Il coltello nell'acqua

Questo esordio (felice a detta di tutti) di Polanski l’ho trovo ampiamente sopravvalutato. Mi è sembrato davvero piatto e prolisso per la maggior parte del tempo. Un film che trova la sua ragion d’essere giusto nell’ultima mezz’ora scarsa e senza nemmeno stupire poi troppo.

Un film può essere fotografato benissimo ed essere tecnicamente valido…peccato che se non c’è nulla da raccontare è solo un esibizione muscolare. Molto meglio i successivi Repulsion e Cul De Sac.

Intimista, sottile, un gioco di piccole crudeltà in mezzo a un desolante scenario d’acqua, poco rumore nel nulla ovattato e galleggiante. Questo è il biglietto da visita del primo Polanski, con le sue scale di grigi intorno a visi molto polacchi, in questa fredda gita a tre sulla barca che a leggerne in giro penseresti a un thriller psicologico. E invece è psicanalisi e bosco di simboli, Freud e Gesù Cristo, l’uomo che cerca il dominio, la sopraffazione, forse la libertà. E una donna calda e accogliente, tenera femmina materna e felina che non ha certo bisogno del coltello per prendere saldamente il timone.