24 Dicembre 2012
Non male, non male, è la storia di un tipo strampalato che deve azzerare e ricominciare tutto dopo che un proiettile gli si conficca nel cervello. Trova una famiglia (nel senso allargato) di più o meno barboni che lo accetta con sé, e insieme a loro darà una lezione alle perfide aziende produttrici di armi, quella del proiettile che ancora ha in testa e quella della mina su cui era esploso il papà. E già solo per questo mi sembra che meriti tutta la simpatia no? Citazioni qua e là, lui che fa molto Charlot all’inizio. E un appuntamento davanti alla tomba di Sacha Guitry → commozione, perché chi sia Sacha Guitry non lo sa nessuno, classico da Ghezzi di notte su Raitre (in sintesi, un regista e attore teatrale e cinematografico francese piuttosto prima metà del secolo, qui un wiki. No, non questo secolo, asini -.- quello prima). C’è poi il fatto straniante che in giro per la città ci sono i manifesti pubblicitari… del film stesso. E questo, ok, non ha senso ma come idea a me piaciuta è. Ayò. C’è la solita attrice belga, che ormai davvero finisce in franco-qualsiasi film, e via, tanti altri personaggi strampalati, tiriamo avanti con la fantasia, facciamo dei robot che suonano e danzano mettendo insieme dei rifiuti ecc. I rifiuti, sia quelli materiali sia quelli della società, contro i peggiori esemplari (quante mine ti servono? Che poi le mine nel mondo le vendiamo quasi tutte noi :S) del capitalistico sistema, questo è in soldoni. E vincono i rifiuti, yeah. Da notare che l’insieme poteva essere delicato e bizzarro e libero e occhioni mossi e commossi e stop. E invece Jeunet ci spara anche un po’ di sesso e violenza, nulla di che ma decisamente in contrasto, con la storia e con la delicatezza dei protagonisti, per esempio.

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