23 Recensioni su

Pacific Rim

/ 20136.7359 voti

per amatori esigenti / 14 Marzo 2019 in Pacific Rim

Guillermo Del Toro, Mecha giganti in stile Anime, mostroni interspazioni alla Godzilla… un film che nonostante la sceneggiatura piatta ed i dialoghi pressochè nulli si deve lodare a prescindere. Peccato il sequel sembra abbia seguito un percorso diverso.

io amo Evangelion / 1 Ottobre 2018 in Pacific Rim

E del Toro con questo film voleva davvero che qualcuno ci vedesse autorialità?
Va bene l’ispirazione ma copiare così palesemente Evangelion mi sembra un po’ troppo.
E’ un film senza mordente paragonabile alla miriadi di lungometraggi sulla fine del mondo, alieni mostri. Nessuno mi ridarà i soldi e il tempo perso nel vedere ciò. Eppure ci avevo sperato, da ex bambino appassionato di robottoni,avevo adorato il labirinto del fauno ma invece niente.
Citando Fantozzi “questo film è una cagata pazzesca”

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Buona la prima… / 26 Luglio 2018 in Pacific Rim

La terra invasa da strani alieni che vogliono conquistare il pianeta.
La trama è scontata ma non nego che lo sviluppo e la spettacolarità degli effetti è molto valida.
Piacevole e per nulla noioso.
Ho solo paura di una cosa: ne sono usciti degli altri…
Ad maiora!

Solito e diverso blockbuster / 29 Ottobre 2016 in Pacific Rim

Arrivo un po’ tardi a parlare dell’ultima opera cinematografica di Guillermo del Toro. Che dire. Lo spettacolo è stato di un livello assoluto per le quasi due ore di durata del film, e non è nemmeno azzardato arrivare ad affermare che con “Pacific Rim” si sia raggiunto il massimo fino ad oggi nella perfezione degli effetti digitali e di computer grafica: ci sono enormi robottoni alti come palazzi e dinosauri simil-godzilla che si danno battaglia a suon di ca**otti, coltellate, sciabolate e bombe, ma sembra tutto vero, percettibilmente autentico. È una realizzazione estetica impeccabile. E sotto questo punto di vista il blockbuster “Pacific Rim”, perché di questo si tratta, funziona. Forse basterebbe. Un tempo, qualche decennio fa, probabilmente la dimensione ludica e visiva sarebbe bastata, e a poco importava la storia, che aveva comunque i suoi punti di interesse dentro la sua seppur naturale e convenzionale, ma necessaria, struttura evolutiva della narrazione. Oggi no. La storia ci interessa (almeno mi interessa), e anche tanto. Ma senza pretendere da questa chissà quali riflessi metafisici o riscontri filosofici; non importa se metta in moto o meno il cervello, può anche lasciarlo spento, mi so accontentare anche solo di una bella dose di adrenalina e divertimento. Però basta con la solita minestra, con la solita, sempre uguale, storiella, quella appunto che già si vedeva decenni fa, ed è rimasta tale uguale fino ad oggi, per questo genere di film. Cervello spento sì, ma pretendo originalità, qualcosa di accattivante: voglio sobbalzare dalla poltrona non solo per un effetto incredibile, per uno scontro mozzafiato, per una battaglia epica, ma anche per un’attesa narrativa che viene completamente ribaltata, per un po’ di suspense, per una sorpresa improvvisa. Senza inventare chissà cosa: ma solo una semplice sceneggiatura un tantino più costruita, lavorata, che sicuramente non intaccherebbe la natura del prodotto, ma che, anzi, lo renderebbe un qualcosa di ancora più eccezionale.
Questo è. Strano che un regista come Guillermo del Toro, dallo stile particolare e più propriamente autoriale accettasse la sfida o l’impegno di realizzare un blockbuster di questa portata. Risulta meno strano se pensiamo alla materia trattata: robot giganti, i Jaeger, che combattono i mostri alieni che vogliono invadere la terra, i Kaiju. Mostri e creature fantastiche che sono una vera e propria passione del regista messicano. La prova quindi era accattivante: e la visione di conseguenza da non perdere, se parliamo, come in questo caso, di un regista comunque affermato e apprezzato anche dalla critica (e dal sottoscritto). Il risultato che ne esce l’ho già ampiamente riassunto poche righe sopra. Tuttavia “Pacific Rim” è un blockbuster che seppur con il solito plot banale e scontato alla base (buoni contro cattivi, alieni che invadono la terra e simili a Godzilla con un tocco dei dinosauri di Jurrasic Park, l’eroe che salva il mondo, l’esercito che si mobilita, esercito nel quale ci sono sempre i solito scienziati mezzi pazzi che fanno la loro parte importante e alla fine indispensabile per il completamente della missione, bomba nucleare, qualche sacrificio che ci sta sempre bene, e vissero felici e contenti) sa anche di diverso, di nuovo: un diverso che piace, e che deriva sicuramente dalla mano sapiente del suo regista. Del Toro è autorevole nel rappresentare gli scontri con un crescendo di spettacolarità e di intensità unico, ma soprattutto è la sua sempre misteriosa, quanto intrigante, e profonda fantasia che riesce a dipingere in modo del tutto originale il suo immaginario di mostri e robot, sullo sfondo di un’ambientazione quasi sempre notturna, fatta di colori e luci improvvise. Ma è nella storia della protagonista femminile, pilota e copilota del Jaiger, anch’esso protagonista della salvezza del pianeta, che riconosciamo il vero del Toro: la sua attenzione, misurata in inquadrature allo stesso tempo intimiste e sofisticate, curate e spiazzanti, al mondo dei bambini, e il loro confrontarsi con entità fantastiche, fiabesche, che siano cattive o buone. È in quel flashback che troviamo lo “scontro” per eccellenza del film.
“Pacific Rim” è sicuramente un film da vedere. Al cinema. Perché ci riconcilia con il cinema puro, delle origini, di Melies; quel cinema che realizza sogni, nello specifico di tutti coloro che sono cresciuti guardando in tv “Goldrake” e “Mazinga”. È un cinema che va perfezionato. Ma è un cinema di cui sentiamo, comunque sia, un necessario e sempre crescente bisogno.

