Quando Fincher osa poco / 28 Agosto 2020 in Panic Room
Buona tensione, ma, stavolta, mi pare a che, al netto di molti virtuosismi tecnici (vedi, i lunghi piani sequenza in computer graphic), dal punto di vista del racconto Fincher abbia osato poco e non mi ha convinto molto nella definizione dei dettagli.
Per esempio, perché accennare a una possibile claustrofobia del personaggio della Foster e, poi, non sfruttarlo? Analogamente, perché parlare della “paura del buio” del personaggio della Stewart, se, poi, ai fini narrativi non serve a niente?
Anche l’eccessiva linearità della trama e la prevedibilità dell’esito, pur “gradevole”, è un punto leggermente a sfavore del film, per quel che mi riguarda.
Però, mi è piaciuta una cosa: l’avidità (e la stupidità) del personaggio di Jared Leto. Pur potendo contare su un’eredità certa e comunque ben pasciuta, infatti, brama il bottino completo, perdendosi e condannandosi completamente.
