Recensione su Moloch

/ 19997.533 voti

Un film tosto. / 20 Gennaio 2013 in Moloch

Moloch.
Film di A.Sokurov, il titolo prende il nome sia da un dio, sia da un tipo di sacrificio associato al fuoco. Il termine, oggi, viene usato in senso figurato per designare un’organizzazione o una persona che domanda o richiede un sacrificio assai costoso. E’ da qui che parte il regista.
Come ne “Il Sole”, viene descritto un potente del passato, in questo caso Adolf Hitler che viene rappresentato come una macchietta insignificante, un omino anzi un omuncolo, un ominicchio.
Il film viene ambientato nel Castello-fortezza delle Alpi Bavaresi nonché luogo di vacanza del dittatore teutonico. Un ritratto nell’iintimo, nel privato che dura 102 minuti. Troviamo un dominatore inconsapevole (vedi la nota), un Hitler ridotto a marionetta da Eva Braun. Non vi è l’ammirazione nella scelta dell’imperatore Hirohito di rinunciare al suo status e il conseguente salvataggio del Giappone/Giapponesi.
Vi è un ritratto che beffa, che delinea l’insicurezza di un uomo piccolo e ridicolo (lo stesso preparare i discorsi allo specchio, tipico del dittatore, possiamo interpretarlo come debolezza). Torna però il tema del quotidiano, della vita del potente, del potere e dell’orrore. I balli, il cibo, la musica, le amicizie, la rivalità. A tavola, in particolare, si parla la dieta vegetariana, la guerra sul fronte orientale, i rapporti con l’alleato italiano, l’influenza del clima sulle caratteristiche razziali e la possibile guerra contro lo stesso alleato italiano nel futuro non troppo prossimo.

Note del Don.
Una scena mi ha fatto particolarmente riflettere, c’è un dialogo assurdo con Eva Braun che mormora «Caro, a proposito di Auschwitz…» e Adolf che risponde «Ausche?». Hitler che non conosce quel luogo e i suoi invitati che divagano al massimo per tornare a parlare di cose meno profonde.
DonMax

3 commenti

  1. Lenore Beadsman / 4 Maggio 2013

    Credo sia un ritratto piuttosto fedele.
    Nel dialogo di cui parli, mi sembra, che Hitler non ne voglia sentir parlare di Auschwitz, finge di non capire. La sua residenza in Baviera è un microcosmo avulso da quel che succede fuori e nel film viene detto esplicitamente che ciò di cui si parla esiste e viceversa. Peraltro il tutto è indice di una personalità piuttosto infantile, mostrata perfettamente da Sokurov.

  2. DonMax / 26 Maggio 2013

    @ph0ebe grazie per aver riportato in auge la recensione e per il chiarimento.

  3. yorick / 26 Maggio 2013

    Visto poco fa, non mi è sembrato, però, che Hitler fosse ridicolizzato, anzi. Se Lenin era già più rappresentato come un rimbambito, Hitler qui mi è sembrato lucido nella sua follia.

Lascia un commento