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15 Giugno 2015 in Pacific Rim

Non ho mai amato i robot, ne’ Del Toro, ma questo film mi ha fatto rivalutare tantissimo entrambi xD tralasciando alcune lacune nella storia, il tema Lovecraftiano dei mostri che arrivano dal fondo degli oceani non può non appassionare chi apprezza il genere. Tutto il film si è rivelato piacevole, senza mai arenarsi o diventare noioso, merito anche dei personaggi, tutti molto piacevoli e ben interpretati (per quanto un filino stereotipati).
Ma nonostante queste piccole pecche il film rimane molto bello, mi ha coinvolta tantissimo.

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8 Aprile 2015 in Pacific Rim

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ho deciso di vedere Pacific Rim al cinema, e possibilmente in 3D, più o meno a metà del trailer: non avevo capito affatto di che cosa parlasse (era in inglese e molto concitato), tranne che sembrava un mix tra Evangelion e Godzilla e questo mi è bastato per avere aspettative altissime.
Che sono state ampiamente ripagate.
Lo dico chiaramente: sono entrata nel cinema con l’intenzione di vedere dei robottoni che si picchiavano fortissimo con dei mostri, la trama era un aspetto nettamente secondario, e sono rimasta estasiata per il primo punto e piacevolmente sorpresa per il secondo.

L’esperienza non è iniziata nel modo più esaltante… ci siamo persi il prologo a causa di un problema con la pellicola: non funzionavano gli occhiali 3D, e mentre si cercava di avvisare qualcuno il film continuava. Speravo che avrebbero ricominciato da capo, ma a quanto pare i primi cinque minuti me li vedrò a casa.
La trama è semplice: gli alieni attaccano dall’oceano. Una premessa un po’ strana, ma dopo aver visto una foresta-drago che attacca la Terra dalla Luna sono fondamentalmente aperta a tutto. Gli umani, per contrastarli, creano gli Jaeger, mecha guidati da due piloti in connessione neurale che combattono come una sola persona. Poi però Kaiju imparano non solo a contrastare i robot, ma soprattutto che se attaccano a ripetizione non c’è il tempo di ricostruitli. E quindi noi, nel film, assistiamo all’ultimo contrattacco, quello che se fallisce siamo morti perchè non c’è più fisicamente nessuno a poter combattere.
Il film è costruito in modo molto intelligente, come un lungo tributo ai film e agli anime di distruzione di massa (specialmente giapponesi): è di base possibile prevedere il 90% del film… e la cosa non mi ha dato minimamente fastidio perchè era troppo figo da guardare. Insomma, Del Toro ha dimostrato di sapere perchè e per come i classici espedienti narrativi funzionano, e che se sei consapevole di quello che stai facendo è possibilissimo costruire un film divertente anche se non ha plot twist ogni cinque secondi e mezzo.
Tra l’altro è stato bravissimo con i personaggi: il film non vuole (e non può) approfondirli tutti. Quindi come fare a rendere interessanti anche i poveracci di contorno? Semplice: li fai stilosissimi ed esageratissimi.
Poi certo, ci sono anche i protagonisti che se la cavano alla grande, grazie ad una sceneggiatura che non cerca di strafare e a buoni attori: Charlie Hunnam, che interpreta il protagonista Raleigh, l’avevo visto un po’ in Sons of Anarchy e si è confermato parecchio in gamba. Idris Elba è un grande e già lo sapevo. Rinko Kikuchi non l’avevo mai sentita nominare, ma è convincente come Mako, personaggio di cui parlerò tra poco.
Insomma, i personaggi sono scritti in modo intelligente, spesso con tratti da caratterista quando non in primo piano, ma fortunatamente non macchiesttistici.
A colpirmi di più è stata Mako Mori, la protagonista femminile. Un po’ perchè è uno dei personaggi di cui vengono spiegate meglio le motivazioni, ma soprattutto per come è stata trattata dagli sceneggiatori: Mako è una delle pochissime protagoniste adulte a non essere sessualizzata in nessun modo. Che sia una donna non ha nessuna rilevanza per la trama: Mako è per prima cosa un soldato, e come tale viene trattata. Sono in primo piano le sue capacità, non le sue tette.
Mako non è l’anello debole della catena, né la soluzione a tutti i problemi: è il pilota con più talento, ma anche quello con meno esperienza, e pertanto riesce a spiccare solo se affiancata a qualcuno di più esperto. Quando Raleigh mena a sangue un pilota che l’ha insultata non lo fa quando la chiama novellina o incapace, ma quando le da della sgualdrina. Quando la insulta perchè è una donna.

