La maturità di Hosoda / 6 Marzo 2014 in Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo
Mi abbasso il cappello di fronte ad Hosoda. Serviva (o forse no?) un’ulteriore prova dell’effettiva capacità di questo regista e della sua abilità di dare vita a pellicole oltremodo interessanti. Wolf Children pone un ulteriore paletto sul suo percorso di maturità, dopo il convincente La Ragazza Che Saltava Nel Tempo e il particolare Summer Wars.
Queste pellicole sono oltretutto significative per via del fatto che gli sono valse un paragone generato dai mass-media con il più noto maestro dell’animazione Hayao Miyazaki. Se in certi frangenti il paragone può apparire esagerato (soprattutto mettendo a confronto le carriere dei due), in altri è innegabile l’eredità artistica che Hosoda sta raccogliendo e può ulteriormente raccogliere dal padre-fondatore dello Studio Ghibli.
Hosoda ha infatti molta maestria nel raccontare personaggi femminili incastrati nel loro percorso di maturazione, ma che superano gli ostacoli della vita grazie ad una personalità e ad un carattere forte. Uno degli elementi più noti di Miyazaki, ma anche dell’universo ghibliano in generale. E così, dopo Makoto e Natsuki, abbiamo la volta di Hana, che da semplice studentessa diciannovenne si trova ad improvvisarsi madre di due bambini-lupo. La bellezza della pellicola non è legata solo alla maturazione di Hana, ma si estende anche a quella dei suoi figli, che oltre a dover affrontare le insidie della vita date dalla loro età, dovranno anche fare i conti con i problemi della loro condizione di mezzi umani e mezzi lupi.
La combinazione tra Studio Chizu e Madhouse fornisce alle quasi due ore di lungometraggio delle ottime animazioni e degli sfondi splendidi. Il character design operato da Yoshiyuki Sadamoto (già famoso per la versione cartacea di Neon Genesis Evangelion) è visibilmente apprezzabile. Anche la bella colonna sonora contribuisce ulteriormente a valorizzare l’opera e il pianoforte di Takagi Masakatsu rende poetica e toccante l’atmosfera generale.
Altro bel lavoro di un regista che va pian piano migliorandosi. Come ho già detto all’inizio, mi abbasso il cappello. Continua così, Hosoda.
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