10 Recensioni su

Oldboy

/ 20135.7103 voti
Oldboy
Regia:

Spike Lee non sei degno di una Canon / 4 Marzo 2016 in Oldboy

Prendi un’idea geniale che fa invidia a Tarantino, falla diventare americana, togli tutto il significato modificando storia e FINALE perchè altrimenti non te lo fanno produrre et voilà!
Hai dimostrato di essere uno zotico incapace che insulta senza ritegno un’opera che fa da pilastro per un genere di film, questa recensione è piu’ ha chi ha diretto questo scempio che chi ha recitato lo stesso, loro non hanno colpe fondamentali.
Il peggio del cinema è qui signori.

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Mettiamo da parte l’originale, e godiamoci Spike Lee: 7! / 18 Ottobre 2014 in Oldboy

Io non ho ancora visto l’originale coreano che tutti acclamano come “migliore di questo” (visto commenti da 10!) ma devo dire che Spike Lee, in questo piccolo gioiello, sa il fatto suo e ci stupisce. Bello, incalzante, esagerato, violento. E un finale che lascia di stucco…. Senza dubbio vedrò anche l’originale, ma questo non mi ha deluso per niente… un bel 7, e forse è anche poco…

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Spike… vai al mare… / 4 Agosto 2014 in Oldboy

Immagino la scena: Spike Lee non aveva nulla da fare e decide di andare al cinema. Non sapendo cosa andare a vedere prende il quotidiano: in un cinema d’essai proiettano OLDBOY di Park Chan-wook, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2004.
“Però… deve essere interessante… speriamo non sia lento.”
Rimane folgorato da questa pellicola.
Bellissima.
Incredibile.
Geniale.
Tremenda.
Perfetta.
Addirittura non ci dorme.
Ripensa e ripensa.
Ha in mente sempre la stessa ossessionante domenda:
“E’ possibile fare un remake e rovinarlo?”
E dopo averci pensato più volte si getta in questa impresa…
E CI RIESCE!!!!
Bravo Spike…
Hai fatto una schifezza!!!
PIRLA!!!
Ad maiora!

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Monnezza Cinematografica / 24 Aprile 2014 in Oldboy

Revisione manichea, politicamente corretta, a favore del digrignare dei denti e che segue stupidamente i binari dell’imitazione anziché discostarsi del tutto, trasformandosi così in pura spazzatura cinematografica.

Ridi e il mondo riderà con te. Pian..?! No, aspetta un momento… / 17 Aprile 2014 in Oldboy

La più grande fatica nel vedere questo film risiede nello staccarsi totalmente dalla pellicola di Park Chan-Wook. Io ci ho provato. E mi spiace dirlo, ma alla fine penso di non esserci riuscito. Quando vedevo determinati elementi (l’appartamento, il martello) dovevo fare di tutto per non far andare la mente in QUELLA direzione.
Remake o meno, la pellicola è godibile, bisogna dirlo. Non mi ha annoiato per nulla e per certi versi è fedele alla sua controparte coreana. Il problema è che questo aspetto, che in teoria dovrebbe essere considerato un pregio, si rivela in realtà un grosso difetto. Spike Lee non fa nulla per rendere il suo Oldboy veramente suo. Cambia gli interpreti, cambia qualche dettaglio, ma la sensazione finale che colpisce lo spettatore è quella di aver visto una mediocre imitazione, svuotata per giunta del suo carisma originale. Odio essere banale, ma questo confronto tra le due pellicole è praticamente inevitabile. Se parlassimo di un film che si ispira parzialmente a qualcos’altro forse sarebbe tutto più facile. Ma qui no. Qui parliamo di un film che si è ispirato ad un altro film.
Cosa aggiunge tra virgolette la visione di questo Oldboy rispetto al precedente? Nulla. Una volta terminato il film non mi ha trasmesso niente. E allora il problema non sta nella pellicola in sé viene da chiedersi, ma a monte. Bisognerebbe toccare l’argomento dei remake fatti negli ultimi anni soltanto per scopi commerciali o per mancanza di idee. Ma visto che il discorso è lungo e dispersivo, non mi sembra proprio il caso.
Fattore importante è anche quello dello stile. Park Chan-Wook dava raffinatezza ad ogni singola sequenza della sua pellicola. Tutto era opprimente, claustrofobico, malinconico ed emotivamente distruttivo, ma pur sempre curato ed elegante. Spike Lee in questo film parla una lingua diversa e la storia di vendetta si presta fondamentalmente ai canoni dell’action-thriller americano.
Anche gli interpreti non mi hanno convinto molto sinceramente. Salvo però Josh Brolin. Il suo Joe è lontano dal caro vecchio Dae-su, ma tra tutti è quello che spicca di più.
Morale: se l’altro Oldboy era semplicemente un capolavoro, questo è un film carino e nulla di più. Viene però da chiedersi se, effettivamente, ha davvero senso di esistere.