Alla fine, però, la parte più appagante del film sono i combattimenti: sono realistici da morire, ci credi davvero che abbiano costruito dei robottoni del genere per girare il film. Sono bellissimi, e si rompono un sacco quando combattono. Gli alieni anche sono parecchio fighi, e hanno dei nomi in codice tamarrissimi. E se le danno di santa ragione, senza badare ai danni collaterali, e le scene sono girate in modo che riesci a capire tutto quello che sta succedendo, tutti i colpi che vengono sferrati, e con la profondità del 3D sembra quasi di essere lì davvero.
Poi certo, buchi di trama ce ne sono, e non vincerà mai l’oscar come miglior film, ma come ho detto è un film con dei robot giganti che combattono contro dei mostri alieni. Il suo lavoro lo fa più che bene. E poi c’è la colonna sonora che merita tantissimo.

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15 Settembre 2014 in Pacific Rim

Ammetto la mia ignoranza: non sono esperta di manga, né di anime. Anzi, sono proprio del tutto a digiuno, le uniche cose vagamente nipponiche che ho visto nella mia vita sono Rossana, Lamù, Le Tartarughe Ninja e qualche film di Miyazaki. 
Detto questo mi sono avvicinata a questo film su consiglio di mio cugino, che mi ha detto (e sto citando). “Praticamente c’è una breccia in mezzo al Pacifico da cui escono mostri. Allora cosa fa l’umanità per fermarli? Crea dei mega-robot per combatterli. E avanti così, per due ore.”


Così mi sono avvicinata con questo spirito: due ore di scazzottate tra mostri e robot. Niente di più. Ma è di dovere dire che gli effetti speciali sono grandiosi e si CAPISCE quello che succede, non come in Transformers che ho avuto lo (s)fortuna di recuperare dopo Pacific Rim, dove invece non riesci a seguire i combattimenti perché non si vede cosa sta colpendo chi e dove.

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Il voto sarebbe un 6.5 / 28 Agosto 2014 in Pacific Rim

Discreto film d’azione con protagonisti i Kaiju.
“I fratelli di Godzilla” sbucano dalle profondità oceaniche per attaccare il nostro pianeta; invece che ambientare il film all’inizio della loro comparsa, Del Toro decide di ambientarlo quando la situazione sembra compromessa.
Per ostacolare questi mostri, sono stati creati dei Robot che interagiscono mentalmente con i piloti, questi robot sono chiamati Jaeger (cacciatori). Raleigh Becket e suo fratello sono tra i piloti migliori ma un Kaiju di categoria III li sorprenderà battendo il loro Jaeger.
La vicenda si sposta poi anni dopo con un occasione di riscatto per Raleigh che sarà affiancato da una ragazza giapponese, anche lei con un passato luttuoso alle spalle (ma non troppo, intendo non troppo alle spalle).
Interessante l’idea di partenza per gli Jaeger, ma viene poco approfondita lasciando maggior spazio ai combattimenti tra Jaeger e Kaiju. I combattimenti, onestamente, mi stanno un pò annoiando (come già successo con Godzilla e in parte con Transformers, ho dei momenti di abbiocco durante queste scene).
Il film comunque è discreto e abbastanza appassionante; cast poco conosciuto, cito Idris Elba (il comandante dei Jaegers) visto nel telefilm Luther e in Thor. Immancabile Ron Perlman (nei panni del mercante di materiale dei Kaiju), attore feticcio di Guillermo Del Toro (Hellboy).

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Oggi cancelleremo l’Apocalisse! / 2 Luglio 2014 in Pacific Rim

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Mi sono avvicinata a Pacific Rim con lo spirito del lieve interesse/lieve scetticismo, più con un approccio del tipo “sembra figo dai, andiamo a vedere qualcosa di nuovo” che una vera passione per i “robottoni” da anime anni ’80 (non ho neppure mai finito Evangelion, per dire), che sembrava spingere gran parte dei miei amici e conoscenti. A causa di varie circostanze non sono riuscita neppure a vederlo al cinema la scorsa estate, ma la cosa non mi aveva toccata più di tanto. Pazienza, lo recupererò, mi ero detta. Poi, c’è stata la serata di novembre in cui io e la mia migliore amica lo abbiamo visto lì, tra i dvd del videonoleggio, e l’idea “dai, vediamo com’era veramente questo fantomatico Pacific Rim” ci ha spinte a prenderlo… da lì è scoccata la scintilla.

