Recensione su Pioggia di ricordi

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L’importanza del ricordo / 18 Dicembre 2013 in Pioggia di ricordi

Seconda regia di Isao Takahata sotto la produzione dello Studio Ghibli. Se già si erano visti segnali più che positivi col precedente Una Tomba Per Le Lucciole, questa sua pellicola dimostra ancora una volta tutta la bravura del mentore di Hayao Miyazaki e mette su un altro piccolo tassello verso la sua consacrazione.
La storia ruota attorno alla vita di Taeko Okajima, una ragazza di 27 anni che lavora per una grande azienda di Tokyo. Un lavoro poco appagante e una situazione sentimentale pressoché assente (non è sposata e non ha un fidanzato). Decide, durante le sue ferie, di andare a lavorare presso l’azienda agricola dei genitori del cognato, per poter visitare quei luoghi che ha sempre desiderato vedere da bambina.
Sarebbe riduttivo dire che la pellicola presenta la struttura del racconto in prima persona, con un ampio e preciso utilizzo del flashback. Omohide Poro Poro si potrebbe in realtà definire come un vero e proprio viaggio nelle profondità dell’io, nel confronto spietato tra il proprio passato, il proprio presente ed il proprio futuro. Il tutto attraverso un prorompente e dilagante flusso di coscienza. I ricordi di Taeko sono presentati ad un primo impatto scollegati tra di loro, ma tutti in qualche modo fondamentali per il suo percorso di crescita e per definire sé stessa. Un processo che ricorda molto, volendo fare un paragone, La Coscienza di Zeno del nostro Italo Svevo.
Le animazioni questa volta cedono il passo, seppur mantenendosi buone, ad una storia solida ed interessante, con un protagonista atipico non solo per i canoni dello Studio Ghibli, ma anche per tutta l’animazione contemporanea.
Anche le musiche si mostrano molto apprezzabili.
Il finale è poi una semplice ed autentica perla dell’animazione e potrebbe tranquillamente valere da solo tutta la pellicola.
Continua così, Takahata.
Un difetto in Omohide Poro Poro? Certo: come mai questa pellicola non è ancora giunta dalle nostre parti?

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