Recensione su Moon

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23 Aprile 2012

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questo lungometraggio d’esordio di Duncan Jones (figlio di David Bowie!) è stato scritto intorno a Sam Rockwell, come un vestito che viene cucito su una persona. L’ha dichiarato lo stesso regista, in quanto Rockwell è un appassionato di film fantascientifici e voleva girarne uno.
Devo dire che l’effetto è stupendo.
Tutto si riduce ad un grande interrogativo: come sarebbe incontrare sé stessi?
L’astronauta Sam Bell – che sta per concludere la sua missione triennale sulla Luna per conto di una potente multinazionale che estrae Elio-3 per poi utilizzarlo come fonte d’energia sulla Terra – si trova di fronte a questa domanda quando, a causa di un incidente, viene salvato da una persona che è identica a lui: un clone.
I due Sam devono convivere forzatamente nella base, in attesa dell’arrivo dei soccorsi, ma allo stesso tempo devono scoprire perché sono identici e cosa tiene loro nascosta la Lunar.
Molto significativo il finale, con il Sam Bell “giovane” che rientra sulla Terra e racconta la verità.

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