23 Aprile 2012
Per Truffaut, è il miglior film di Hitchcock.
Miserrima me, l’ho trovato particolarmente ingenuo: un “guardie e ladri” dove il caso sembra farla da padrone.
Charme a profusione si effonde dai due protagonisti e la Bergman è bellissima e carezzata costantemente dalla camera con una devozione palese: delle prove attoriali e anche di quella registica, dopotutto, non posso dir assolutamente nulla, ma sono stati i particolari narrativi ad interdirmi.
Insomma, secondo me, si tratta di un film modernissimo per alcune ardite soluzioni visive e per quei baci infiniti e languidi, ma è estremamente datato dal punto di vista del mero racconto, purtroppo.
Recensione da Oscar (4)
Condivido tutto 🙂
Mi sentii un po’ in colpa per non aver apprezzato uno dei titoli più noti di Hitch. Ma, come posso dire, à la guerre comme à la guerre! 😀
Ma figurati, io ho preferito 1000 volte “la finestra sul cortile” a questo! 😀
Condivido parzialmente pure io. Fresco di visione, annoto un finale tranchant che mi ha lasciato davvero basito; il “The End” cade tombale e inopportuno su una scena clou, non chiudendo la narrazione ma lasciando tutto il resto all’intuito dello spettatore… Boh non so, questa scelta non mi ha convinto; ma forse era finita la pellicola 🙂
Resta il fascino di questo romance-thriller (definizione trovata da qualche parte in rete che mi piace un sacco!), soprattutto la suocera horror, molto ben impersonata da tal Leopoldine Konstantin (che all’epoca aveva solo 3 anni più di Claude Rains che interpretava il figlio :-D).