10 Recensioni su

Nymphomaniac: Volume I

/ 20137.0371 voti

b()n()b() Voll. I/II / 18 Novembre 2015 in Nymphomaniac: Volume I

non trovo le parole per dire quanto lars riesca a confermarsi, di film in film, sempre più irritante, spocchioso, pedante, oserei dire sostanzialmente inutile nel panorama filmico mondiale ma starei esagerando a bella posta per amore della provocazione e mi inimicherei, una volta di più, i numerosi estimatori di questo grande bluff travestito da geniale cineasta. mi soffermo giusto un secondo per sottolineare una delle millemila incongruenze di questa scempiaggine di film, l’ultima sulla quale sono inciampata proprio ora che scrivo questa biliosa rencesione per sconfiggere la noia dell’ennesima digressione dotta dell’amico seligman (mai come ora il boato “e fattela ‘na scopata ogni tanto” ha diritto e dovere di rimbombare nella sala): una mezz’ora fa, circa, la nymph()maniaca ha chiesto candidamente chi fosse edgar allan poe. così, semplicemente. non ha chiesto numi sul geodeta italiano giovanni cicconetti, è chiaro. su edgar allan poe. neanche vivendo per 50 anni dentro la capientissima tazza di tè con latte di seligman, con gli occhi chiusi e le dita nelle orecchie, potrebbe ignorare chi fosse edgar allan poe, però lo fa. la magia del cinema! pochi minuti dopo, però: esce dalla tazza; s’innamora di un’icona russa; SA cosa sia un’icona, soprattutto; non chiede chi cacchio sia rublëv (me lo chiedo io da che l’ho sentito. l’ho dovuto copiaincollare, santiddio) ma si stupisce al sentir citare l’impero d’oriente; infine, alla minaccia di seligman “potrei diventare un po’ teoretico” ribatte: “lo faccia. mi piacerebbe che mi parlasse di quell’immagine”. ora, onestamente: non è lecito pensare che questo bonobo di donna non sappia nemmeno per sommi capi che minchia (tanto per restare in tema) voglia dire il termine “teoretico”? e qui mi fermo, vostro onore. in attesa di veder crocifisso in sala mensa lo sceneggiatore (aspetta, è lars medesimo? meglio.) torno a godere di questa incommensurabile perla del nuovo cinema paradiso.

Leggi tutto

La malìa del femminino / 12 Luglio 2015 in Nymphomaniac: Volume I

(Sei stelline e mezza)

Non so come inquadrare questo lavoro di Von Trier: non so se considerarlo uno “sfogo” (un’analisi, sublimata, dell sue ossessioni. E non parlo di quelle sessuali), non so se classificarlo come una commedia drammatica o un dramma in forma di commedia, infine non so se lo si possa valutare nella forma in cui viene presentato, in quanto Von Trier non ha partecipato al montaggio del film e lo stesso è stato privato di una parte consistente di girato.

Attenendomi a ciò che ho visto, posso dire di aver assistito ad un prodotto cinematografico interessante, non foss’altro che per la qualità della messinscena, di cui ho apprezzato interpretazioni e fotografia (riservo un piccolo plauso a costumi ed acconciature, invero molto evocative di un certo immaginario estetico early 80’s).

La trama è sovente inverosimile, ma imputo tale deriva all’impostazione quasi “onirica” del film (per esempio, la sceneggiata di Uma Thurman, pur impressionante, ha ben poco di realistico, a parer mio): ciò che accade in questo film ha attinenza più che parziale con la realtà, vi aderisce solo a livello formale.
E, ancora una volta, Von Trier pare affidare le proprie paure ed i propri sensi di colpa (di questo, ritengo, si tratta) ad un personaggio femminile che va ben al di là della mera rappresentazione di una ninfomane: Joe è conscia del suo “potere femminino”, è una maliarda, nel vero senso della parola, e sa come usare la magia della sua femminilità, sparigliando le carte di uomini e donne che questo potere lo temono e lo castrano. Joe è un’eroina, afflitta dai sensi di colpa, ma è pur sempre un’eroina.

La scena finale ha il sapore del cliffhanger e, per me, il film potrebbe concludersi pure così, con una dolorosa presa per il naso di Joe, una sorta di maledizione: la seconda parte del progetto, a parte raccontare sue nuove esperienze sessuali, in questo momento è per me inutile. Ma, prima o poi, la guarderò per dovere di completezza.