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2 Marzo 2014 in Oldboy

Il linguaggio cinematografico usato da Spike Lee in questo remake di Oldboy è distante anni luce da quello utilizzato da Park Chan-wook nel suo capolavoro. Anche volendo seguire le traiettorie disegnate in questa pellicola, non potremmo che perderci in esse, perché non portano da nessuna parte.
Tutto è lasciato al caso, anche la variabile umana, perno sul quale ruota e si sviluppa l’intera storia.
Spike Lee parla, appunto, un’altra lingua, così come i suoi protagonisti, che pur restando degli ottimi interpreti ( così come Spike Lee è un grande regista ), sembrano inerti pedine di una scacchiera che ha perso in partenza il suo re e la sua regina.
Anche volendolo discostare dall’originale, il travaglio esistenziale è qui rappresentato nella sua forma meno angustia, meno viscerale, a tal punto che sentimenti come pentimento, vendetta, e redenzione, non sembrano che maschere allegoriche, indossate al momento per essere funzionali alla storia.

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Pensavo peggio / 2 Gennaio 2014 in Oldboy

Premetto che l’originale non mi ha mai fatto gridare al miracolo, anzi l’ho sempre trovato “solo” un buon film, girato con tanta maestria, ma con una trama da super-drammone asiatico riassumibile in due parole: ca**ata megagalattica. Ecco, questo è la stessa ca**ata di vendetta che non sta né in cielo né in terra, però gli mancano quelle 2-3 scene davvero memorabili che mi han fatto apprezzare maggiormente il lavoro sud coreano. Se Tarantino non avesse dichiarato il suo amore per l’originale, questo di Spike Lee avrebbe molti più fan, mentre quello di Park molti meno (chi vuol intendere, intenda…).

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VAFFANC*LO SPIKE LEE. Di cuore. / 12 Dicembre 2013 in Oldboy

Ci siamo bevuti la storia che il suo film sia solo una nuova “interpretazione” del manga originale e non un remake del film coreano del 2004, e mi può anche stare bene. Anzi, “meno male” aggiungerei. Ma dire che il suo film, sia un bel film (anche se decontestualizzato) mi sembra davvero un abominio.

Non avendo ancora letto il manga, che tra l’altro la JPOP sta stampando proprio in questi giorni (credo che il primo volume sia uscito in settimana) purtroppo non posso verificare se anche Garon Tsuchiya (lo sceneggiatore) abbia fatto ritornare il suo protagonista nel mondo attraverso un ridicolo baule Vuitton… Ma non credo.

Sponsor a parte, quello di Spike Lee è un film che manca di tutto. Di una trama solida ad esempio. O di uno svolgimento che valga la pena seguire con interesse. Perché le sue sono solo un mucchio di caz**te (motivazione di Pryce in vetta alla classifica) incastonate l’una all’altra con una frettolosità/banalità tanto irritante che un tizio che mi era seduto vicino, ha abbandonato la sala a venti minuti dalla fine.
A quanto pare non sono l’unica che non ha apprezzato.

Questo Oldboy manca di tutti gli elementi che hanno reso il suo predecessore il film che è. Un capolavoro. Di contenuti, di sentimenti, di vera violenza, di trovate registiche e di personaggi.
E il fatto che le uniche scene vagamente entusiasmanti siano proprio quelle pescate dall’altro film, sono a sostegno della mia tesi.

