Recensione su Rachel

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La sorpresa finale / 9 Giugno 2018 in Rachel

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un film che esiste in funzione della sorpresa finale; sorpresa senza la quale si trasformerebbe nella storia banale di un giovane circuito dalla classica dark lady; sorpresa quindi necessaria, attesa dallo spettatore fino a non essere di fatto più sorpresa – anche se basata quasi completamente (e poco sportivamente) su elementi fin lì non visibili (le lettere di Rachel all’avvocato e a Rainaldi, le indagini del tutore). È il paradosso di questo genere di storie, troppo lineari per disorientare chi le guarda; anche se gli autori reintroducono l’ambiguità – anzi una doppia ambiguità – nell’ultima scena, quasi a complicare in extremis una trama fin lì troppo trasparente, ma in un modo che appare sostanzialmente gratuito.
Il film resta comunque piacevole, con interpretazioni generalmente buone. La regia ogni tanto dormicchia: si veda la bizzarra volubilità – sostanzialmente immotivata – con cui il tutore e sua figlia trattano Rachel: sospettosi in una scena, calorosi in quella successiva.

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