Intanto, la regia: Guillermo del Toro non è tipo da lanciare l’esca e poi scontentare i suoi fan. L’ho apprezzato con Il Labirinto del Fauno, l’ho amato in Hellboy e anche in PR la sua ripresa impeccabile e il suo gusto per gli scenari cupi, pieni di speranza e insieme di distruzione, da “fiaba oscura”, mi ha immediatamente conquistata. Non è possibile pretendere realismo da un film in cui dei mega-robottoni alti come palazzi distruggono mostri marini altrettanto grossi, ma Del Toro cosa fa? Lui inserisce situazioni fuori dall’ordinario in un contesto realistico e le tratta come se fossero quotidiane, credibili, senza esagerazioni e soprattutto senza perdere un attimo il ritmo, dando allo spettatore esattamente quello che vuole (un po’ come fanno i film Marvel): battaglie, personaggi tosti, una storia semplice ma snodata con cura, buone motivazioni per la lotta, effetti speciali che ti fanno saltare dalla sedia per lo stupore e che ti coinvolgono fino in fondo. Non penso serva altro ad un film d’azione/sci-fi degno di questo nome, certo non si può pretendere uno studio dei personaggi e delle loro problematiche della durata di ore, il film perderebbe la sua forza e cambierebbe genere.
Parlando del cast, non capisco le lamentele riguardanti la non-professionalità degli attori: abbiamo una Rinko Kikuchi (candidata all’Oscar come Migliore attrice non protagonista nel 2006) timida ma combattiva e, soprattutto, dotata di una grande forza interiore che si sviluppa durante il film in un climax ascendente; un Charlie Hunnam eroe ma coi suoi traumi, deciso a superarli e a legarsi alla sua nuova co-pilota, spinto da una forza che arriva direttamente dal loro legame; un Idris Elba carismatico, forte, votato al sacrificio ma anche pronto a comportarsi da “padre preoccupato” una volta che scoprirà le reali intenzioni di Mako. Tutti ben caratterizzati, tutti fantastici. Anche i personaggi di supporto, per quanto si vedano poco, regalano dei momenti indimenticabili (Ron Pearlman/Hannibal Chau su tutti, insieme a Charlie Day/Newton Geiszler e Burn Gorman/Hermann Gottlieb) e qualche accenno di tematica conflittuale padre/figlio con Max Martini/Hercules Hansen e suo figlio Rob Kazinsky/Chuck. Ma è l’idea di far guidare il robot a due piloti legati da un ponte neurale, secondo me, quella più azzeccata del film: il rapporto che si crea tra i due, che siano sposati, fratelli gemelli, padre e figlio oppure due sconosciuti che si trovano per caso ad essere “compatibili” apre la strada a tantissime interpretazioni davvero belle, che vanno dalla semplice amicizia all’amore, fino a quel legame un po’ astruso un po’ visibile in tanti modi diversi che è quello tra “anime gemelle”. Non vi aspettavate che un film di robottoni e mostri facesse riflettere anche sui sentimenti, eh? E invece va così. Chi vorrà vedere solo le battaglie guarderà quelle, chi vuole approfondire il lato sentimentale avrà pane per i suoi denti e si scervellerà a riflettere cosa leghi Mako e Raleigh alla fine, se “l’amore” nel senso più classico del termine, una bella amicizia o un ibrido tra le due cose, il rapporto delle “anime gemelle” appunto. L’intrepretazione è vostra.
Se aggiungiamo la colonna sonora veramente poderosa – Ramin Djawadi non si smentisce mai – e il citazionismo che pesca a piene mani da tutti i film e gli anime che Del Toro ha amato fin da ragazzino, otteniamo un film veramente bello. Un gioiellino, piacevole da guardare con gli amici fomentandosi e da riguardare da soli quante volte si vuole, divertendosi ogni volta come bambini felici.
L’unica piccola pecca che mi sento di segnalare è la scomparsa troppo rapida di Cherno Alpha e Crimson Typhoon, due Jaeger molto promettenti che fanno decisamente una brutta fine. Sicuramente era necessaria per lo svolgimento della storia, ma… è stato comunque un peccato, anche i loro equipaggi, quello russo e quello cinese, avevano parecchio potenziale. Spero che, in qualche modo, vengano recuperati per la futura serie animata che è stata annunciata per il 2017!
Tutto questo per dire che il film ha tutto ciò che può piacere ad un appassionato di sci-fi: alieni, mostri, robot, combattimenti, bei personaggi, ironia. Pacific Rim è un bel film, completo e divertente, che fa trasparire la passione che il regista ha messo nell’immaginarlo scena dopo scena, nel posticipare tanti altri progetti per dedicarsi solo a questo e metterci la firma, facendo un ottimo lavoro.
Il mio consiglio è di guardarlo senza influenze né preconcetti, con la mente libera e il desiderio di tornare bambini ed entusiasmarsi perché “i buoni” hanno appena mollato un pugno rotante ad un mostro gigantesco uscito dal mare. Chissà… potreste diventarne fan sfegatati come me – una scettica – e gioire per l’annuncio del seguito, nel 2017.

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Un piacevole incontro tra Hollywood e i robottoni / 1 Luglio 2014 in Pacific Rim

Omaggiando la fantascienza giapponese con i suoi kaiju ed enormi robot, Del Toro realizza appunto su questa base un blockbuster in grado di intrattenere per tutta la sua durata, grazie ad un buona dose di azione ed effetti speciali mescolati ad una sceneggiatura senza lode né infamia.

