12 Recensioni su

Oceania

/ 20167.1358 voti

niente di nuovo, classico happy ending e qualche canzoncina. / 10 Maggio 2020 in Oceania

Zootropolis lo distrugge alla grande. Di classici Disney come questo stereotipati o come si usa in questi anni ” pompati di politicamente corretto” non ne possiamo più. Nulla da dire per grafica ed animazioni, superlative.

Nessuna novità (nel bene e nel male) / 10 Dicembre 2017 in Oceania

(Sei stelline e mezza)

Animazione strepitosa, un buon ritmo e cura dei dettagli impressionante. Da Rapunzel in poi, le chiome in CGI hanno fatto un deciso balzo in avanti e, qui, quelle di Vaiana e Maui sembrano intinte costantemente in un balsamo divino, superando in bellezza perfino quelli -ormai bidimensionali- di Pocahontas: wow! (E gli animatori dedicano a quei riccioli sballonzolanti quante più soluzioni possibili: iconografiche, comiche… Glieli fanno accarezzare, pettinare, acconciare, asciugare e bagnare infinite volte)
Anche le animazioni dell’acqua: ri-wow!

Per il resto, narrativamente parlando, siamo sempre dalle solite parti. Scopri chi sei, sfida te stesso e le regole costituite per il bene personale e delle persone a cui vuoi bene, ecc. ecc.
In questo senso, pur usando argomenti simili, il contemporaneo “fratello” Zootopia, con cui Oceania si è scontrato anche agli Oscar, mi è sembrato molto più originale: perlomeno, sfrutta con buoni risultati un paio di generi cinematografici (il noir e il buddy movie d’azione, per esempio).
Qui, invece, non perviene nessuna novità (per quanto Vaiana ci tenga a ribadire che lei, oilalà, non è una principessa [Disney], ma solo la figlia di un capovillaggio).

Fra le cose superflue, ma inserite nel plot per quello che sembra sia una sorta di dovere nei confronti della tradizione disneyana, uno pseudo-villain superfluo rappresentato dal granchio tronfio e amante delle cose sbrilluccicose al pari di una gazza (terribile il doppiaggio italiano affidato a Rafael Gualazzi) e la mascotte animalesca rappresentata dal maialino kawaii che sembra essere stato pensato apposta per produrre gif animate e peluche (azzeccato, invece, il polletto strabico e suonato).

Ah! Simpatica la storia dei tatuaggi animati di Maui che, però, mi ha ricordato tanto il pretesto narrativo de L’uomo tatuato di Bradbury e di Infernalia di Clive Barker, ma anche le decorazioni dei vasi attici di un altro precedente disneyano mitologico, Hercules.

Musiche e canzoni accattivanti, ma perché non riesco più a capire bene i testi come un tempo, da diversi film a questa parte? Problema condiviso anche con il compagno di divano, eh.

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Il voto sarebbe un 6.5 / 1 Dicembre 2017 in Oceania

Buon film d’animazione della Disney.
Dopo la storia raccontata dalla nonna di Vaiana, in cui il semidio Maui tenta di rubare il cuore di Tefiti per donarlo agli uomini, ci troviamo su un’isola polinesiana dove Vaiana è l’erede del capo. Lei vorrebbe esplorare l’oceano ma il padre la vincola ai suoi doveri di “principessa” (un pò simile in questo a “The brave – Ribelle”).
Interessante e divertente, con lo stupido pollo a farla da padrone per le scene più simpatiche; ma anche i battibecchi tra Maui e Vaiana non sono male.
Il semidio all’inizio è egoista, narciso ma Vaiana riuscirà a farlo aprire e insieme formeranno un’ottima coalizione per riportare il cuore di Tefiti al suo posto.
Unico difetto le numerose canzoni che accompagnano le vicende; alla lunga rompono un pò … il ritmo anche se alcune non sono male (anche nella versione italiana).

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Ottimo film, come sempre! / 28 Novembre 2017 in Oceania

