Recensione su Un posto sulla Terra

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appunti parziali post-visione: un posto tra le rovine della terra. / 11 Marzo 2016 in Un posto sulla Terra

MESTO NA ZEMLE è l’anacronismo della visione e la consapevolezza angosciante di tale anacronismo. è la storia in ritardo su se stessa, che si ripresenta incessantemente e incessantemente genera speranza e fallimento, è storia di macerie e distruzione. è un messianismo chiuso nella reiterazione del desiderio-godimento, che si evira nel riconoscimento dell’impossibilità della redenzione umana.
il film potrebbe essere letto come una sorta di allegoria del fallimento della promessa redentiva del cristo. ma è forse proprio in questo fallire, in questa catastrofe umana, che si annida la possibilità stessa della salvezza. anche se parlare di salvezza dopo una visione del genere appare a me stesso come una violenza. eppure qualcosa rimane, in quei frammenti d’amore infantile e incosciente, sporco e bestiale. ed è in quel resto che sempre si sottrae alla carneficina della storia umana, in quei inusitati bagliori di vita nell’incombere della morte sempre presente, che si annida un ulteriorità indicibile che resiste all’ecatombe umana.

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