Recensione su Mio fratello è figlio unico

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28 Gennaio 2013

Premetto che per me è stata durissima dare 9 a un film con Scamarcio. Ho dovuto superare l’innata tendenza ad assecondare il pregiudizio pseudo-snob verso uno che si è macchiato della partecipazione a 3MSC.
Però quello di Luchetti è davvero un bellissimo scorcio degli anni di piombo, descritti magistralmente attraverso l’analisi degli inquieti rapporti all’interno della famiglia Benassi. La madre, affascinata dallo spirito del figlio più grande, si riappacifica con Accio solo dopo aver appreso della morte di Manrico, con disperato spirito di conservazione.
Tanti i significati nell’analisi delle personalità dei due protagonisti: il rivoluzionario Manrico, deciso e leale, farà una brutta fine per aver voluto esasperare le sue idee.
Il ribelle Accio, invece, nei suoi tentennamenti e cambi di opinione acquisirà una personalità più pacata e moderata che gli permetterà, dopo una funesta giovinezza, di star fuori dai guai.
La mano del regista si fa notare per la frenesia delle riprese: la macchina da presa mobile e instabile, che a tratti trema, gira intorno ai personaggi prediligendo dei primi piani dinamici di grande effetto.

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