Recensione su Il mio nome è Khan

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20 Dicembre 2012

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questo era un film che avevo bucato al cinema, e porca troia quanto l’ho bucato, posso dire ora che l’ho visto, asino che son stato. Perché è un film di Bollywood fatto in America *_* e il protagonista l’ho pure riconosciuto, non è già solo stupendo il fatto che io riesca a riconoscere un attore indiano? *_* Era quello del mio film culto visto su Arte quando ero in Belgio, uno che in India è un figo allucinante e a me pare bruttissimo.Lui si chiama tipo Sha Rukh Khan o giù di lì e potrebbe esser tranquillamente ricco come Brad Pitt; le attrici indiane sono nel loro paese famosissime quanto gli attori, con la differenza che loro anziché sgorbi sono SEMPRE gnocche da paura (e questo film non fa eccezione).
Il film è una sorta di Forrest Gump all’indiana, con un personaggio limitato e strambamente autistico (soffre della sindrome di Asberger, incapacità nel dimostrare/capire emozioni et alia) che gira a zoznzo per l’America perché ha promesso alla moglie Mandira che incontrerà il presidente e gli dirà “My name is Khan, and I am not a terrorist”. Avanti e indietro tra un flashback e l’altro si dipana la storia, la sua infanzia in India, il rapporto con la madre che era l’unica a volergli bene, l’America, la storia d’amore con la gnocchissima parrucchiera Mandira che ha pure un figlio. Ma lei è hindu e lui musulmano, e quando accade l’11-9 e l’America impazzisce i musulmani vengono minacciati e sfottuti, e i bulletti di scuola ammazzano il figlio di lei a pallonate, e allora lei lo caccia e lui tornerà solo se dirà al presidente blabla. Ma perché non son andato al cinema?
Essendo stato distribuito in lunghezze diverse nei vari paesi io son finito su una versione in cui parlavano in italiano e poi ogni tanto partivano degli episodi del film, delle tappe del suo cammino, abbastanza fini a se stessi ma in inglese o soprattutto in hindi, o quale lingua mai potesse essere. Perché ovviamente è un film lunghissimo e colossale, con tutte le musiche indiane in sottofondo (anche se non ballano e cantano come nei classici, lì sarebbe stata l’apoteosi), e alla fine lui ce la farà, i musulmani rialzeranno la testa perché non esistono differenze di razzo/religione ma solo tra buoni e cattivi, e incontrerà il neoeletto Obama che gli dirà tipo “Yes you can”! – poteva anche dirgli Yes you khan…. ahahahah, che pessima 🙁
Insomma abbracciamoci, un film obamiano, o faziano, anche se almeno Fazio non compare, comunque di quel buonismo lì *_* oh, detto che a me Fazio sta sul culo da parecchi anni, per quanto io capisca che non è cattivo, che dire. Io ho pianto per gli ultimi 40 minuti :/ ‘na faticaccia, tra l’altro.

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