Ancora una volta la Disney riesce a realizzare un film che non delude certo le aspettative e riesce a proporre qualcosa di nuovo, piacevole, divertente, e, come sempre, realizzato in modo veramente ottimo. Questa avventura, come da titolo (italiano ovviamente, perché ovunque si chiama Moana, come la protagonista, ma guarda caso da noi il titolo e il nome sono stati cambiati…) è ambientata in Oceania, e la protagonista è appunto la rinominata Vaiana, giovane figlia del capo del villaggio di un’isola polinesiana che vive bene nel suo isolotto, mostrando grande intelligenza, gentilezza e varie capacità. Il suo sogno però è il mare, che però le è proibito: il limite è il reef. Sarà la nonna a mostrarle la vera storia, e a rivelarle un’antica ma reale storia che getterà presto anche la sua isola verso la fine. Perché, come visto all’inizio, mille anni prima il semidio Maui aveva rubato una pietra dal potere di creare la vita, scatenando però appunto la distruzione. La ragazza, dopo la morte della nonna, decide di inoltrarsi nel mare per salvare il villaggio, ma dovrà affrontare diversi nemici ed incontrare un personaggio che certo dopo tutto questo tempo, e dopo la sua sparizione, non si aspettava. Film piacevole, che scorre bene, un piacere per gli occhi e nemmeno le canzoni che sono un po’ tantine danno troppo fastidio, anzi, sono quasi tutte ben azzeccate e ben pensate. Come al solito la Disney fa sempre bene, nulla da appuntare, film da guardare senza dubbio, soprattutto, ma non solo, per i fans.

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Non male / 13 Marzo 2017 in Oceania

Ammetto che me lo aspettavo più sensazionale, e che gli avrei dato un voto più alto. Però non mi posso lamentare non è poi tremendo. E poi per la seconda volta (non dovrei sbagliarmi) la protagonista femminile non è di famiglia reale.

Una grande dote e molte piccole pecche / 27 Febbraio 2017 in Oceania

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Bella la parità dei sessi sul grande schermo, quella che conserva le differenze di genere senza farne gerarchie. Bello il modo in cui il personaggio femminile prende possesso delle sue idee, in primis, e delle sue scelte. Fondamentale poi la controparte maschile, non relegata a macchietta ma costruita con profondità psicologica e narrativa, assume un carattere importante, senza sovrapporsi a Vaiana. Ne risulta l’importanza della sinergia tra le differenze.
Il resto sono un’incredibile animazione dei corpi e degli scenari alle volte fantastici.
Un po’ prolissa la prima parte del film, prima della partenza.
Banali alcune soluzioni (tra i quali un finale troppo risolutorio nel segno della pace).
Le musiche non sono sempre incisive, e sospetto che il doppiaggio italiano abbia tolto qualcosa in questo senso all’originale.

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Gradevole. / 21 Febbraio 2017 in Oceania

Un cartone molto carino…..colorato pieno di vita e canzoni….quest’ultime un pò troppe per me. L’ho trovato poco indicato per i bambini molto piccoli ma comunque gradevole.

Beh.. / 8 Gennaio 2017 in Oceania

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Purtroppo si è persa la continuità con i due lavori precedenti (Big Hero e Zootropolis) e seguendo invece la scia di Frozen, abbiamo un’altra principessa disney che canta un po’ troppo e predestinata a trionfare. La trama in generale è un grande mix tra Principessa Mononoke ( con parecchie citazioni fastidiose ), Hercules e il sopracitato Frozen. Miscelate il tutto aggiungendo però un’ottima produzione grafica e un pollo che mi ha fatto letteralmente piangere dal ridere ( anche se ricorda troppo Becky di Alla ricerca di Dory ). Quindi, non del tutto da bocciare

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Cantano, CANTANO. / 4 Gennaio 2017 in Oceania

Se aggiungevano un’altra canzone veramente scleravo. Colori accesi, tutto bello tutto magnifico ma, fuffa. La storia è la classica, personaggi sempre uguali, nessuna inventiva nessuna fantasia. Proprio non ci siamo, stanno trascinando uno schema che ormai inizia a diventare pesante, e a stufare pesantemente.

Magico… / 2 Gennaio 2017 in Oceania

Vaiana scopre un mondo magico nella sua terra, la fantastica Oceania dove tutto è fantastico. Le leggende e la storia che ci racconta questo film sono bellissime con un finale ancora più bello.
I balli e i movimenti dei personaggi sono veramente straordinari.
Un bellissimo cartone da far vedere a tutti i bambini ma sicuramente apprezzato dai genitori.
Una garanzia.
Ad maiora!

