Recensione su Moonrise kingdom – Una fuga d’amore

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19 Dicembre 2012

Per la regia di Wes Anderson (regista anche del cult “I Tenenbaum”, e de “Il treno per il Darjeeling”), che qui è anche sceneggiatore, un film bello e originale, un po’ “Stand by me” e un po’ “Bonnie & Clyde”; molto bravi e adatti alla parte i due giovani e sconosciuti protagonisti, il tondeggiante Jared Gilman e l’obliqua Kara Hayward, con un efficace coro di personaggi strampalati e stravaganti, elemento tipico della filmografia di Anderson; tra i personaggi secondari spiccano il poliziotto di Bruce Willis, che il divo in canottiera interpreta in modo molto pacato e sotto le righe, non avendo in mano armi pesanti o da scalare grattacieli pieni di criminali (“Hippy ya ye, motherfucker”), il ghostbuster Bill Murray come padre apatico e depresso, ed Edward Norton esaltato e metodico capo scout. L’efficacia del film sta nel passare in modo molto fluido e allo stesso tempo curato attraverso vari stati d’animo, creando una buona alternanza tra momenti divertenti, tristi, intensi e grotteschi, mantenendo comunque un sottotesto leggero e favolistico; questo elemento può ricordare, vagamente, la comicità e lo stile del famoso gruppo comico inglese “Monty Python”, soprattutto per quanto riguarda il lato esagerato e scanzonato. La fotografia è di Robert Yeoman, compagnone di Anderson, che si sbizzarrisce negli spazi aperti e nella impressionante natura del New England, luogo ideale per gli scout, qui in veste satirica e militareggiante; la colonna sonora, molto presente e inserita nel film, è di Alexandre Desplat (4 nomination agli Oscar). Una piccola chicca.

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