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Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo

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Uomini e lupi. / 14 Settembre 2021 in Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo

Hana è una ragazza allegra e vivace. Un giorno all’università conosce un ragazzo solitario e taciturno del quale s’innamora e che le confessa di essere per metà un lupo.
Ciononostante la ragazza decide di amarlo e di generare con lui due bambini, Yuki e Ame.
Poco dopo la nascita del suo secondogenito l’uomo lupo muore durante una battuta di caccia, lasciando sola Hana e i loro figli.
Nonostante l’immenso dolore la ragazza decide di crescere da sola i suoi bambini, andando ad abitare in un casolare in campagna in un paesino di montagna per permettere ai suoi piccoli di crescere lontani dagli occhi indiscreti della gente e decidere cosa fare della loro vita, se vivere come esseri umani o come lupi.
Un film che definirei potente, potente nella sua realizzazione tecnica, potente narrativamente, potente dal punto di vista emozionale.
È la storia di una madre forte e coraggiosa che affronta ogni tipo di sacrificio pur di dare sostentamento alla sua famiglia, è la storia della crescita di due bambini speciali e delle loro differenti personalità che li porteranno a intraprendere due strade completamente diverse ma con la consapevolezza che l’amore li terrà sempre uniti, è una storia d’amore e di accettazione, è un inno a seguire sempre la propria strada.
Un finale poetico e commovente che rappresenta un meraviglioso inno alla libertà di poter essere sé stessi e di ricercare quella che è la propria natura, l’unica strada che può condurci verso la felicità.
Disegni di una bellezza mozzafiato.

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8 Aprile 2015 in Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo

A me l’animazione piace.
Tanto.
Per fortuna piace anche ai miei amici, quindi quando siamo riusciti a sapere che il 13 novembre sarebbe stato proiettato Wolf Children – Ame e Yuki i bambini lupo ci siamo guardati negli occhi, consapevoli che quella sera saremmo stati al cinema.
Anche se il film due 2 ore, e per motivi di orario siamo potuti andare solo allo spettacolo delle 22,30, e che grazie alla pubblicità il film è iniziato alle 23. E che in sostanza nessuno di noi è andato a dormire prima delle 2, nel mezzo di una settimana lavorativa.
Cosa non si fa per passione.

La storia è una di quelle dolci, tenere e nell’insieme un po’ tristi che a me commuovono molto di più degli aperti drammi.
La protagonista è Hana, una ragazza di diciannove anni che un bel giorno si innamora di un ragazzo. È ricambiata, ma c’è un ma: lui è un uomo-lupo, l’ultimo a quanto pare. Hana, tuttavia, non è tipo da lasciarsi abbattere da simili sciocchezze, per cui la coppia inizia a vivere insieme e dopo un anno accoglie la prima figlia, Yuki (‘neve’). Dopo un altro anno nasce Ame (‘pioggia’), un bel maschietto.
E qui la tragedia, perchè l’uomo muore lasciando Hana sola con due bimbi piccolissimi che hanno la tendenza a trasformarsi in lupacchiotti ogni volta che sono preda di emozioni improvvise. E quindi comincia la vita di Hana, decisa più che a mai a crescere bene i suoi figli, e di fargli accettare la loro doppia natura.

Il film è, a prima vista, un film di formazione: vediamo Yuki ed Ame fin da piccolissimi, li vediamo crescere, li vediamo cercare di imparare a gestire le trasformazioni, cercare di imparare ad integrarsi, ad accettarsi. Li vediamo affrontare le loro sfide, e li vediamo prendere le loro decisioni.
Ma soprattutto questo film mette in luce Hana, la madre. La giovane vedova che non si lascia abbattere da nulla perchè lei è una mamma, e più forte del suo dolore è il suo amore per i suoi cuccioli.
Questo film è un tributo a quello che nelle storie di formazione non si vede mai: quel poveraccio che si spacca la schiena per far sì che il protagonista possa avere la storia di formazione. Un omaggio ai genitori che, tra mille difficoltà, hanno scelto di non farsi abbattere perchè non c’è il tempo per farlo, con l’istinto di chi, alla fine dei conti, non lo considera neanche una scelta perchè non vedono come si possa agire in modo diverso. Se Yuki ed Ame possono essere dei protagonisti, Hana è l’eroina del film, la santa donna la cui unica priorità è che i suoi figli possano essere in grado di scegliere cosa vogliono fare senza sentirsi obbligati a far contenta lei. che cerca in tutti i modi di aiutarli a comprendere i lati di loro stessi che lei non può comprendere perchè è umana, senza mai negare cosa sono. Mostrargli come accettare la loro diversità accettandola lei per prima.

Paradossalmente il film riesce a mostrare in modo “realistico” i problemi che ci potrebbero essere nell’allevare due bambini che si trasformano in lupi: le rosicchiano i mobili, sono imprevedibili da portare in giro, ci sono difficoltà con i servizi sociali perchè Hana non li ha fatti vaccinare… e anche come, da piccoli, soffrano un po’ per il non poter giocare coi coetanei perchè troppo inaffidabili sulla questione “passare inosservati”… in alcune scene davvero divertenti. Come il montaggio della gravidanza, col nuovo compagno di vita di Hana: la bacinella per il vomito.

Tecnicamente il film è semplicemente adorabile: a paesaggi mozzafiato si aggiuge un character design che è carino da morire, non troppo elaborato ma in grado di trasmettere le emozioni dei personaggi. Nota di merito alla colo
nna sonora, e anche il doppiaggio era fatto bene.
Un po’ strano il design dei lupi, a cui non ho capito perchè hanno deciso di lasciare i capelli umani.
Ma non strano come la scena in cui Hana fa l’amore col suo ragazzo in versione intermedia tra umano e lupo.