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Al di là dell’odio e dell’amore / 29 Dicembre 2016 in Oceania

Sì è vero, la Disney non punta all’originalità del soggetto. Sottolinea piuttosto la caratterizzazione geografica e antropologica di una classica storia di uscita dal proprio limite, cogliendo così le peculiarità locali di fiabe e leggende. Del resto è proprio questa la chiave di lettura del mondo; sono in fondo molto simili culti e tradizioni, come parti di uno stesso grandioso disegno. Dal bayou de “La principessa e il ranocchio” ai ghiacci di “Frozen” siamo giunti alle sconfinate distese oceaniche di questo magnifico “Oceania”; c’è sempre una principessa al centro, c’è ancora un viaggio, una ricerca delle proprie radici e di un futuro migliore. Come giustamente molti hanno notato, la colonna sonora si è fatta più trascinante, fuori dalle sonorità più commerciali e easy alla Frozen, riscoprendo il patrimonio musicale di quell’ignoto continente blu che tanto ci affascina quando ruotiamo un mappamondo. Che dire dell’animazione se non: ma davvero si potrà ancora fare di meglio? La principessa Vaiana (noi italiani la conosceremo così, e vabbè, sinceramente non vedo ‘sto grande problema) con il nerboruto e vanitoso semidio Maui è una coppia di amici (e qui forse sta il punto più originale, non c’è una storia d’amore) che funziona bene, piace a grandi e piccini mettendo finalmente su un piano di confronto (e non di scontro, nè di banale seduzione) la dicotomia uomo-donna. Una storia di formazione reciproca al di là dell’odio e dell’amore, per il bene altrui.
Il punto più bello e poetico dell’animazione è l’antropomorfizzazione dell’isola e il suo ritornare roccia rannicchiandosi e adagiando le sue sinuose e verdi forme femminili.

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Buon film ma… / 22 Dicembre 2016 in Oceania

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Visivamente “Oceania” è un’opera spettacolare, una vera orgia di colori accesi, vivi e tropicali: l’oceano, la sabbia e la vegetazione brillano di luce propria, risultando estremamente piacevoli all’occhio.
Ad essi si aggiunge lo stilema estetico caratteristico per gli umani, che contribuisce ad immergere lo spettatore nelle atmosfere polinesiane oceaniche; fattore importante quando si opta per una localizzazione geografica tanto specifica.
Tra i personaggi spicca in positivo il semidio Maui, doppiato da Dwayne Johnson, alias l’ex wrestler The Rock.
Compresa nella sua parte c’è una canzone (la più orecchiabile dell’intera pellicola, tra l’altro) chiamata “You’re Welcome”, in cui oltre ad un ritmo frenetico e molto catchy il bestione doppiato da un altro bestione sfrutta la mobilità dei propri tatuaggi.

Positivo anche il messaggio ecologico che inserito in un cartone animato male non fa mai: non giocate con Mamma Natura, perché le conseguenze potrebbero essere assai deleterie.

Tutto bello, tutto giusto, tutto a regola d’arte.
Canzone citata a parte, però, manca magari un guizzo di imprevedibilità, di brio e di frizzantezza che possa trascinare nel sogno le menti dei bambini ed intrattenere in modo soddisfacente anche gli adulti.
In “Oceania” questo fattore manca, vuoi per aver forse puntato troppo sull’occhio e poco sullo spirito, vuoi perché ormai alcune major godono di un credito che, per quanto giustificato dagli ottimi prodotti e dai più che soddisfacenti risultati al box office, forse le impigrisce in fase di scrittura.

Come per l’enorme fenomeno di massa “Frozen”, dispiace assistere a pellicole così incredibili visivamente ma purtroppo con trame inutilmente confusionarie (là tra i ghiacci) o in fin dei conti debolucce (qui in Polinesia).

Moana/Vaiana inoltre è purtroppo un personaggio già visto più e più volte: una ragazza fiera, entusiasta e determinata che non si accontenta del piccolo mondo in cui vive, ma desidera ardentemente nuove avventure per ampliare i propri orizzonti.
Per quanto il suo viaggio non sia esclusivamente volontario ma sia necessario per la salvezza della sua gente, non si può fare a meno di notare quanto il “volere di più” la accomuni a molte protagoniste Disney prima di lei.
Possiamo ricordare ad esempio in tutto o in parte Alice, Bianca, Ariel, Belle, Jasmine, Mulan, Jane, Rapunzel o la più recente Judy Hopps dell’ottimo “Zootropolis”.
Quando il ribaltare uno stereotipo diventa esso stesso uno stereotipo.

Vaiana inoltre soffre un po’ troppo la sua spalla comico/eroica, al cospetto del quale attua spesso una sottomissione che la rende narrativamente subalterna nelle sequenze comuni ai due, nonostante il ruolo di primo piano dovrebbe essere della giovane donna.

Consigliato o no? Sì, per godersi uno spettacolo visivo ottimo. Purtroppo con una sceneggiatura più solida il risultato complessivo sarebbe stato migliore.

Buon film, ma forse una mezza occasione sprecata per puntare all’eccellenza.

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