La riunione di condominio annuale viene gestita da un amministratore a cui non interessa per nulla il bene della comunità, tuttavia in una situazione del genere emergono diversi personaggi, ci sono liti e antipatie.
Quando si mettono sotto lo stesso tetto svariati caratteri e personalità differenti tra loro, cosa può uscirne fuori? Il film non presenta una trama ben delineata, ma sembra più che altro voler mostrare allo spettatore gli effetti della convivenza tra soggetti diversi e dell’organizzazione metodica a cui essi ricorrono per il bene comune (le riunioni e le decisioni che ne scaturiscono). La visione posta è, oltretutto, piuttosto negativa: ogni condomino mette in primo piano, egoisticamente, solo i propri interessi personali. Un’idea carina sicuramente, ma nulla di eccezionale. Inizialmente la pellicola suscita interesse, ma alla lunga finisce per lasciare indifferente lo spettatore. Tra i pregi va segnalata comunque una bella colonna sonora.
La struttura condominiale come spazio scenico multipiano su cui ubicare e sovrapporre vicende narrative varie e disparate non è certo sconosciuto alla cinematografia, né lo era al momento dell’uscita del film più di 10 anni or sono. Né vi è modo che la trama, che si arrampica nervosamente con i personaggi per i pianerottoli dell’edificio, abbia da offrire qualcosa di veramente nuovo, che non sia stato già raccontato. Il film calca la mano sugli aspetti negativi della coabitazione, della condivisione degli spazi vitali offrendo spunti di riflessione molteplici ma non particolarmente arguti, che si incentrano sostanzialmente sulla difficoltà di accettazione dell’altro e sulla conseguente chiusura del singolo nei confronti del vicino, nonchè dell’intera comunità verso l’esterno.I toni sempre leggeri ed ironici ne rendono tutto sommato gradevole la visione. Ottimo l’accompagnamento musicale in cui spicca la versione per chitarra della bellissima e malinconica Je chanterai pour toi di Boubacar Traoré.