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10 Luglio 2014 in Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo

Dopo “La ragazza che saltava nel tempo” e “Summer Wars”, Mamoru Hosoda si arma di un soggetto auto redatto per raccontare una storia incantevole, dimostrando finalmente di essere un grande regista, cosa che con i film precedenti non gli è proprio riuscita.

Una storia che affonda le sue origini in un amore giovanile, che si è trasformato in quello di una vita. Quello che si incontra solo una volta e che poi è per sempre. Un amore pieno di gioia e pienezza nel viverlo e che in due piccole e nuove creature ha trovato il massimo della sua espressione. Un legame che già dal principio ha saputo dimostrarsi forte e indissolubile, superando le diversità genetiche, i segreti e gli ostacoli indotti dalla società.

Ma è sulla difficile crescita dei due bambini lupo, nati da questo amore incontrastabile, che è incentrata tutta la carica emotiva di Wolf children.

Due vite curate dall’amore devoto di una madre che ha saputo come proteggerli e crescerli come si deve, nonostante le avversità del quotidiano e quel segreto da difendere.

Due evoluzioni difficili, in continua indecisione tra l’esprimere o il reprimere quella parte di codice genetico lasciatogli in eredità dal padre. Ma che con il passare del tempo hanno saputo modellare una propria personalità, scegliendo chi essere. Se esseri umani o esseri lupi.

E’ nel raccontare con così tanta emozione e poesia la complessità dell’evolvere, di crescere, dello svilupparsi di individui autonomi e coscienti, che Wolf children dimostra la sua grandiosità. Che alimentata da un’estetica incantevole, fa più volte vacillare quella lacrima sempre incerta sullo scendere o meno.

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Un fiore, la neve e la pioggia. / 20 Marzo 2014 in Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

I temi della diversità, della crescita, dell’affermazione dell’io vengono affrontati da Hosoda con un taglio fantasy decisamente gradevole, dai toni -a tratti- volutamente epici, perché la battaglia che ciascuno di noi ingaggia con la vita ha realmente valenze mitiche.

L’ambientazione rurale e la rappresentazione della vita tra le montagne tolgono il fiato, sia per la bellezza della rappresentazione che per la faticosa serenità che sembra regnarvi: lungi da me voler fare a tutti i costi un confronto con una coppia di illustri colleghi di Hosoda, Miyazaki Hayao e Takahata Isao, ma alcuni dettagli mi hanno piacevolmente ricordato alcuni dei loro lavori, come Totoro, Mononoke e Pom Poko. Insomma, considero queste somiglianze, volute o meno, positivamente, non mi hanno affatto disturbata.

Sufficiente (ma questo è un tratto della produzione di Hosoda) il character design, strepitosi gli sfondi e la definizione degli oggetti e dei vegetali.

Unica nota stridente: la scena d’amore tra Hana e il suo amato si svolge con lui sotto forma di lupo. Sì sì, è funzionale alla battuta di Hana (qualcosa come: “Anche questo sei tu”), ma, ehm, ammetto di aver storto il naso: il sesso tra un essere umano e un lupo che, comunque, a piacimento, può assumere il proprio aspetto umano, mi ha interdetto. Perdonate lo scarso romanticismo :/

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La maturità di Hosoda / 6 Marzo 2014 in Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo

Mi abbasso il cappello di fronte ad Hosoda. Serviva (o forse no?) un’ulteriore prova dell’effettiva capacità di questo regista e della sua abilità di dare vita a pellicole oltremodo interessanti. Wolf Children pone un ulteriore paletto sul suo percorso di maturità, dopo il convincente La Ragazza Che Saltava Nel Tempo e il particolare Summer Wars.
Queste pellicole sono oltretutto significative per via del fatto che gli sono valse un paragone generato dai mass-media con il più noto maestro dell’animazione Hayao Miyazaki. Se in certi frangenti il paragone può apparire esagerato (soprattutto mettendo a confronto le carriere dei due), in altri è innegabile l’eredità artistica che Hosoda sta raccogliendo e può ulteriormente raccogliere dal padre-fondatore dello Studio Ghibli.
Hosoda ha infatti molta maestria nel raccontare personaggi femminili incastrati nel loro percorso di maturazione, ma che superano gli ostacoli della vita grazie ad una personalità e ad un carattere forte. Uno degli elementi più noti di Miyazaki, ma anche dell’universo ghibliano in generale. E così, dopo Makoto e Natsuki, abbiamo la volta di Hana, che da semplice studentessa diciannovenne si trova ad improvvisarsi madre di due bambini-lupo. La bellezza della pellicola non è legata solo alla maturazione di Hana, ma si estende anche a quella dei suoi figli, che oltre a dover affrontare le insidie della vita date dalla loro età, dovranno anche fare i conti con i problemi della loro condizione di mezzi umani e mezzi lupi.
La combinazione tra Studio Chizu e Madhouse fornisce alle quasi due ore di lungometraggio delle ottime animazioni e degli sfondi splendidi. Il character design operato da Yoshiyuki Sadamoto (già famoso per la versione cartacea di Neon Genesis Evangelion) è visibilmente apprezzabile. Anche la bella colonna sonora contribuisce ulteriormente a valorizzare l’opera e il pianoforte di Takagi Masakatsu rende poetica e toccante l’atmosfera generale.
Altro bel lavoro di un regista che va pian piano migliorandosi. Come ho già detto all’inizio, mi abbasso il cappello. Continua così, Hosoda.

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23 Febbraio 2014 in Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo

Bellissimo film, il primo che guardo dei film giapponesi. E’ favoloso, commovente e ..non ci sono parole. Le lacrime faticano a smettere!

16 Settembre 2013 in Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo

Il piacere raro di cliccare sulla decima stelletta, ancora in lacrime.

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