Leggi tutto

…CHE DIRE…??!! / 11 Aprile 2015 in Nymphomaniac: Volume I

“Mea Vulva, Mea Maxima Vulva…” Ridurlo ad un voto non è corretto: è un film che va capito, “ascoltato”, e non preso per un porno come molti lo guarderebbero. La storia di Joe ai limiti della follia, sfrenata e senza giudizio… Una regia fantastica, un film sopra le righe, dove tra i tanti spicca nel cast una eccellente e frustrata Uma Thurman, donna lasciata dal marito per l’amante… Ascoltate quando Joe parla a Seligman dell’amore: “L’amore distorce le cose. E, ancor peggio, l’amore è una cosa che non hai mai chiesto”. Fa riflettere. Primo volume dell’opera di Von Trier, curioso di vedere il proseguire della storia di Joe e la ninfomania. 7,5.

Leggi tutto

Può passare … / 17 Novembre 2014 in Nymphomaniac: Volume I

non uno dei suoi migliori film ma passabile !

14 Luglio 2014 in Nymphomaniac: Volume I

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

E sono andato persino al cinema. Un prologo talmente insensato che al confronto Peter Falk/nonno che leggeva la Storia Fantastica al nipotino in febbre e pigiama è l’Iliade. C’è questo tizio vecchio che torna con la sportina della spesa, tra i vicoli, sotto la neve e dopo aver commentato i lavori. E trova una tizia riversa e dolente per terra. E che fa? Chiama la pula? L’ambulanza? No ma che sei scemo? Se la porta in casa (chiunque di noi farebbe lo stesso con uno sconosciuto sanguinante). E la cura? No, ma che ti parlo a fare, sei pazzo? Le offre un thè. Ah beh.
Sticazzi.
Parte, ‘nnaggiallei, una narrazione all’indietro del suo percorso da ninfomane. Episodi, vari, suddivisi in capitoli. Von Trier sceglie di filmare una sessossessione. Epperò. Non c’è nulla che abbia senso, non tanto nei comportamenti di lei che bon, si può accettare con il sofisticato ragionamento→ è un personaggio di una scema, vediamo che le succede. Quanto dei personaggi che intorno le si muovono (non è che puoi fare un film dove tutti sono scemi, perché l’eccezione, la regola e bla e anche blu). La scena della moglie/madre tradita, Uma T. che fa il suo pezzone da attrice che pure è, perché? Che senso ha? Ma dai, ma ti pare? Non ci sono le basi, mai, per costruire sopra di esse le azioni e motivazioni di questi poveri e ridanciani personaggi, e se ci sono sono pacchiane e irreali. Bisogna vedere pure il secondo? Con meno figa (come fa la ragazzetta così gnocca a diventare “mascella” Charlotte? Spiegazione?) e la Gainsbourg che scopa?
Useless sostenere che una ragazzina che fa un pompino a un signore su di un treno non sia porno ma erotismo/sessualità, è porno, ci sono milioni di 24h di filmati porno, pure più appassionanti u_u, a dimostrarlo.
I Ramstein sui titoli di coda sono un buon esempio di provocazione a vuoto di Lars; oltre a dar fastidio in sala a tutti coloro che non ascoltano i Ramstein, verosimilmente la maggior parte, perché? Che senso ha? Scandalizzare la signora radical chic? Mazza che soddisfazione.
Oh ho messo i Ramstein sui titoli di coda, che ganzo.
Restano le solite arguzie divertenti di LVT, battute puntute e dialoghi analoghi, sovrimpressioni di scritte e dello schermo suddivisioni demodé. Ma non sono che giochi e cinematografici calembour, divertenti e poco altro. Il contorno senza niente al centro. E quel didascalismo, i parallelismi da idioti (la pesca, santa maradona, la pesca!), lui che spiega il suo mondo e se ne spreme solo noia e non malattia o depressione o quel che cavolo di profondo vorrebbe pretendere di trovarci lui.
Infine c’è Christian SLater che fa il vecchio e insomma, noi che ce lo si immaginava nei secoli pischello a farsi prendere a schiaffi da Robin Hood, o anche prima.
Ah, un’altra cosa, “se hai le ali perché non volare” solo io mi immagino che se lo possano dire Baby e Step o qualsiasi altro dei personaggi di Moccia. Mi vedo Moccia che esclama “”Ma cazz, a questa dovevo pensarci io! >.<"

