23 Luglio 2013 in Ong-Bak - Nato per combattere

Senza aiuto di controfigure e effetti speciali di alcun tipo, Tony Jaa (denominato “il Bruce Lee della Thailandia”) inscena Ong-Bak, scritto e diretto da Prachya Pinkaew, regista thailandese pressoché sconosciuto qui in Italia.

Una Bangkok contemporanea fa da sfondo al film, che fra un combattimento e l’altro, lascia grande spazio ad inseguimenti vivaci e rocamboleschi per le popolate strade della città, dove immancabilmente Ting e i suoi compari scapperanno a gambe levate dall’orda di mafiosetti che vogliono farli a fette.

Sulla falsa riga di un qualunque picchiaduro si basa l’andamento di questo film piuttosto insulso a contenuti, ma piacevole a vedersi.

Prachya Pinkaew ci omaggia di una sorta di escalation a livelli dove gli avversari da affrontare sono via via sempre più forti e difficili da battere, dove i combattimenti a suon di Muay Thai sono coreografici e allo stesso tempo di una violenza senza precedenti. Anche se i replay a rallenty alla Tekken, se li poteva pure risparmiare.

Tony Jaa è una bestia. Un fascio di muscoli ambulante capace di un’agilità sovraumana (ricordo che le scene da lui girate sono tutte vere) e di una grinta inguaribile, che spesso sfociano nel ridicolo.
Pensate solo che Chuck Norris rispetto a lui… fa pippa!

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