Recensione su Midsommar - Il villaggio dei dannati

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Midsommar - Il villaggio dei dannati
Regia:

INCUBO D’UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE / 2 Dicembre 2019 in Midsommar - Il villaggio dei dannati

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Con Hereditary Ari Aster mi ha conquistato. Con Midsommar non mi ha stupito. Tuttavia ha senz’altro confermato il suo talento visivo.

Midsommar offre un ottimo spettacolo, buone interpretazioni, momenti viscerali. La messa in scena è ricca, con costumi, edifici, coreografie e arazzi da divorare letteralmente con gli occhi.

Di contro c’è una lunghezza esagerata (due ore e mezza), un ritmo blandissimo, una trama poco innovativa e poco coinvolgente.
A dirla tutta però la delusione vera è rappresentata dal giochino dei rimandi non perfettamente riuscito. Troppo palese. Per tutto il tempo Ari Aster non fa altro che spoilerarti quello che accadrà da lì a poco con immagini piazzate a modo.
Un esempio? C’è un quadro ad inizio film nella camera da letto della ragazza che anticipa il finale e giuro che ho detto alla mia compagna “ecco, quello sarà il finale del film”, e così è stato.
In hereditary il giochino era decisamente più sottile e sofisticato con indizi disseminati qua e là che toccava a noi ricongiungere. Qui invece è tutto molto ridondante e palese.

Detto ciò il film mi è piaciuto nonostante le sbavature. Ari Aster persevera a giocare con le sue sette malefiche e con i sensi del pubblico e ci riesce anche quando il passo è traballante e lo svolgimento un po’ fumoso.

7 di manica larga.

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