Recensione su Patton, generale d'acciaio

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6,2 ma stiamo scherzando spero. / 17 Giugno 2013 in Patton, generale d'acciaio

D’ora in avanti, se volete vedere un film di guerra, PATTON -GENERALE D’ACCIAIO- è quello che fa per voi. Un capolavoro assoluto del genere, acclamato da critica e pubblico, vincitore di otto premi Oscar tra i quali miglior regia (Franklin J. Schaffner), miglior sceneggiatura (Francis Ford Coppola ed Edmund H. North), miglior effetti sonori, miglior scenografia e miglior attore protagonista.
Patton è una figura anacronistica, un personaggio dai modi rudi e allo stesso tempo paterni, emblematico, controverso, energico, instabile, pittoresco, un tizio convinto di aver preso parte alle guerre del passato in vite precedenti, un generale romano trasportato nel XX secolo contro un nemico molto potente: “Il Nazismo personificato in Rommel”. Patton, un romantico guerrafondaio. Un romantico guerrafondaio. La guerra non è romantica ma la sua concezione della guerra, dell’avversario, la visione del soldato in generale è molto particolare. Patton non vorrebbe sprecati tutti quei soldati, siano essi Americani o Tedeschi, preferirebbe invece sfidare in mezzo al deserto Herr Rommel, stringergli la mano, fargli scegliere un tank, entrarci ed iniziare un bombardamento fin quando non rimarrà uno fra loro. Eccellente atleta, intellettuale, stratega, amante degli animali, storico, credente: George Smith Patton rappresenta quello che era l’America di quegli anni e quello che vorrebbe essere l’America oggi.
Le prime inquadrature, inquadrature al dettaglio, sono dedicate alle medaglie sul petto, l’elmetto militare, la fascia blu e un un revolver dall’impugnatura in avorio.. in avorio signori miei e non in madreperla perché (citando le sue parole) solo un pederasta di New Orleans userebbe la madreperla. E’ su un palco, da solo.
Dietro di lui una bandiera a stelle e strisce di dieci metri. L’inquadratura cambia, si è fissi su di lui, la grandezza di una bandiera, di un Paese e la piccolezza di un uomo in una sola scena.
In questo contesto, fa un discorso da brividi.
“Da ragazzi, tutti avete ammirato quello che giocava meglio a palline, chi era più veloce, chi giocava meglio a rugby, chi faceva meglio a pugni. Gli americani sono per chi vince e hanno sullo stomaco chi perde, gli americani hanno il vizio di vincere sempre. Abbiamo il migliore equipaggiamento,lo spirito più alto e i soldati più in gamba del mondo. Sento della pietà per quei poveracci che ci troveremo di fronte, si ve lo giuro, non ci limiteremo a sparargli, noi gli tireremo fuori le frattaglie dalla pancia e le useremo per ingrassare i cingoli dei carri armati, noi li faremo a pezzi quei maledetti bastardi, ve lo prometto ”
Un personaggio sopra le righe, dalla personalità forte, duro, magnetico Sin dai primi minuti, vi garantisco che i primi minuti sono fondamentali, emerge una forte caratterizzazione del personaggio Patton e dell’immaginario collettivo che si ha dell’America. L’America non perderà, agli U.S.A fanno profonda pena quei poveracci che andranno sotto i loro proiettili, anche se la guerra è sempre meglio non farla, la II W.W per gli Americani fu una specie di Crociata, una Guerra Giusta, dotata di un valore sociale da non sottovalutare.
Le Democrazie contro gli Assolutismi (non è questa la sede per discutere il fatto che l’URSS fosse alleata Anglo-Americana) e Patton incarna il perfetto Crociato. Chi interpreta Patton ? George C. Scott un ex marine, forse proprio per questo indossa l’abito militare in modo perfetto.
Ci terrei a sottolineare come tutto questo emerga nei primi sette minuti di film.
Si passa dal palco a uno scenario totalmente diverso, il deserto, in Nord Africa, posizione strategica affinché si arrivi a controllare il Mediterraneo. Il nostro si trova a fare i conti con un esercito sbandato, senza forma, è in una situazione difficile e lui se le mangia a colazione. Non solo ridiede efficienza agli yankee ma fra Marocco e Tunisia diede prova di grandi abilità strategiche. Un solo grande difetto (?) odiava i vigliacchi. Il termine però va contestualizzato, è vigliacco chi dopo un bombardamento ha paura ? Il suo compito non era facile, la sua personalità era contorta, severo a dir poco ma fu proprio a causa del suo caratteraccio che gli Anglo-americani presero il Nord Africa e si organizzarono per l’Operazione Husky.
In Sicilia non si ferma di fronte a niente e nessuno
Dedito alla spettacolarizzazione della vittoria, il suo carattere sopra le righe ritorna con l’episodio di Palermo espugnata. Il suo essere ribelle lo porterà a grosse critiche da parte della Stampa, il suo essere testardo critiche dai vertici dell’Esercito. E lo fermano.
Fermandolo ne aumentano solo la sete di gloria…

Patton, Generale d’acciaio è un affresco di un epoca non troppo lontana, il ritratto di un uomo eccessivo con una neanche troppo velata tristezza e solitudine.
Aspettate di vedere la fine per credere.

DonMax

6 commenti

  1. paolodelventosoest / 24 Luglio 2013

    Prendo nota! E’ da tempo che volevo vederlo

  2. DonMax / 29 Luglio 2013

    Vadi vadi 😀

  3. alex10 / 8 Agosto 2013

    il personaggio è riprodotto in modo sensazionale !!!
    è un grande film…che mi ha ricordato un po’ lawrence d’arabia..
    tra l’altro…pur durando 3 ore il film non mi è sembrato affatto noioso…
    abbiamo alzato un po’ la media @donmax
    ci sono delle parti incredibili…
    sembra quasi che la guerra fredda l’abbia creata patton !! 🙂

  4. DonMax / 8 Agosto 2013

    @alex10 sono contento ti sia piaciuto.
    Dal punto di vista storico, almeno per l’Europa dell’est colui il quale realizzò la guerra fredda fu Adolf Hitler, a livello internazionale quello che doveva essere un conflitto europeo generò nelle colonie un fermento culturale e un agire senza precedenti.
    Non credo sia stato Patton a contribuire all’assetto geopolitco del mondo post-guerra ma in fondo siamo in una comunità di Cinema e quindi pazienza.

    • alex10 / 8 Agosto 2013

      aahahahahahahhaa
      ma io scherzavo !!! XD
      era per sottolineare la grandezza del personaggio del generale d’acciaio…riprodotto in maniera perfetta in questo film

  5. zawix / 22 Novembre 2014

    E’ un film storico bografico di ottima fattura. La ricostruzione della figura di Patton è estremamente vicina alla realtà.
    Il generale americano credeva nella reincarnazione, era convinto di essere stato in precedenti vite Scipione l’Africano, nel film lo si vede vagare in Tunisia e fermarsi con precisione nel luogo dove si era svolta 2000 anni prima, la battaglia di Zama, vinta dai romani.
    Anche la campagna di Sicilia e la rivalità con Montgomery nel film vengono narrate con grande aderenza ai fatti storici.

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