Leggi tutto

Recensione: Volume I / 2 Giugno 2014 in Nymphomaniac: Volume I

E’ molto difficile esprimere un giudizio preciso su questa pellicola, che altri non è che una prima parte di un racconto che si prospetta lungo quanto intricato.
Per ora si può dire che la storia sembra voler porre un’analisi di una figura complessa, Joe, e del suo personale percorso di crescita. Non sappiamo dove Von Trier voglia andare a parare e forse, proprio per questo, la prima parte di Nymphomaniac ha un qualcosa di affascinante e magnetico. Il personaggio di Seligman è in questo caso l’incarnazione perfetta dello spettatore. Come lui, percepiamo infatti il senso di curiosità e la voglia di arrivare alla fine del racconto.

Leggi tutto

“L’ingrediente segreto del sesso è l’amore.” / 23 Aprile 2014 in Nymphomaniac: Volume I

Quando una vita è volta solo al piacere fine a se stesso, senza amore, senza costruire niente con nessuno porta solo al vuoto più totale dentro e fuori.

Stacy Martin così giovane e con un corpo così poco formoso da non essere per niente femminile tanto da non far pensare al sesso….eppure così azzeccata.
Stellan Skarsgard bravissimo e il capitolo con Uma Thurman eccezionale.

“L’ingrediente segreto del sesso è l’amore.”

Speriamo il secondo capitolo non deluda.

Leggi tutto

22 Aprile 2014 in Nymphomaniac: Volume I

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Non si dovrebbe scrivere una recensione su un film di cui praticamente ne è stata vista solo la metà, non fosse altro che le intenzioni del regista non vengono chiarite né si sa dove voglia andare a parare. Tuttavia quello che si potrebbe fare, nell’attesa del secondo volume, è quanto meno tentare una personalissima ipotesi di interpretazione.
Quello che più mi ha sorpreso e in un certo senso ritengo il centro di questo primo volume, è il “senso di colpa” un po’ contradditorio della protagonista. Dico contradditorio e metto le virgolette non tanto per la freddezza e la quasi assenza di emotività della protagonista nel raccontare la sua storia, ma soprattutto perché, per sua stessa ammissione, Joe è senza empatia verso le persone che necessariamente le sue azioni porteranno a danneggiare (“Non si può fare una frittata senza rompere le uova”). Nonostante ciò la nostra ninfomane non fa che ripetere di essere un pessimo essere umano e della peggior specie: una convinzione, non solo eccessivamente auto-colpevolizzante (che subito ci fa simpatizzare con lei) ma anche del tutto razionalizzata, priva,cioè, di una vera risonanza emotiva.
La mia interpretazione è che nel finale (che in realtà è circa metà film) si comincia a intuire la vera natura di questa senso di colpa. Il primo volume finisce con una Joe che durante un rapporto sessuale con l’unico uomo amato, ammette angosciosamente di “non sentire nulla”. Ed è questo il “non detto” che attraversa tutto il film e che coglie quella che dovrebbe essere la definizione stessa della Ninfomania. Come, a ragione, cita Joe la Ninfomania è: “Il non essere mai soddisfatti e quindi fare sesso con molte persone diverse”.
Tuttavia, allo stesso tempo, il finale offre anche una (tragica) forma di redenzione: è vero che il singolo atto sessuale non riesce a soddisfare, acconsente Joe, ma prosegue: “(…) ad essere sincera io vedo solo la somma di tutte queste diverse esperienze sessuali, quindi in questo senso ho avuto un solo amante”. La ninfomania ci viene presentata così in una veste tragica: Joe è costretta a desiderare un’astrazione. Astrazione che nel singolo e nel particolare non si trova, ma si trova solo nella loro “somma”. Proprio come una polifonia formata da tre voci, dove quella della persona amata ne costituisce soltanto il “cantus firmus”. Ma mentre le polifonie di Bach si possono ascoltare, il desiderio di una ninfomane sembra destinato a restare insoddisfatto in un circolo che si perpetua all’infinito, perché l’oggetto del desiderio non può essere e non sarà mai nel singolo.
Da un lato un desiderio che, non potendo godere del concreto è destinato, per dirla con Sartre, “allo scacco”; dall’altro il senso di colpa che comporta l’utilizzare i singoli come “tessere di un puzzle” per una polifonia più ampia.
Sotto questo aspetto, e non senza un velo di ironia, si può addirittura sostenere che quello di Joe è un desiderio platonico.

