Un sequel inevitabile? / 11 Settembre 2014 in Outrage Beyond

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Sono probabilmente due i cardini principali che avevano mosso i fili del primo Outrage: il tradimento, perpetuato senza scrupoli da tutto e tutti, e il contrasto tra tradizione e modernità, che Kitano sintetizza spesso come un vero e proprio confronto generazionale. Il giovane che, ubriaco del nuovo contesto sociale dettato dal suo tempo, manca volentieri e senza premure di rispetto al vecchio. Fino a quando il vecchio non si incazza e gliele suona per farlo rigare dritto.
Questo Outrage Beyond si avvale pressapoco della stessa formula. La storia si svolge cinque anni dopo gli eventi del primo capitolo. Otomo non è morto (?) e diventa il pretesto per rimettere in scena il teatrino di uccisioni a profusione (sempre molto fantasiose bisogna dire, vedere alla voce palle da baseball).
Il film però risulta troppo ancorato alla struttura del predecessore e, a parte qualche colpo di scena finale, non coinvolge e non convince appieno a parer mio.
Non rimane che aspettare l’ultimo tassello di questa già annunciata trilogia. E aspettare un ritorno di Kitano a quel cinema perennemente in bilico tra violenza e sentimentalismo (con qualche piccola risata a condire il tutto).

Leggi tutto