Recensione su Passioni e desideri

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28 Ottobre 2013

Liberamente ispirato a Girotondo di Arthur Schnitzler, ne conserva l’immediatezza di certi scambi (soprattutto nella parte inziale, le battute rapide richiamano alla mente il testo di Schnitzler) ma il paragone finisce qui.
L’operetta di Schnitzler punta molto sulla sessualità (l’accoppiamento dei protagonisti di ogni atto è la chiave di volta di un’opera che punta sull’istintualità e sul sesso più che su ogni altro aspetto). Letto oggi, Girotondo non dice granchè (forse perchè lo spiattellamento mediatico e l’accento posto su un certo genere di rapporto sessuale ci ha abituati a questo tipo di scandalo) per cui Meirelles ha dovuto costruire una tipologia di personaggi diversa e collocarla in situazioni moderne. L’insieme che ne risulta non soprende e rimane molto in superficie. Le dinamiche che mettono in relazioni i personggi sono esageratamente artefatte e le loro motivazioni sono prevedibili e banali.
Nemmeno il cast appare in forma, anzi, le performance dei singoli attori non comunicano nulla.
Edificare un film intorno ad una massima semplice (“se ti trovi davanti ad un bivio, prendilo”) non è facile perchè il rischio di incorrere in ovvietà e semplificazioni è alto. Cimentarsi non sempre è necessario.

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