Azione sì… ma pessimo! 4 / 1 Giugno 2014 in Pacific Rim

Premetto che non sono amante dei film “robotici” (a parte Iron-Man… lui si!) ma questo ricorda tutti i Robot che sono passati dal cinema (Iron-Man compreso!) mettiamoci insieme un po di Godzilla (i mostri sono identici!), un pò di Goldrake e diamo tutto in mano a un regista con le palle…. che ne farà un bel blockbuster tutto azione-e-distruzione. Ok, una bella regia, ottima azione, ma pessimi attori… Due ore di noia, ho dovuto abbassare il Dolby per il fastidio…e non è da me! 4…e sono generoso!

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La trama non è tutto / 18 Dicembre 2013 in Pacific Rim

Del Toro ottimo regista fa un omaggio,in questo film, a chi da piccolo ha sognato di diventare un power ranger o uno dei piloti di Mazinga. Parlando della trama principale,è abbastanza puerile, ma questo film non va guardato per la “storia”ma per l’azione; infatti sa regalare momenti davvero interessanti .
Che dire di più? Naturalmente lo stereotipo americano è piuttosto marcato, ma ormai non c’è più da sorprendersi!

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“Tutto disintegra, quando gli girano le lame boomerang” (cit.) / 23 Novembre 2013 in Pacific Rim

Il mio disappunto nei confronti di questo film è direttamente proporzionale ai bei ricordi che ho dei cartoni jappo coi robottoni, i telefilm di Godzilla e quelli di Megaloman visti durante l’infanzia (e, di striscio, a quel poco che ho visto delle serie animate del più recente Evangelion).

Con mio non celato piacere, Del Toro ripropone tutti, ma proprio tutti gli stilemi delle epopee nipponiche sull’argomento, compreso il valore cromatico (il nero) dell’eroe supremo (dettaglio, quello del cromatismo, che, per me, rappresenta un dettaglio di non poco conto), il che non è affatto un male: bravo Guillermo. Però, caromio, questo polpettone infinito (oltre due ore) di picchiaduro, zeppo di cliché a livelli nauseabondi, mi ha annoiata moltissimo: la ridondanza di effetti non riempie un vuoto narrativo imbarazzante, vittima di semplificazioni votate al mero spettacolo. Va bene, il cinema di intrattenimento è anche questo, ma -personalmente- non amo questo genere di appiattimenti definitivi.

Un fattore che ha influenzato negativamente le mie considerazioni sul film coincide con la scarsa riconoscibilità delle forme complessive dei robot buoni e dei mostri cattivi: dei Jaeger, non ho mai colto la complessità fisica, né le differenze tra un “modello” e l’altro (negli OAV, la conformazione dei robottoni è fondamentale); ugualmente, non sono riuscita ad individuare abbastanza chiaramente l’aspetto dei Kaiju, a tal punto morfologicamente complessi da risultare non identificabili, un mash-up di pesci, iguane e dinosauri (che si riproducono come mammiferi?) con le interiora fosforescenti che tanto mi hanno fatto rimpiangere le forme “grezze” dei mostri dei film di genere giapponesi.

Inoltre, mi sono domandata: l’Europa non rientra nella geografia mentale e fisica di Del Toro?

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Un tributo ad Evangelion? / 29 Settembre 2013 in Pacific Rim

Credo che questo film debba essere destinato a determinate categorie di spettatori: gli amanti degli anime di genere mecha, gli estimatori dei film nipponici basati sui Kaiju e, categoria di cui io faccio parte, i fan della saga di Neon Genesis Evangelion.
Le analogie col capolavoro di Hideaki Anno sono infatti tantissime, ma non mi hanno portato a pensare a una sorta di plagio mal riuscito. Del Toro è bravissimo in questo film, secondo me, a dare un tributo pulito ai mecha, ai Kaiju e simili. Prodotti nipponici che hanno fatto storia. Non cerca di strafare, non va a spiaccicare sul grande schermo un qualcosa di visto e rivisto, ma ne va a dare una sua piccola interpretazione, prendendo spunto un po’ da tutte le parti e riuscendo a dare un’anima al suo prodotto.
Certo, la trama non è il massimo dell’originalità, la sceneggiatura ha qualche buco e varie forzature, la storia procede troppo spedita e senza colpi di scena di rilievo, e i personaggi sono abbastanza piatti. Ma, come ho già detto, questo film è da intendere puramente come un tributo e non è appetibile per tutti. Lo consiglio quindi alle categorie citate sopra o, comunque, a chi vuole godersi un film d’azione ricco di effetti speciali senza particolari pretese.
Nota di merito per il 3D, che una volta ogni tanto fa il suo dovere e la colonna sonora, non memorabile ma comunque abbastanza godibile.
Mi sono sentito divertito e soddisfatto quando sono uscito dalla sala. Il mio voto è un 7.

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28 Settembre 2013 in Pacific Rim

Del Toro riesce in ciò che i vari Bay, Snyder e compagnia bella possono solo sognarsi, si abbassa al loro livello e dimostra come fare Cinema di genere. La pupù rimane sempre pupù, ma stavolta la puzza si sente decisamente meno.

