Che bello…. / 23 Aprile 2022 in Ovosodo
Il cinema italiano malinconico, narrativo, poetico e descrittivo, come non se ne vedono più.
Bello bello. Secondo me è il film tra i più riusciti di Virzì.
7,5/10.

Piero Mansani vive nel quartiere popolare di Ovosodo, a Livorno. Incastrato in una famiglia complicata (madre deceduta, padre habituè delle prigioni, fratello ritardato) ha delle aspirazioni letterarie che nessuno, tranne un'illuminata professoressa di liceo, sembra condividere. L'incontro con uno scapestrato compagno di classe sarà occasione di vivere le prime esperienze importanti dell'adolescenza. Due David di Donatello, un Leone d'Argento a Venezia.
scimmiadigiada ha scritto questa trama
Titolo Originale: Ovosodo
Attori principali: Edoardo Gabbriellini, Claudia Pandolfi, Nicoletta Braschi, Malcolm Lunghi, Regina Orioli, Alessio Fantozzi, Marco Cocci, Pietro Fornaciari, Monica Brachini, Barbara Scoppa, Toto Barbato, Enrica Pandolfi, Giorgio Algranti, Emanuele Barresi, Claudia Biagiotti, Isabella Cecchi, Joanna Chatton, Ginevra Colonna, Marco Conte, Alberto Forti, Gianna Giachetti, Piero Gremigni, Roberto Marini, Daniela Morozzi, Maria Grazia Taddei, Lily Tirinnanzi, Raffaele Vannoli, Fabio Vannozzi, Paolo Ruffini, Mostra tutti
Regia: Paolo Virzì
Sceneggiatura/Autore: Furio Scarpelli, Francesco Bruni, Paolo Virzì
Colonna sonora: Battista Lena, Carlo Virzì, Toto Barbato, Valerio Fantozzi, Gianluca Ferrara, Matteo Pastorelli, Massimo Gemini
Fotografia: Italo Petriccione
Costumi: Francesca Sartori
Produttore: Vittorio Cecchi Gori, Rita Rusić
Produzione: Italia
Genere: Drammatico, Commedia
Durata: 100 minuti
Il cinema italiano malinconico, narrativo, poetico e descrittivo, come non se ne vedono più.
Bello bello. Secondo me è il film tra i più riusciti di Virzì.
7,5/10.
La storia di Piero, che vaga nei meandri di una Livorno pittoresca, che perde la madre, che vede il padre venire arrestato a più riprese e che convive con il grave ritardo del fratello maggiore. Il cammino della sua crescita lo porta ad incontrare Tommaso, un ragazzo ribelle, votato all’austerità, ma alla fin fine incapace di voltare le spalle alle sue ricche radici. Dall’incontro con Tommaso, Piero dà finalmente inizio al suo percorso di scoperta: verrà inglobato nelle lotte della giovane sinistra dell’epoca, inseguirà un impossibile amore con una ragazza romana, conoscerà la solitudine e la malinconia; il tutto diretto magistralmente, con ironia e profondità, del regista livornese. Un film che svela l’inestimabile valore di ogni esperienza, l’intrinseca, inscindibile importanza di ogni singolo incontro, la candida e commovente purezza di una gioventù che si affaccia la vita in modo confuso, goffo, poiché al contempo meravigliosamente vera, genuina, autentica.
Articolo completo su http://www.artesettima.it/2016/02/21/ovosodo/
Film generazionale che fece il botto tra i giovani degli anni ’90. Colorato, un po’ sfacciato ma mai volgare, con personaggi costruiti per suscitare simpatia mettendo in risalto la recitazione approssimativa e la cadenza livornese, questa commedia di formazione alla Woody Allen è narrata sotto forma di un diario vivace e scompaginato che pesca a piene mani dai ricordi d’infanzia e adolescenza del regista. Innegabile dote di Virzì è quella di cercare sempre piccole deviazioni originali nel tracciato della sceneggiatura, qui firmata insieme a Francesco Bruni e al grande Furio Scarpelli.
Film a dir poco meraviglioso! Paolo Virzì è abilissimo nel mettere in luce tutte le sfaccettature della personalità del protagonista: dalle sue paure, ai sogni, alle gioie. Fa tenerezza notare come Piero riesca infine a godersi in tutta profondità la sua vita seppur nella sua semplicità e in un certo senso monotonia.. 9 meritatissimo!
Di questo film ricordo poco, però quando lo vidi lo trovai superlativo. Forse esagero. Diciamo leggero, modesto, umano – dalle tenui, tenere tinte.
Mi pare ambientato a livorno (ah, l’accento toscano), c’erano queste storie umane disperatissime al punto da diventare adorabili, questi personaggi un po’ sopra le righe e insieme naturalissimi, queste vicende quotidiane che a un certo punto prendevano pieghe, così, universali…
e poi c’era WYOMING