Un film sulla reciprocità dei sentimenti, quali limiti verso cui convergere spunti, e riflessioni. / 20 Maggio 2014 in Monsieur Lazhar
Questa pellicola di Philippe Falardeau, tratta dal libro ”Au bout du fil. Bashir Lazhar” di Evelyne De La Chenelière ( la quale compare in un piccolo cameo ), si presenta agli occhi come una crisalide di sensazioni, troppo acerbe per diventare vere e proprie emozioni. La perdita, la mancanza dovuta ad ” un’assenza ingiustificata” come la morte, che non offre né cerca motivazioni, diviene allora un’incognita, una straniera di cui hai sentito solo parlare, ma che ora viene a bussare alla tua porta. E questa giunge ad ogni età, e ad ogni età va elaborata, assimilata; e in questo contesto, il protagonista, nella sua duplice natura di insegnante e di alunno ( perché nel dare si riceve sempre ), cerca nella condivisione di abbracciarla, per far si che dall’interazione nasca una farfalla in grado di rompere quella crisalide che prima li teneva intrappolati.
Monsieur Lazhar è un film sulla reciprocità dei sentimenti, quali limiti verso cui convergere spunti, e riflessioni, senza mai cadere nel vittimismo, nel morigerato, o in una eccessiva virtuosità.
