24 Marzo 2013 in Patagonia

La storia dei gallesi che colonizzarono la valle del Chubut, nell’alta Patagonia argentina, é una storia di illusioni e delusioni, di tenacia, fede e perseveranza.
Questo commovente film gallese vi accenna appena con qualche cartello introduttivo, ma lo spirito che trasuda dai protagonisti é esattamente lo stesso di quei coraggiosi e incoscienti pionieri.

Viaggiare per scoprire sé stessi.

Viaggiare per riscoprire le proprie origini.

La giovane gallese che segue il suo compagno fotografo in Patagonia soffoca nel tradimento il dolore della scoperta della propria infertilitá, per poi rifugiarsi nella ricerca, fine a sè stessa, di una remota localitá andina.
L’anziana signora che abbandona la Patagonia per ritrovare la fattoria da cui partì sua madre, nel nord del Galles, é alla disperata ricerca di un’identitá perduta, imprigionata nello sguardo nostalgico di sua madre.
Passato, presente e futuro si incrociano continuamente nella grande metafora della Vita…
Un film interessante, che strizza l’occhio ai sognatori e ai cultori dell’on-the-road, con una azzeccata colonna sonora e qualche piccolo tocco stilistico che sfocia nello psichedelico, pur senza mai distrarre eccessivamente.
Il resto lo fanno i paesaggi incantevoli della Patagonia, che riempiono il cuore di una straripante, gioiosa solitudine.

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