Questo film non s’aveva da fare.
Stupida io che mi sono intestardita nell’andarlo a vedere a tutti i costi per farmene un’idea, prima di giudicare.
Ma credo che Spike Lee mai come ora dovrebbe tornarsene nel suo angolo, a trattare i temi che sa trattare e a lasciar stare quello che non gli compete, perché il suo è un film vuoto ed insignificante, di cui la cinematografia e l’umanità non aveva affatto bisogno. Le videoteche pullulano già di opere mediocri come questa.

Spenderò solo un paio di parole per paragonare l’Oldboy più datato a questa cagata new age e le spenderò sulla figura del “cattivo”.
Già solo a vederlo, Adrian Pryce e le sue unghie da drag queen non reggono minimamente il confronto con l’eleganza superiore di Lee Woo-jin, figo anche in punto di morte. Che tra l’altro è anche il personaggio che ho preferito nella versione di Park Chan-wook perché motivato da sentimenti veri (e tutti orientali) e “comprensibili” anche ai più bigotti. Una personalità approfondita così bene e con così tanta cura, che credo sia impossibile non provare quella sorta di amore/odio che ha suscitato in me. Soprattutto nella scena finale.

Scena totalmente sconvolta dal regista americano che con la sua “trovata geniale” ha distrutto ogni possibilità di riuscita al suo film, meritatamente bastonato dai pregiudizi già da mesi.

Sono dell’idea che gli americani debbano fare film sull’America e smettere di profanare culture distanti anni luce dalla loro.

Se solo Park Chan-wook fosse morto, a quest’ora si rivolterebbe nella tomba.

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Più che remake meglio omaggio a… / 11 Dicembre 2013 in Oldboy

Quando vado a vedere un remake cerco sempre di accantonare l’originale ma in questo caso l’oldboy coreano è uno dei miei film preferiti ed è stato molto difficile arrivare alla visione senza pregiudizi. Poi vorrei dire che apprezzo i film di Lee e credo il suo campo sia la tematica razziale ma qui mi ha stupito perchè è riuscito a rendere una storia con basi solide nella cultura orientale al contesto americano con personaggi americani fino al midollo (diversamente da altri remake in cui la contestualizzazione è solo un sogno).
Joe è proprio pessimo e si merita di essere rinchiuso, non può che fare bene a lui e agli altri stare fuori dal mondo, per il resto dimenticate sentimenti e intrispezione psicologica qui si gioca tutto sulla fisicità come l’action americano impone.
Lee ha fatto bene ad omaggiare alcune scene dell’originale (specchio, polpo, ali d’angelo, ecc) con solo dei richiami piuttosto che riproporre pari pari e poi la storia è molto più morbosa e, insisterei, occidentale.
Come consiglia @donmax sicuramente da vedere, al cinema aggiungerei!

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10 Dicembre 2013 in Oldboy

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Old boy.

Lasciate perdere i conservatorismi.
Fate meno gli alternativi.
Andate a vedere OldBoy di Spike Lee perché merita davvero.

Spike Lee ci mette del suo e, non lo nego (per i vecchi fan non è una novità), era da tempo che volevo vedere la sua versione della storia.
Tecnicamente lo definirei un remake a metà e sono rimasto soddisfatto dal fatto che il regista ha evitato di riproporre la storia scena per scena.

Quello in questione è un ottimo film, che ne dicano i bmk de IMDB e/o quei radical chic alternativi di Rotten, con protagonista Josh Brolin nella parte di Joe Doucett.
Un ruolo importante, un ruolo difficile ma Josh Brolin (per i meno attenti Il Grinta, MIB III, Jonah-quellaporcata-Hex, Non è un paese per vecchi.. potrei andare indietro fino a I Goonies, mica ha fatto solo Grindhouse. Madonna Samurai), nell’interpretare il personaggio, stupisce.
Recita e recita bene. Joe incarna i cliché degli States: è un dirigente violento, sovrappeso, egoista, testardo, poco rispettoso verso uomini e donne. Egli interferisce negli affari altrui e non sembra avere troppi amici. Un tipo così può, secondo voi, avere interessi verso il prossimo suo ?
No.

