Recensione su Pas de deux

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Pas de Deux / 19 Maggio 2020 in Pas de deux

E’ impossibile non rimanere ipnotizzati di fronte ad uno degli ultimi capolavori di Norman McClaren, “Pas de Deux”. La danza viene scomposta in ogni suo movimento, rallentata fino all’inverosimile, fino a rendere ogni passo una suggestione, un’impressione che lascia nello spettatore un costante senso di stupore. La danza viene messa in risalto anche grazie ad un’illuminazione particolarissima: l’uso delle luci e delle ombre in questo cortometraggio canadese è forse un unicum in tutta la storia del cinema(solo Lynch in Eraserhead, con obiettivi completamente opposti, arrivò a qualcosa di simile).
E’ incredibile l’attenzione di McClaren verso i corpi dei due protagonisti: due corpi che sembrano unirsi, prendere il volo e duplicarsi all’infinito grazie alla serie di specchi posti dietro i due ballerini. Inoltre, anche la musica aggiunge alla rappresentazione una lasciva sensualità che non può che ammaliare lo spettatore(il legame tra musica ed animazione in questo lavoro è inscindibile).
Lo stesso McClaren considerò Pas de Deux uno dei suoi esperimenti più riusciti: non posso che concordare e consigliarlo a tutti coloro che non l’hanno mai visto.

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