5 Recensioni su

Intrigo internazionale

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Eleganza / 23 Marzo 2016 in Intrigo internazionale

Sceneggiatura, dialoghi, scene e protagonisti (Cary Grant mostruoso) di un’ eleganza inaudita. Film di ormai 57 anni può fare scuola al 90% delle pellicole di spionaggio o gialli usciti in seguito

North by Northwest / 20 Settembre 2015 in Intrigo internazionale

Questo intricato film di spionaggio e controspionaggio, considerato tra i migliori di Hitchcock, è passato alla storia principalmente per alcune scene memorabili.
Quelle girate all’interno e all’esterno del palazzo di vetro delle Nazioni Unite, ove si consuma l’assassinio che darà la possibilità al regista di esercitarsi in un tema a lui caro: l’innocente che deve scagionarsi.
Vi è poi la sequenza in cui il protagonista (un Cary Grant a tratti un po’ macchinoso) deve difendersi da un piccolo aereo che cerca di ucciderlo nel mezzo di un’isolata campagna dell’Indiana. Una scena in cui Hitchcock volle stravolgere provocatoriamente lo stereotipo ambientale della suspense, generalmente accostata a spazi angusti e poco luminosi.
In questo caso siamo invece in un territorio pseudo-desertico, completamente isolato.
Non c’è nulla.
Non c’è nessuno.
Solo qualche sporadica auto che passa velocemente.
È una giornata limpida, di pieno sole.
Il pericolo arriverà dall’alto, inatteso, in una sequenza che farà storia e che verrà copiata innumerevoli volte negli anni a seguire (vi sarà anche chi, come Spielberg, su questa idea ci costruirà un intero lungometraggio, il bellissimo Duel).
Il film termina con l’altra indimenticabile e assai suggestiva scena dell’inseguimento in mezzo alle teste del Monte Rushmore (le ambientazioni del finale sono tra le più interessanti, tra cui spicca quel boschetto, che sta proprio sotto il monumento, in cui si incontrano clandestinamente i due protagonisti).

Tra i lati negativi della pellicola vi è l’eccessiva lunghezza (a causa, soprattutto, di alcuni dialoghi palesemente ridondanti), un’ironia non del tutto convincente e un cast un po’ troppo tradizionalista. Ma anche e soprattutto, un finale quantomeno discutibile, con l’ellissi temporale (anch’essa copiatissima) che porta i due protagonisti, con uno stacco un tantino pretenzioso, dal precipizio del Monte Rushmore alla cuccetta del vagone letto che li riaccompagna a New York.

Intrigo internazionale è un film stretto (suo malgrado) nella morsa del quinquennio d’oro hitchcockiano, che va da Vertigo (1958) a The Birds (1963), passando per Psycho (1960). Un terzetto talmente entusiasmante da far sì che a North by Northwest tocchi necessariamente la medaglia di legno.

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L’incontro con Hitchcook / 20 Maggio 2013 in Intrigo internazionale

« La verosimiglianza non mi interessa. [… ]Siamo logici: se si vuole analizzare e costruire tutto in termini di plausibilità e verosimiglianza, nessuna sceneggiatura che si basi sulla finzione resisterebbe a una simile analisi; a questo punto non resterebbe che una cosa da fare: dei documentari…Chiedere a uno che racconta delle storie di tener conto della verosimiglianza mi sembra tanto ridicolo come chiedere a un pittore figurativo di rappresentare le cose con esattezza. […]I miei film non sono pezzi di vita, sono fette di torta. »
(Alfred Hitchcock, Il cinema secondo Hitchcock, pp. 81-84)

Alla luce di queste importanti parole, che fortunatamente ho letto prima di vedere il film, cerco di intraprendere il percorso per conoscere questo importante regista attraverso i suoi film. Se è chiara già da subito la grande maestria nel dirigere, lo è altrettanto la capacità di dare tono all’azione e alla commedia, con risultati estremamente vivi e compatti, di indubbia maestria. Il film gode e soffre della stessa cosa: gli anni ’50. Dico soffre in realtà un po’ a sproposito; è certo che la pellicola diventa pietra miliare nel momento in cui centra in pieno la sua contemporaneità, e in questo non c’è ombra di dubbio sulla riuscita: gli attori, i loro sguardi, il senso “galateico” con cui l’eleganza diventa presupposto, senza poi ovviamente annoverare costumi, scenografie e altre cose ovvie. Le parole dello stesso regista che ho riportato sopra sono fondamentali per dissipare ogni dubbio su alcune forzature di sceneggiatura, e tanto bastano per non richiedere ulteriore chiarezza. In tutto questo ciò che non combacia è appunto il “soffre” di cui parlavo: chi, come me, si sente molto attaccato alla propria contemporaneità non potrà non riscontrare una sorta di meccanismo in cui gli “esercizi di stile” propri di quegli anni risultano di tenue impatto. E’ per esempio da sottolineare come 2 anni prima veniva girato da un altro regista, Kubrick, “Orizzonti di Gloria”, la cui lungimiranza pare porsi su un altro livello. Il confronto tra i due film non ha ragione di essere ovviamente, ma sussiste solo in un gioco di critica che mi concedo. Detto questo condanno a tabù ogni voglia di sminuire una pellicola che è diventata giustamente un simbolo, e che ha instillato in me la voglia di approfondire la filmografia di Hitchcock, personaggio che mi sembra incredibilmente meritevole di essere studiato nel suo complesso e come figura cardine della cinematografia mondiale (forse più anche dello stesso Kubrick, chissà).

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13 Gennaio 2013 in Intrigo internazionale

Classico dello spy-cinema d’epoca che nonostante l’età rimane uno dei più brillanti film d’intrattenimento del maestro inglese. Ricco di suspence, ormai una pietra miliare.

Un Hitchcock da champagne / 3 Settembre 2012 in Intrigo internazionale

E che Cary Grant! Ma perchè sono finiti, gli anni ’50?

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