Siamo surfisti ma non è per bombare, no / 25 Settembre 2016 in Escobar
Nick va insieme al fratello e ad altri bolsi canadesi zarri a vivere insegnando surf su una spiaggia colombiana. Già si deduce che il ragazzo, et les amis non plus, non è proprio una cima. Ma dai, son canadesi, che vuoi. I canadesi vengono perculati da tutti. Si innamora di una gnocca local, che tipo costruisce ospedali e srotola manifesti big size con il faccione di sto signore coi baffi. Amorèvvero, partono i 3MSC e lei lo invita a conoscere lo zio, che gioca coi bimbi nella piscina della villa superfica. Che risolve i problemi e canta canzoni d’amore. Lentamente, molto perché appunto Nick è un po’ ciula, comprende che lo zio, sig. Escobar, è il simpatico supernarcotrafficante che sta facendo scoppiare praticamente una guerra civile in Colombia negli anni ‘90. Gli anni di Tino Asprilla e Valderrama e i suoi capelli (c’è un bellissimo semidoc su Escobar e il calcio di quegli anni, di cui non ricordo il titolo ma se vi interessa sappiate che c’è). Ma qui non c’entra un ca**o, perché narcos ma anche romance, e loro si lovvano tanto <3 e come facciamo a fuggire senza che lo zio ci incapretti et similia? Proprio ora che ha dato a Nick l’ultima missione, nascondere parte del suo tesoro. Il problema è chiaramente troppo complesso, per la mente canadese di Nick (e della sua guapa fiancée), il quale recita seguendo la scuola Accorsiana, nel senso che tiene per tutto il film una faccia spaventato EH? non ho capito wtf. Tutte a lui, oh. Contraltare, il confronto tra i due è fin un po’ impietoso, Del Toro col suo sguardo limaccioso che da corpo a Escobar, senza soluzione di continuità alternando le due facce, quella buona da pater familias ma che vorrebbe essere addirittura padre della patria, comprando l’amore dei poveri con i soldi della coca, e quella di narcoboss che sai com’è, è un mestiere di me**a, sei sempre lì a dover decidere quanti farne ammazzare, e chi sgarra e chi no, e insomma, tutto sto sangue poi va pulito e non si finisce mai. Uno sbatti! E una patologia, e contraddizione continua, che danno corpo al personaggio. Dall’altro lato, la storia d’amore tra i due è così stupid… ehm, canadese. Andrea Di Stefano, tizio italiano misconosciuto, prima solo attore di film non indimenticabili, dissemina il suo esordio di dettagli e scelte registiche ricercate e non ovvie e nemmeno inutili. Non so, il pallone bucato in fondo al torrente – pallottola più o meno. Alla fine Nick si conferma pollo. O canadese.
Domanda da pollo (anche se non sono canadese), giusto per fare due chiacchiere: hai visto o stai seguendo la serie tv Narcos? Con le debite differenze legate al tipo di produzione di cui sono rispettivamente protagonisti, quale Escobar ti piace/convince di più? Wagner Moura o Benicio?
P.s.: il documentario di cui parli potrebbe essere Los dos Escobar? https://vimeo.com/124696561
@stefania purtroppo non vedo serie tv 🙁 e lo uso anche come forma di snobismo. In realtà se avessi tempo probabilmente le vedrei. Però le odio, perché tutti ne parlano quindi so tutto di roba che non ho mai visto :/
Sì era quello! Certo che la versione in solo spagnolo magari non è proprio a portata di tutti, però mi era piaciuto molto. Ovvio che si deve aver seguito almeno un po’ il calcio, e ricordarsi quei giocatori e la vicenda escobar ai mondiali, altrimenti forse è meno bomba.