Recensione su Pacific Rim

/ 20136.7359 voti

Solito e diverso blockbuster / 29 Ottobre 2016 in Pacific Rim

Arrivo un po’ tardi a parlare dell’ultima opera cinematografica di Guillermo del Toro. Che dire. Lo spettacolo è stato di un livello assoluto per le quasi due ore di durata del film, e non è nemmeno azzardato arrivare ad affermare che con “Pacific Rim” si sia raggiunto il massimo fino ad oggi nella perfezione degli effetti digitali e di computer grafica: ci sono enormi robottoni alti come palazzi e dinosauri simil-godzilla che si danno battaglia a suon di ca**otti, coltellate, sciabolate e bombe, ma sembra tutto vero, percettibilmente autentico. È una realizzazione estetica impeccabile. E sotto questo punto di vista il blockbuster “Pacific Rim”, perché di questo si tratta, funziona. Forse basterebbe. Un tempo, qualche decennio fa, probabilmente la dimensione ludica e visiva sarebbe bastata, e a poco importava la storia, che aveva comunque i suoi punti di interesse dentro la sua seppur naturale e convenzionale, ma necessaria, struttura evolutiva della narrazione. Oggi no. La storia ci interessa (almeno mi interessa), e anche tanto. Ma senza pretendere da questa chissà quali riflessi metafisici o riscontri filosofici; non importa se metta in moto o meno il cervello, può anche lasciarlo spento, mi so accontentare anche solo di una bella dose di adrenalina e divertimento. Però basta con la solita minestra, con la solita, sempre uguale, storiella, quella appunto che già si vedeva decenni fa, ed è rimasta tale uguale fino ad oggi, per questo genere di film. Cervello spento sì, ma pretendo originalità, qualcosa di accattivante: voglio sobbalzare dalla poltrona non solo per un effetto incredibile, per uno scontro mozzafiato, per una battaglia epica, ma anche per un’attesa narrativa che viene completamente ribaltata, per un po’ di suspense, per una sorpresa improvvisa. Senza inventare chissà cosa: ma solo una semplice sceneggiatura un tantino più costruita, lavorata, che sicuramente non intaccherebbe la natura del prodotto, ma che, anzi, lo renderebbe un qualcosa di ancora più eccezionale.
Questo è. Strano che un regista come Guillermo del Toro, dallo stile particolare e più propriamente autoriale accettasse la sfida o l’impegno di realizzare un blockbuster di questa portata. Risulta meno strano se pensiamo alla materia trattata: robot giganti, i Jaeger, che combattono i mostri alieni che vogliono invadere la terra, i Kaiju. Mostri e creature fantastiche che sono una vera e propria passione del regista messicano. La prova quindi era accattivante: e la visione di conseguenza da non perdere, se parliamo, come in questo caso, di un regista comunque affermato e apprezzato anche dalla critica (e dal sottoscritto). Il risultato che ne esce l’ho già ampiamente riassunto poche righe sopra. Tuttavia “Pacific Rim” è un blockbuster che seppur con il solito plot banale e scontato alla base (buoni contro cattivi, alieni che invadono la terra e simili a Godzilla con un tocco dei dinosauri di Jurrasic Park, l’eroe che salva il mondo, l’esercito che si mobilita, esercito nel quale ci sono sempre i solito scienziati mezzi pazzi che fanno la loro parte importante e alla fine indispensabile per il completamente della missione, bomba nucleare, qualche sacrificio che ci sta sempre bene, e vissero felici e contenti) sa anche di diverso, di nuovo: un diverso che piace, e che deriva sicuramente dalla mano sapiente del suo regista. Del Toro è autorevole nel rappresentare gli scontri con un crescendo di spettacolarità e di intensità unico, ma soprattutto è la sua sempre misteriosa, quanto intrigante, e profonda fantasia che riesce a dipingere in modo del tutto originale il suo immaginario di mostri e robot, sullo sfondo di un’ambientazione quasi sempre notturna, fatta di colori e luci improvvise. Ma è nella storia della protagonista femminile, pilota e copilota del Jaiger, anch’esso protagonista della salvezza del pianeta, che riconosciamo il vero del Toro: la sua attenzione, misurata in inquadrature allo stesso tempo intimiste e sofisticate, curate e spiazzanti, al mondo dei bambini, e il loro confrontarsi con entità fantastiche, fiabesche, che siano cattive o buone. È in quel flashback che troviamo lo “scontro” per eccellenza del film.
“Pacific Rim” è sicuramente un film da vedere. Al cinema. Perché ci riconcilia con il cinema puro, delle origini, di Melies; quel cinema che realizza sogni, nello specifico di tutti coloro che sono cresciuti guardando in tv “Goldrake” e “Mazinga”. È un cinema che va perfezionato. Ma è un cinema di cui sentiamo, comunque sia, un necessario e sempre crescente bisogno.

Lascia un commento