Leggi tutto

Se hai le ali perchè non volare / 22 Aprile 2014 in Nymphomaniac: Volume I

Per poter dare un giudizio personale vorrei aspettare di vedere il volume II. Per ora non sono particolarmente entusiasta del film.
“Io divido l’umanità in due gruppi: quelli che tagliano prima le unghie della mano sinistra e quelli che tagliano prima quelle della destra. La mia teoria è che chi taglia prima le unghie della mano sinistra è più spensierato. Tende a godersi di più la vita perché fa prima le cose più semplici e lascia le difficoltà per ultime”
“… Cercare sempre prima il piacere…” 🙂
Grande interpretazione di Uma Thurman.
Ad Maiora!

N.B.: Il voto lo metto solo ora che ho visto il Volume II…. 🙂

Leggi tutto

L’amore distorce le cose. / 6 Aprile 2014 in Nymphomaniac: Volume I

E’ difficile dare un giudizio ad un film visto per metà e per giunta privato di un’ora e mezzo di riprese, ma cercherò comunque di trasmettervi il mio pensiero sul nuovo e discusso film di Lars Von Trier. Un film che è stato caricato di aspettative da mesi e mesi di chiacchiere, clip e polemiche, ma che finalmente ha raggiunto anche le nostre sale.
Un film insidioso, carico di significato, che va ben oltre il sesso esplicito e i nudi integrali della graziosissima Stacy Martin, interprete di una Joe nel pieno della sua giovinezza.
Una pellicola che mi ha lasciato l’amaro in bocca oltre che un indefinibile senso di tristezza e vuoto, una volta giunta ai titoli di coda. Dopo un epilogo che non avrebbe senso se non fosse seguito da un altro film di altrettanta durata.

Lars Von Trier anima il suo Nymphomaniac di sessualità, ben lontano dal porno. Di sensazioni, svuotandolo di sentimentalismi e giudizi in merito. Lasciando tutti i rimandi filosofici in mano alla regia asettica e minimale, che con il frequente uso di primissimi piani, permette allo spettatore di entrare dentro l’anima dei suoi personaggi. Joe in primis. Che mentre si racconta, risulta una donna sfiorita, tumefatta, provata da una vita che l’ha fatta osare, forse troppo.

Questo Nymphomaniac è solo la prima parte di un film completo, che si incentra sulla spudoratezza e la spensieratezza giovanile. Quella dei primi incontri, della trasgressione, delle prime volte. Dell’anti-amore. Dove Joe ha scoperto il suo potere di donna e l’ha utilizzato per interagire con l’altro sesso. Per soddisfare la sua voglia irrefrenabile di lussuria. Sempre seconda al fitto intreccio di relazioni vuote e senz’anima che ha instaurato durante la sua esistenza di ninfomane.

E’ l’eleganza che muove il lento scorrere di Nymphomaniac, non di certo lo scandalo. E’ la raffinatezza che scandaglia la vita sofferta e difficile di una persona vittima di una dipendenza a cui è impossibile sfuggire e su cui ha costruito tutta la sua esistenza. Senza preoccuparsi dei sentimenti altrui. Tenendo tutti a distanza, nonostante il terribile senso di solitudine che non le ha mai dato pace. Joe è vittima e carnefice della sua stessa esistenza, ricca di tristezza e infelicità.

Lors Von Trier è un regista complesso e senz’altro Nymphomaniac non è un film per tutti, tantomeno una pellicola per passare un’ora di svago il sabato sera. E’ un elenco di piccole storie tristi e riprovevoli vissute da una persona che si sente la me**a nell’anima, un mostro dentro. Raccontate con un’impotenza sterile che per forza di cose, l’ha portata al degrado.

Quanta tristezza.

Leggi tutto
inserisci nuova citazione

Non ci sono citazioni.

Non ci sono voti.