meglio noto come “Mandiamo tutto a puttane e facciamoci, si facciamoci” è un film di Terry Gillian. Egli dirige un film a tratti ironico, irrazionale, un trip visivo, un’avventura sulla strada che sembrerebbe facile ma a causa delle abitudini dei protagonisti troppo facile non è. Tutto quello che si vede nella pellicola è frutto di un delirante mix di droghe, elencarle tutte richiederebbe un enciclopedia ma in una scena vengono presentate nome per nome.

Frase del film
“Ne hai preso troppo bello, ne hai preso troppo, troppo”
-Dr Gonzo

Avete presente quando si dice che tutte le migliori storie comincino con un “…Ero ubriaco” ? I protagonisti non son ubriachi ma sono stupefacenti nel vero senso della parola..
Questa è la ballata di Gonzo e Duke (musica di Hazzard prego) due ragazzi con una marcia in più, sfrecciavano a tutto gas fra LSD, allucinogeni, anfetamina ed anche se non c’è la rima fotte sega.. GONZO E DUKE, Gonzo e Duke”.
La pellicola in questione vede come protagonisti due pittoreschi e strambi individui in un viaggio on the road. Il contesto storico è quello dei primi anni 70, periodo di contestazione, di apertura (di una parte) e di chiusura (dell’altra parte ) della società, un periodo dove l’ America si mette in discussione dove il paese del sogno americano e della Land of opportunities lascia spazio all’America della droga, insomma ho scritto troppe volte America. Tanta America ma in modo diverso.
Gonzo e Duke, questi sono i nostri eroi o meglio antieroi. Avvocato il primo e giornalista il secondo. Duke, interpretato da Johnny Depp che rende benissimo nella parte del consumatore di stupefacenti da notare come i ruoli sopra le righe gli si addicono molto, deve scrivere un articolo su una gara motociclistica che prende luogo a Las Vegas ( ma no ? Credevo a Zanzibar ). Chi è il Dr. Gonzo ? Semplicemente un suo fido assistente nonché accompagnatore nell’avventura che di professione fa l’avvocato e che avvocato, interpretato dal pericoloso e violento Benicio del Toro. Parliamoci chiaro, l’estro creativo e la professionalità il giornalista le ha perse per strada anzi le ha perse mentre usciva di casa quando per sbaglio ha incontrato il mondo della droga ecco così che il viaggio di lavoro diventa un viaggio in balia della sregolatezza all’insegna, cito le parole di Duke, de: due buste di erba, settantacinque palline di mescalina, cinque fogli di acido superpotente, una saliera mezza piena di cocaina, un’intera galassia multicolore di eccitanti, calmanti, scoppianti, esilaranti. E anche un litro di tequila, un litro di rum, una cassa di birra, mezzo litro di etere puro e due dozzine di fialette di popper. Non che per il viaggio ci servisse tutta quella roba, ma quando ti ritrovi invischiato in una seria raccolta di droghe, la tendenza è di spingerla più in là che puoi.
Questa passione, se così possiamo definirla, rende i vari obiettivi preposti da duo impossibili da seguire, il giornalista manda a fare in c**o l’articolo sulla gara motociclistica, sotto l’effetto dell’etere visitano il Circo Bazooko, Casinò all’ultimo grido, continuano ad usare ed abusare di droga neanche fossimo in Amore Tossico, nei pochi momenti di razionalità Duke si ricorda che ha un’ altro compito ovvero di prender parte a un summit delle forze dell’ordine con argomento la droga. Ma le avventure non terminano qui, i disagi interiori e gli attriti (meglio dire gli scazzi post overdose) si cominciano a far sentire…
e allora ?

Note del Don
Raoul Duke e Dr Gonzo compaiono in un altro film “Where the Buffalo Roam” e troviamo Bill Murray e Peter Boyle. Anche questa pellicola è basata sul libro Paura e disgusto a Las Vegas di Thompson che usa lo pseudonimo di Raoul Duke.
L’immagine usata per la recensione l’ho rubata a un nostro fan, non ricordo chi ma ti ringrazio.
Da notare nello sfondo Spiderman quando era solo un autostoppista capellone.
DonMax

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28 Gennaio 2013 in Paura e delirio a Las Vegas

Io, onestamente, mi sono dovuta andare a leggere la trama per capirci qualcosa. Non perché fosse difficile da comprendere, ma proprio perché lo stesso film sembrava girato da un tossicomane fuori di testa. Vabbè che lo stile di Gilliam, su per giù, è quello. ahah
Comunque è davvero allucinante, mi mette quasi tristezza pensare che Depp era un vero portento a quei tempi. Dopo Jack Sparrow non ha fatto altro che peggiorare, sarà un po’ colpa di quel simpaticone di Tim Burton che l’ha monopolizzato (e vabbè).
Benicio Del Toro è come sempre fantastico, nulla da dire su di lui, è adorabile (forse sono un po’ di parte perché qualche anno fa mi era presa una cottarella per lui).
Gilliam mi piace, non è tra i miei preferiti, ma lo stimo molto come regista. Per il resto, bellissimi i colori e la fotografia di questo film. E’ tutto molto psichedelico.
Purtroppo non ho mai letto il libro di Thompson, ma adesso mi ha incuriosita, quindi penso che lo leggerò.

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Peccatto per il doppiaggio / 17 Maggio 2012 in Paura e delirio a Las Vegas

Film tutto sommato piacevole, visivamente delirante, ma che nel doppiaggio italiano soffre. Dovrò rivederlo in lingua per avere un’idea compiuta.

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