Recensione su My Soul to Take

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My Soul to Take
Regia:

La caduta libera di Wes Craven / 7 Luglio 2015 in My Soul to Take

Nella piccola e silenziosa cittadina di Riverton esiste una macabra leggenda: un serial killer tornerà in vita per uccidere i sette bambini che sono nati il giorno stesso della sua morte.
Sedici anni dopo, la profezia inizia ad avverarsi. E’ il killer che si è reincarnato in uno dei sette ragazzi oppure è sopravvissuto la notte in cui tutti lo credevano morto? Sono domande a cui solo una persona sembra saper rispondere…
Che anche Wes Craven abbia un po’ perso la sua vena creativa era cosa palese(leggi “Cursed”), ma con questo “My soul to take ” ha davvero toccato il fondo, un film che sembra partire molto bene, ma purtroppo l’illusione dura appena un attimo, la pellicola in questione si rivela un malfatto ibrido tra horror e thriller psicologico con qualche riferimento al disagio giovanile.
Wes Craven purtroppo ormai è arrivato alla sua fine cinematografica, non ha più idee e si vede, prende a piene mani scene, situazioni e personaggi dai suoi successi migliori(“Nightmare”, “Scream”, “Sotto shock”) con esiti a dir poco disastrosi.
Il serial killer Abel Plankov è ridicolo, stereotipato all’eccesso, totalmente mancante del carisma di un Freddy Kruger, per non parlare poi della trama, noiosa, banale, dozzinale, con qualche colpo di scena che purtroppo non ne risollevano le sorti.
Il finale mi ha lasciato alquanto interdetta, così come tutta la storia, confusionaria e priva di qualsiasi interesse(i personaggi poi sono odiosi, dal primo all’ultimo).
Veramente brutto…purtroppo anche Wes Craven ha perso i suoi colpi migliori.

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