LA BRECCIA DEL PACIFICO / 26 Settembre 2013 in Pacific Rim

Guillermo del Toro ci ha abituato ad una serie di universi, che tra loro comunicano, attraverso spiragli, attraverso nebulose, e per l’appunto, brecce. Nelle opere di questo talentuoso regista messicano, infatti, i fantasmi possono essere sepolti nei meandri di orfanotrofi (“La Spina del Diavolo”), nei castelli abissali di Mondi Antichi (“Il Labirinto del Fauno”), oppure possono addirittura assumere le fattezze di vampiri cannibali (“Blade II”): il suo è un orrore che gioca sempre con la Fantasia più sfrenata, talora più favolistica o più malinconica, se non propriamente ironica e giocosa (ed è il caso ovviamente di “Hellboy”). L’interconnessione tra le molteplici dimensioni figurali, insomma, si rivela fortissima.
Ed ecco che proprio con “Pacif Rim”, ancora una volta, tale intreccio non viene meno. Qui il tributo alla tradizione giapponese risulta finanche superfluo (“Evangelion” in primis, assieme a tutta la precedente mitologia robotica del Sol Levante, senza trascurare l’inquietante cinematografia dei Kaiju, i tipici mostri colossali, in particolar modo Godzilla), ma al contempo recupera idee antecedenti dello stesso Del Toro, riallacciandosi finanche alla teogonia demoniaca di H. P. Lovecraft. Il risultato è insomma un film molto meno “americano” di quello che possa apparire (giacché non lo è affatto). E il potenziale visivo, la carica dei colori, l’originalità suggestiva, sono quanto mai sbalorditive.
La storia si snoda con una logica perfetta da favola, ma ad un livello squisito, facendoci dimenticare che in realtà sapremo già sin dall’inizio come tutto andrà a finire: il caleidoscopio emozionale si satura come non mai, e ci ritroviamo subito bambini, finendo con lo sperare che la fuga riesca, che la missione non fallisca, che il conto alla rovescia non s’inceppi. Narrativamente, quindi, nulla di nuovo – ma nelle intenzioni dei due sceneggiatori, Travis Beacham e appunto Del Toro, non vi era quella di mirare all’originalità narrativa, quanto invece appunto di farci apparire come nuovo, come ancora potente, come mai invecchiato, un intimo circuito cui siamo abituati sin dall’infanzia: e i protagonisti, idealizzati, ci vengono incontro come vecchi compagni di gioco, dei quali già conosciamo le tecniche e i valori, ma della cui familiarità taciamo o fingiamo di tacere, cedendo al dolce compromesso dello spettatore.
In definitiva: la veste di effetti speciali, di fotografia, di luci e tonalità del colore, di coreografia dei combattimenti, svetta altissima. Gli interpreti sono adeguati (ed il delizioso quanto immancabile cameo di Ron Perlman, attore-feticcio di Del Toro, risulterà decisamente gustoso per gli appassionati). Le musiche compiono il loro lavoro senza infamia, ad un livello discreto e sopra la media. La sceneggiatura è scritta bene, con dialoghi mai cafoni, volgari o banalmente trash: un climax costellato di flashback ben calibrati (quelli di Mako Mori), e di una psicologia che, ordinaria, non tradisce se stessa, rivelandosi coerente e plausibile.
Il voto, in realtà, sarebbe un 7 e mezzo.

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24 Agosto 2013 in Pacific Rim

Il cinema disimpegnato è uno dei “generi” più difficili da affrontare, e molto raramente se ne esce fuori con più dignità di quanta se ne avesse entrandoci. Del Toro, con il suo Hellboy, era riuscito a creare un mondo fascinoso alla sua maniera,completamente assoggettato alle sue belle regole gotico-fumettistiche. Inoltre una delle cifre stilistiche del regista è sempre stata “l’artigianalità” del “manufatto” filmico, così ben fatto da ammaliare molti. In Pacific Rim tutto questo è nascosto, e spunta a compromessi. La macchina si inceppa, e tra spunti di matrice giapponese, dialoghi e situazionismi americani, personaggi che faticano a trovare un posto nello stesso film, il solo intrattenimento che ci rimane sono gli effetti speciali, i combattimenti titanici e la regia impeccabile che ce ne fa godere. Troppo poco comunque per un Autore ben al di sopra del mucchio, che dirige un film che non si distingue da molti di quei blockbuster che al giorno d’oggi girano a piede libero.

Bello il lungo intro, prima dei titoli di testa, apprezzabile lo sforzo di congedare i due protagonisti sul finale con un semplice abbraccio.

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28 Luglio 2013 in Pacific Rim

The Pacific Rim.
Il “The” è così, tanto per, e diciamocelo pure: fa figo.

Tutto è iniziato con un dibattito all’università fra me e un prof. Un po’ perché il “filone robot” è una delle cose mancanti della cultura giapponese, tanto che l’anno scorso da Tokyo sono stato l’unico stronzo a non riportare un Gundam, un po’ perché tutti lo smer°avano (Dai nerd con la L maiuscola agli esperti cinefili) i presupposti per andare erano davvero pochi.

