CLASSE E CLASSI / 31 Marzo 2020 in Novecento
Film mastodontico di Bernardo Bertolucci che agguanta lo status di capolavoro.
Opera fiume, “Novecento” è un lungo soffio di vita pennellato tra le campagne della bassa Romagna, capace di mormorare nella testa ricordi di esperienze mai vissute. Come per una coscienza collettiva viviamo le esperienze che si susseguono scorrevoli facendole nostre. Tutto merito di un impressionante comparto visivo perfettamente orchestrato e di ottime interpretazioni per mezzo di un cast che alterna gente qualunque ad attori di caratura internazionale.
Novecento sembra pescare qua e là dal Gattopardo di Visconti, ma è altrettanto vero che i successivi “L’Albero degli zoccoli” di Olmi e “c’era una volta in America” di Leone attingono da Novecento. Mi soffermo un attimo su “c’era una volta in America”. I due film condividano la stessa capacità di trasmettere odori, profumi e turbamenti, risvegliando in noi sensazioni irrimediabilmente sopite da tempo. Ecco, la magia di “Novecento” risiede nella capacità di risucchiarti nel suo mondo ledendoti e riempiendoti di continuo.
CAPOLAVORO
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