3 Recensioni su

Mistress America

/ 20156.572 voti

Gerwig over the top / 7 Settembre 2017 in Mistress America

Dio quanto amo Greta Gerwig! Non è solo una grande attrice, è soprattutto un genio della scrittura cinematografica (che presto vedremo alla regia con Lady Bird, non vedo l’ora!); riduttivo definirla la “musa” di Baumbach perchè è una mente brillante (ed è sapiosexual :-D) e indipendente, in grado di imbastire storie femminili senza ricorrere per forza all’ ingrediente morboso. Lola Kirke è adorabile.

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Baumbach Style / 30 Marzo 2017 in Mistress America

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Gradevolissima (e parlatissima) commedia in pieno stile Baumbach, con giovani e “quasi non più” giovani alla ricerca di un’identità, di certezze e di uno scopo nella vita.
Molto bello il ping pong tra le personalità della vulcanica e, a suo modo, arrogante Brooke (ottima Greta Gerwig) e della più discreta Tracy (l’altrettanto brava Lola Kirke, già vista e apprezzata nella serie tv Mozart in the Jungle).
A un certo punto (dacché le protagoniste arrivano a casa dell’ex-amica/socia e dell’ex-fidanzato di Brooke, per intenderci), il film assume toni decisamente surreali ma ben dosati, e il gioco realtà/finzione letteraria imbastito grazie alla presenza della voce fuori campo che legge il racconto di Tracy supporta una parentesi narrativa caratterizzata da reazioni “assurde” dei personaggi (la citazione in giudizio di Tracy, l’avvocatessa incinta che prende la parti di Brooke, il questionario folle che viene sottoposto alla ragazza, le 6 persone che leggono contemporaneamente il racconto stampato su carta velina, ecc.).

Divertente, ma con notevoli spunti di (angosciata) riflessione.
Bella anche la colonna sonora.

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Giriamo pagina tutti insieme in sei / 4 Luglio 2016 in Mistress America

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Hipsteria portami via, ho perso il secondo film, però c’ero su Frances Ha! Devo vedere il secondo film, ho una mia amica che è così, ma forse s’offenderebbe a sentirselo dire, perché anche invero non è più così. New York, ché altro non esiste, infatti poi andiamo in Connecticut. Mi pare. Tracy è a un college fichetto, vorrebbe farsi sbattere da un nerd brutto uscito da un incrocio fra un mio amico e uno di BBT (uao, detta così sembra che io abbia un fottio di amici), si sente sola, ha la mamma che si risposa. Conosce la figlia del futuro marito della madre del cane del protocugino del barboncino che morse la caviglia dal presidente ok smetto. Ed è matta, questa figlia. Sostanzialmente, è Frances Ha, con qualche anno in più e del tutto sgangherata, priva di centratura, senza righe. Vivacchia qua e là, tra un limone, una festa, tenendo corsi di spin motivazionale – cioè boh io non credo di saper che ho scritto – e progetti di aprire un ristorante. Vive la vera NY alternativa (hipster, ma essendo una bionda non ha la barba). Tracy, che cercava un racconto da scrivere per entrare in una sorority, fratellity, community letteraria fichetta e MOLTO hipster, ne è travolta. La segue, insieme, e col nerd e la fidanzata gelosa (Piacere, io sono Brooke, lei è Tracy e lei è Gelosa) vanno in Connecticut a chiedere soldi a di Brooke un ex. Talmente era sconclusionato il personaggio di lei, Brooke Frances, che in realtà è la tipa del regista e insieme scrivono le sceneggiature, e verboso il tutto e proprio da vedere in v.o. (perché parlanoparlanoparlano, e siamo ca**o di HIPSTER e quelli che ti dicono che a loro a leggere i sottotitoli viene mal di testa li odio!) che non resta che vedere il secondo che ho bucato. Insensatezza! New York caotica, affascinante, chestoria, lavitaèqui, #tagdabimbiminkia.
E tutto così, ah, come dire, contemporaneo, ora, giovamoderno e qui e che c’importa, noi siamo a New York, e ogni persona (come Brooke) è/ha una storia bellissima. Generazionale, ecco. Tornando indietro ma avanti, e qualsiasi altra coppia di opposti in mente ti venga (e vada).

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