Poi però mi sono ricordato di essere un cazzaro parlante di Cinema e quindi ieri, armato di buona volontà, dei soldi rubati dalla pensione di nonna ed accompagnato dalla mia ragazza sono andato a vedere Pacific Rim. Senza “the” questa volta.

Regia Guglielmino Del Toro.
posti in sala 198.
13 occupati.

Chi si è lamentato di questo film probabilmente dimentica di aver visto pellicole con uomini in calzamaglia dotati di superpoteri, film con sessantenni pompati i quali dovrebbero fare viaggi culturali in giro per il mondo invece di sparare da una ca**o di smart (se ci sono fan nella pagina con una smart, sappiate che vi odio, rubbatori di parcheggi) girati peggio, con più errori e soprattutto senza robot. Questo film non è un film brutto, badate bene non è nemmeno bello per carità ma si lascia guardare. Smettetela di lamentarvi se pretendete di trovare un film di spessore, psicologico, neorealista, sulla crisi missilistica di Cuba o sulla spartizione del mondo durante la guerra fredda, entrando nella sala che trasmette P.R. E lo non nego, le mie aspettative sono state un pochino deluse, dalle tutine alla Daft Punk dei protagonisti passando per scene a mio avviso eliminabili tipo la presentazione di Hannibal Chaou (Ron Pearlman), approdando alla mancanza di capacità recitativa del protagonista, a parte scoattarsela non fa nulla, e degli altri amichetti o peggio tutta una sequenza sentimentale.
E’ un film con gli effetti speciali a manetta, un film con una giapponesina dai capelli orribili, dove Russia, Giappone, Cina, Australia e America abbandonano dissapori per fronteggiare dei mostri giganti. L’azione.
L’azione, le esplosioni, le demolizioni di palazzi (ci si chiede se gli stessi buoni fronteggiando i Kaiju non abbiano fatto anche loro una decina di migliaia di morti) viene spalleggiata da qualche scena comica leggermente fastidiosa ma che nel contesto neanche sta troppo male. Se entrate in sala con aspettative alte rimarrete delusi ma alla fin fine l’ho trovato carino e non mi sento di sme**arlo, pur non guardando spesso questo genere di film non credo che il titolo in questione sia la Morte o il Male assoluto.

L’idea delle falde da dove escono i mostri è buonissima. Dimenticatevi gli alieni provenienti dallo spazio profondo, la serpe ce l’abbiamo in seno.

Note del Don.
Se vi state chiedendo perché l’Italia non sia fra le grandi potenze contro i Kaiju la risposta non è nel mal governo del nostro Paese bensì per il semplice fatto che non ci affacciamo sul Pacifico.
L’ho realizzato la notte passata è stato un duro colpo.

DonMax

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MIWA LANCIAMI I COMPONENTI! / 26 Luglio 2013 in Pacific Rim

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

MIWA LANCIAMI I COMPONENTI!
Mancava solo questo a Pacific Rim. Mettiamo in chiaro subito alcune cose:
a) Non vi siete persi una puntata di Gundam/Goldrake/Evangelion (e chi più ne ha più ne metta …)? You’re welcome!
b) Eravate seduti in sala quando il 3 novembre 1954 fece la sua comparsa per la prima volta il “Re dei Mostri” Godzilla? You’re Welcome!
c) Pensate di guardare un film scientifico con “spiegoni” alla Quark, tutto preciso sul perché o sul per cosa? Avete sbagliato sala …
Pacific Rim è puro intrattenimento ma fatto veramente bene. A volte potrà sembrare un “tantino” stereotipato ma è evidentissimo che è un chiaro omaggio di un appassionato del genere Mecha VS Monsters (cinema, anime, manga). Ad ogni modo: una razza aliena ha creato un ponte tra il loro mondo e il nostro nel pieno dell’Oceano Pacifico da cui spuntano mostri enormi: i Kaiju. Fin dalla loro prima apparizione tutta l’umanità si è unita con il solo scopo di annientarli per cui vengono costruiti dei robot altrettanto giganteschi (i Jaeger) e una (inutile) muraglia per contenere gli attacchi. Passano gli anni, gli attacchi continuano la situazione non migliora ma il Marshal Stacker Pentecost ha un ultimo piano …
Al di là dei combattimenti il fulcro della storia è un altro: i Jaeger sono mossi da due piloti contemporaneamente che, tramite una connessione neurale, condividono i propri ricordi e riescono così a muovere i robot. Questo “escamotage” muove tutta la trama sin dai primi momenti facendo confrontare i personaggi e dando alla pellicola il “cuore” e le emozioni che servono per progredire. Insomma il cervello e il cuore connessi a una scatola di metallo, mi piace pensare che sia una sorta di metafora di questa macchina meravigliosa che è il cinema e di cui Guillermo del Toro (alla regia) è un maestro. Parlando di regia, Del Toro riesce a gestire tutto alla perfezione mixando momenti action, dramma e un tantino di humour (che non fa mai male se messo al momento giusto) e che ricorda un tipo di cinema di qualche anno fa. Buona la prova degli attori in generale (su tutti Rinko Kikuchi, e Idris Elba) ma non eccelle il protagonista Charlie Hunnam fin troppo anonimo. Tra gli altri difetti una colonna sonora non all’altezza e una caratterizzazione di alcuni personaggi secondari in sostanza striminzita. Un ottimo Blockbuster estivo, insomma, che stupisce per degli effetti visivi veramente eccezionali e che non annoia.

