Recensione su Mulholland Drive

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Velluto rosso / 17 Settembre 2018 in Mulholland Drive

Che sia o meno il più grande film del nuovo millennio, come da più parti è stato definito, conta relativamente; meno inquietante di Strade Perdute, meno perverso di Velluto Blu, meno allucinato di Eraserhead, Mulholland Drive è semplicemente una perfetta calibratura di tutti questi ingredienti. Inquadrature sempre geniali, alcune di una bellezza che vorrei dire commovente, sequenze che sono piccoli capolavori di amalgama tra noir e incubo. Con Naomi Watts a fianco e David Lynch dietro la macchina da presa, perfino una attrice mediocre come Laura Harring diventa Rita Hayworth. “No hay banda!” dice il mefistofelico presentatore al teatro Silencio; spettacolo color rosso velluto, trionfo del fasullo, del playback, un viaggo nel cuore di una Los Angeles funerea, mille lucine come lumi mortuari nel denso scuro della notte, con le musiche di Badalamenti che costruiscono un paesaggio sonoro di vibrante inquietudine.

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