Pride&Prejudice in epoca industriale? / 22 Giugno 2017 in Nord e Sud

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Sì, d’accordo, ben realizzata la ricostruzione storica (per quanto edulcorata, ma trattandosi della trasposizione di un romanzo ci sta che sia così se il testo originale – che non conosco e non ho letto, lo ammetto – non ci si addentra più di tanto), buona l’indiscutibile qualità professionale del cast, buona la resa dell’atmosfera delle cupe cittadine manifatturiere del nord che vanno sempre più ingrigendosi per via dell’industrializzazione galoppante, però…però la storia di Margaret Hale e John Thornton, i due protagonisti, m’è sembrata alquanto scialba, e ok che risale pur sempre al vittoriano UK ma non so cosa possa esserci di così coinvolgente nel raccontare di un tizio che si innamora di una donna partendo già dall’autocommiserante (e parzialmente infondato) presupposto che “tanto lei non mi vuole perchè io non sono buono per lei” comportandosi, quindi, di conseguenza per tenerla alla larga come a voler dimostrare di avere ragione ad esserne convinto, e di una donna che non si sa bene per quale motivo (se non il “perchè sì”) rifiuti ogni legame sentimentale con il gentiluomo di turno pur sentendosi attratta, finchè entrambi capiscono di essere stati degli imbecilli a volersi intenzionalmente fraintendere a vicenda di continuo e danno finalmente retta a chi gli ha ripetuto “ma sì che si vede che vi piacete”. Tutto questo per dire che gli opposti (Nord e Sud) si attraggono? Mah…
A naso il concept mi ricorda un po’, a torto o a ragione, l’austeniano “Pride and prejudice”: lei orgogliosa ma non si sa perché, lui prevenuto ma a proprio discapito; e non dimentichiamo il padre bonaccione, comprensivo e un po’ svagato che alla figlia perdona un po’ tutto.

Leggi tutto