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25 Luglio 2013 in Pacific Rim

L’idea. Il male viene dal mare.
Questo prima di tutto. Beh, poi dire il mare. È l’evoluzione, il passato e il futuro.
Comunque sia, il punto è l’idea. Perché questo è un summer movie, come io e il mio ragazzo abbiamo abbondantemente detto, un film che intrattiene, pulito, fresco. Però ce l’idea. Solitamente non c’èuna grossa pretesa fisica di partecipazione, e, sopratutto c’è molta prevedibilità. Anche qui c’è della prevedibilità, ma non è così prevedibile, ovvero, non pensi “ecco, adesso c’è questo”. No, perché intrattiene consapevolmente e fisicamente. Spero di essermi spiegata. E questo è perché c’è l’idea. Il male che viene dal mare, come dice il protagonista all’inizio del film stesso “Guardavo nella direzione sbagliata”, perché non è la solita solfa aliena, c’è la breccia. E non c’è la solita battaglia. C’è un gigantesco jeager, un cacciatore, tenuto in vita da un ponte neurale.
Può sembrare idiota tutto questo discorsone per un summer movie, ma è per motivarvi, perché davvero, merita. È un contenuto meravigliosamente riempito.
Il cast, le musiche, e l’idea. Andate, andate, andate.
Ah, una volta su chissà quante, 3D MERAVIGLIOSO.

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Disilluso.. / 20 Luglio 2013 in Pacific Rim

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Bob / 20 luglio 2013

Bho.. Critiche, recensioni, tutti entusiasti di questo film che se valutato per gli effetti speciali si merita giustamente un 8.5 ma visto nell’insieme non supera il 6.0 mi fa pensare che è proprio vero che non tutti i gusti sono alla menta… in ogni caso non mi ha appassionato: il film pur essendo in treD è di un piattume disarmante, tutti i personaggi sono sciapi e senza personalità e tanto per citare quei due scienziati buffi che probabilmente fanno il verso alle macchiette presenti in molti anime giapponesi (Rigel in atlas ufo robot per esempio) non sono buffi ma penosi.. i robottoni sono esteticamente molto belli e caratterizzati ma i combattimenti deludono perché si assiste a continue lotte corpo a corpo che (a parte la provvidenziale spada) e non mi riconducono alle lotte classiche dei manga che erano ricchi di armi spaziali bellissime spesso derivate dalle arti marziali .. inoltre a parte “Gipsy qualcosa” muoiono subito senza nessuna interazione tra di loro… inutile continuare… soprattutto perché Del Toro è uno che i film ha dimostrato di saperlo fare.
P.S. Che non mi si dica che non ci si doveva aspettare troppi riferimenti ai manga giapponesi perché Gundam l’ha nominato Guillermo, non io.

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una bomba! / 15 Luglio 2013 in Pacific Rim

Stupendo, magnifico, superlativo, straordinario. Pietra miliare della nuova fantascienza. Assolutamente da vedere per tutti gli amanti del genere.
…….
(Parentesi) Una sola cosa volevo aggiungere, più che altro perchè mi sono stancata di sentirne parlare a sproposito. Questo è diretto a tutti i saputelli che commentano senza sosta sia in sala che fuori…, prima di citare e/o vantare a sproposito similitudimi/differenze con quell’anime di nome Evangelion, guardate almeno più del primo episodio o delle immagini che girano su internet!
Perchè al cinema mi sarei dovuta sgolare per spiegare che Evangelion e Pacific Rim c’entrano come il giorno e la notte…
Signore e signori, quelli di Evangelion non erano neanche robot! Ok?
Citate Gundam se volete, almeno di quello Guillermo del Toro ne ha parlato chiaramente. Scusate lo sfogo. (chiusa parentesi)

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Jaegermeister / 14 Luglio 2013 in Pacific Rim

Esco adesso fresco di visione dalla sala;che dire, film veramente spettacolare.Quello che dato in mano a qualsiasi altro regista (qualcuno ha detto Michael Bay?) sarebbe uscito un film ignorante e caciarone, nelle mani di Del Toro diventa un gioiellino, capace di incantare e intrattenere lo spettatore per tutta la sua durata.Certo, soffre un poco dei limiti della sua natura di blockbuster estivo, come personaggi stereotipati e trama abbastanza prevedibile, ma il regista riesce comunque a far filtrare la sua visione in maniera egregia, cosa molto rara in film di questo tipo.Ottimo davvero il ritmo,le mastodontiche scene d’azione vengono sapientemente dosate e ben distribuite in tutta la durata del film, lasciandoti sempre con la voglia di vederne ancora e non riuscendo mai a stancare.Grande Guillermo, ora ti aspetto col terzo episodio di Hellboy!

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