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Non ci resta che il crimine

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Pieno di limiti, ma godibile / 22 Dicembre 2020 in Non ci resta che il crimine

Nonostante taluni limiti tecnici e narrativi, con il film Non ci resta che il crimine, Massimiliano Bruno si conferma un autore versatile: finora, nella sua filmografia da regista, Bruno ha affrontato sia la commedia (Viva l’Italia, Beata ignoranza) che il dramma (Gli ultimi saranno ultimi). Qui, tenta addirittura la carta del fantasy criminale (?), avvalendosi di alcuni dei suoi attori preferiti: Alessandro Gassmann, Edoardo Leo e Marco Giallini (praticamente, ho scelto di guardare il film solo per lui e le sue inconfondibili espressioni accigliate)
Ilenia Pastorelli mi sta simpatica e il ruolo affidatole è perfettamente nelle sue corde, ma le sue nudità mi sono parse inutilmente ostentate.
Il risultato complessivo è godibile, benché, a tratti, ingenuo e forzato (la scena della rapina è terribile).

Il titolo è un gioco di parole (che strizza vagamente l’occhio alla filosofia di Lo chiamavano Jeeg Robot): oltre a richiamare il motore narrativo di questo film e del cult Non ci resta che piangere (1984) di Troisi e Benigni, pone l’accento sulle vite dei protagonisti, tre tizi senza grandi prospettive che, in qualche modo, trovano nella criminalità uno sbocco inaspettato.

Nota a latere: mi ha fatto sorridere un sacco il fatto che, qui, il personaggio di Giallini sia un super esperto dei fatti della Banda della Magliana, perché, nel ruolo di Er Teribile, l’attore ha fatto parte anche del cast di Romanzo criminale – La serie, il telefilm ispirato proprio a quelle vicende (poi, va beh, c’è anche Marco Conidi che, nel film, è il Fariseo e, nella serie, è er Botola).

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Good! / 25 Febbraio 2020 in Non ci resta che il crimine

Finalmente una commedia italiana azzeccata: divertente, ben organizzata e discretamente recitata (peró giusto Giallini, perché gli altri… insomma…).
Morale: il film scorre sull’idea di “Non ci resta che piangere” (un cult) ma varia di genere e di sceneggiatura ovviamente e riesce a divertire senza sembrare ripetitiva e banale come di solito capita alle commedie italiane.
Finale, forse, aperto…
Sufficienza raggiunta.

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Il voto sarebbe un 6.5 / 2 Gennaio 2020 in Non ci resta che il crimine

Discreta commedia italiana con un tuffo negli anni ’80.
Roma, giorni nostri. Tre amici Moreno (Marco Giallini), Sebastiano (Alessandro Gassman) e Giuseppe (Gianmarco Tognazzi) cercano di sbarcare il lunario organizzando un tour alla scoperta dei luoghi resi famosi dalla Banda della Magliana che imperversava a Roma negli anni ’80. Un giorno, inseguiti dal loro amico Gianfranco (il regista Massimiliano Bruno), si ritrovano nel 1982 ai tempi dei Mondiali di calcio e soprattutto ai tempi della Banda stessa.
Simpatica commedia anche se poteva insistere di più sulle mode e i costumi degli anni ’80 che vengono solo sfiorati; ci si sofferma maggiormente sul capo della Banda, Renatino (Edoardo Leo) e la sua donna Sabrina (Ilenia Pastorelli).
I tre inizialmente cercano di fare soldi con le scommesse calcistiche sfruttando la memoria di Giuseppe, poi si troveranno invischiati con la Banda della Magliana.
Visto il salto nel passato, il titolo richiama “Non ci resta che piangere”.
Il finale lascia prevedere un possibile seguito.

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Il mitico 1982 / 4 Febbraio 2019 in Non ci resta che il crimine

Commedia italiana azzeccata.
Divertente e sicuramente ben interpretata da tutti.
Una macchina del tempo che riporta i 4 nel mitico 1982, anno dei mondiali.
Da li escono fuori diversi personaggi che conosco dal futuro e addirittura incontrano loro stessi.
Carino dai.
Ad maiora!

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