La sua ex moglie, conosciuta al college, lo odia.
Addirittura non si sente in dovere di andare alla festa di compleanno della figlia, perché si sa, a tre anni cosa vuoi capisca.
Il personaggio interpretato da Josh, l’ho trovato sin dai primi momenti più pesante e più cupo del protagonista dell’omonima opera diretta da Park Chan-Wook.
Il nostro, dopo averci provato con la moglie di un cliente, dopo aver preso una pezza allucinante dovuta ad ettolitri di liquore in circolo nel suo corpo, dopo esser stato abbordato da un’Asiatica.. finisce in quella che apparentemente è una stanza di uno squallido motel. Non gli servirà molto tempo per capire di essere stato rapito. Da notare il cambiamento fenomenale nella corporatura del prigioniero e lo stile usato, il montaggio veloce, per raccontare i 20 anni di prigionia (anche se questa parte di film occupa nella durata una bella fetta di tempo, la velocità con cui è risolto il tutto è sorprendente).
Da predatore a preda, in modo abile J. Brolin ci mostra un cambiamento fisico e soprattutto intellettuale del suo personaggio. Si passa quindi dalla rassegnazione alla voglia di riscatto ma dopo essere stato improvvisamente liberato si ritroverà profondamente scosso. Frustato, arrabbiato, disadattato (interessante la scena dove chiede come funzioni il Mac o quella dove.. ca**o non ve la posso dire). Piccoli dettagli che alzano il livello della pellicola. Dalla liberazione in poi, il nostro pretende vendetta. Chiede soddisfazione. Attraverso una attenta degustazione di involtini primavera, ritrova il ristorante da cui i ricattatori ordinavano i pasti. Così rintraccia i “cattivi” e fa il c**o al boss di questi. Samuel L. Jackson viene legato e torturato in un modo atroce. Non basterà l’arrivo dei suoi sgherri perché Joe, munito di martello, comincia una battaglia all’ultimo sangue.
Combattimenti spettacolari, signore e signori.
Il regista non è l’ultimo arrivato e attua un gioco di macchina curioso, senza entrare troppo nello spoiler ha rielaborato la scena rendendola più barbarico.
Una carrellata dietro una rete e cambia la prospettiva con cui vediamo il film. Io la finirei qui con la trama e passerei alle novità introdotte.

Fra le novità è da annoverare una scena, quella relativa alla morte della ex moglie.
Scene crude, non dal punto di vista cinematografico ma in quanto contenuti.
Senza dubbio i due si odiavano, però vedendo il video che mostra lo stupro e la morte della stessa, il nostro piange.
Anche il collegamento storico-personale fra Joe e il suo aguzzino è diverso dall’opera Coreana, oltretutto viene lasciato ampio spazio al passato familiare del tizio che ha voluto il suo rapimento. Il colpo di scena finale (che non è un colpo di scena perché la trama la conosciamo) è rielaborato in modo diverso lasciando allo spettatore un senso di disturbo, se vogliamo così definirlo.
Moltissime poi le scene tagliate: quella del polipo (anche se fa la comparsa xD), quella dell’uomo e la cravatta.. e il bello è che non perde valore comunque.

Oldboy 2013 è uno dei migliori remake visti dal sottoscritto.
Il cast è tanta roba: Micheal Imperioli (Amabili resti; il Christopher Moltisanti de “I Soprano”) attore feticcio di Spike Lee in generale, viene usato per impersonare un barista dal capello liscio. Samuel L. Jackson nella parte di Balotelli perché con quella cresta solo Balotelli poteva essere. Una nota va poi ad Elizabeth Olsen nella parte di Marie..

Il mio suggerimento è di andarlo a vedere, ve lo dice uno che è sospettoso verso i remake in generale ma qui alzo le mani e faccio “chapeau”

DonMax

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