Recensione su Moon

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Polvere di luna- e sarebbe un 7,5 / 1 Marzo 2011 in Moon

Credo che il film riesca ad essere valido al di là di molte ovvietà: è Dick dentro una forma a la Kubrick.
Tutto il nocciolo centrale del film che verte sulla domanda cosa mi fa essere individuo, cosa mi fa essere me stesso e mi caratterizza come unico, cosa è reale, cosa del mondo, e di me stesso, sto sognando è Dick, ma immerso in un mondo molto kubrickiano che jones si diverte a sovvertire: il computer non è nemico, ma anzi empatico, molto più umano degli uomini, per sopravvivere Sam deve cancellare la memoria di Gerty, ma non è lui ad avere l’idea, è il computer che gli offre il suo parziale suicidio.

Io l’ho trovato buono, davvero buono, credo che alcuni vuoti inspiegabili e alcune scorciatoie siano derivate dal budget esiguo. E ci può stare. La regia è molto controllata, ma è evocativa: ha un gusto per la memoria del genere fantascienza, con i rover giocattoli, l’uomo che prende in braccio l’uomo (kubrick dietro l’angolo in ogni momento, da Sam che corre, ma non in maniera virtuosistica, al respiro che si sente in alcuni momenti), il lavoro silenzioso e quasi natalizio delle mietitrici, i cloni che si guardano silenziosi che fa molto, ma molto Solaris, per non parlare delle tute sporche e del modellino.
Rimane il dilemma se il contratto dei tre anni sia determinato da una fine fisica del clone o dalla insostenibilità psicologica della parte oltre quel tempo (l’old Sam deperisce in una maniera terribile, si afalda nel corpo, ma già prima aveva subito uno squilibrio psicologico molto forte ) e questo non è preso come tema dal film, anzi è ignorato.

Non è la finitudine il problema, ma la mancanza dell’unicità e l’evaporare della realtà, sia quella vissuta che quella ricordata che riflette il quesito: cosa mi fa essere ciò che sono se i miei ricordi non mi appartengono?

Il finale è sbrigativo sì, ma ha una chiosa bellissima: lo youg Sam tornato sulla terra è un pazzo o un clandestino, va rinchiuso in entrambi i casi

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